ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. La vita e le opere
L'attività pastorale e la produzione letteraria di Leandro di Siviglia coincidono con quello che è stato definito « il periodo più brillante e creativo della storia dei Visigoti in Spagna », che si caratterizza per il passaggio definitivo di questi dall'arianesimo al cattolicesimo, grazie alla conversione del re Reccaredo, figlio spirituale di Leandro e novello Costantino secondo l'ideologia politico-religiosa della storiografia coeva.
Tuttavia la vita di questo protagonista e fondatore del cattolicesimo spagnolo ci è scarsamente nota; del santo vescovo di Siviglia, infatti, non ci sono giunte, né pare che si redigessero delle vite e dei « libri di miracoli», com'era nella tradizione agiografica medievale. Notizie frammentarie e per lo più leggendarie troviamo nei più antichi Martirologi, Messali e Breviari, redatti in epoche successive, che in genere c'informano del giorno della morte e del culto liturgico del santo; anche le « lezioni » che vi leggiamo hanno il carattere dell'elogio costruito in funzione della festività religiosa e fondato su una tradizione devozionale.
Il primo e fondamentale biografo di Leandro di Sivaglia resta sempre il suo più giovane e più celebre fratello Isidoro, succedutogli nella stessa cattedra episcopale, il quale ci ha lasciato un breve ed essenziale profilo storico nel suo De viris illustribus; ulteriori notizie e rapidi accenni troviamo anche in altri scrittori più o meno contemporanei.
Primogenito di una illustre famiglia ispano-romana, nacque qualche decennio prima della metà del VI secolo a Cartagena, dove risiedeva il padre Severiano, che pare vi occupasse una carica pubblica; la madre, di cui non conosciamo con certezza il nome, si dice che fosse una nipote del re dei Visigoti, l'ariano Leovigildo, ed è probabile che inizialmente fosse anch'ella di fede ariana. Poco prima del 549 dovette nascere anche la sorella Fiorentina perché in quell'anno, essendo Cartagena saccheggiata dagli ariani di Agila, Severiano con la moglie e i due figli abbandonò la città e si stabilì definitivamente a Siviglia, dove successivamente nacquero altri due fratelli, Fulgenzio e Isidoro.
Durante la prima infanzia dell'ultimo figlio muoiono i genitori uno a breve distanza dall'altro, raccomandando ai superstiti in modo particolare il piccolo Isidoro. Leandro, il maggiore degli orfani, si trova così ad esercitare, quasi per disposizione testamentaria, la patria potestà sui fratelli; su tutti comunque sente il dovere di esercitare una paternità spirituale curando non solo la preparazione culturale confacente al loro rango sociale, ma specialmente l'educazione religiosa. Tutti e quattro i fratelli abbracciano la vita monastica e la Chiesa avrà quattro santi; i tre maschi saranno tutti e tre monaci e vescovi.
Particolare cura ebbe Leandro per la formazione e la preparazione del piccolo Isidoro, che dava già segni sicuri del suo temperamento vivace e del suo ingegno versatile; non gli risparmiò la verga, principale sussidio didattico nella pedagogia dell'epoca. Anche ai fratelli raccomandava di prendersi cura del ragazzo e di amarlo in modo particolare: « Non ti dimenticare del nostro fratello Isidoro, che è il più giovane — scrive alla sorella Fiorentina —; ... amalo con tanto più sentimento... quanto più teneramente sai che i nostri genitori lo prediligevano » (c. XXXI).
Leandro aveva abbracciato per tempo lo stato monastico, ma non sappiamo né dove, né quando, come non lo sappiamo del resto per gli altri fratelli, le cui vite, compresa quella del più celebre di tutti Isidoro, abbondano di leggende, ma sono scarse di notizie biografiche sicure. Della sorella Fiorentina abbiamo brevi cenni nei vari Martirologi, in cui il nome stesso appare con diverse varianti (Fiorentina, Florentiana, Florentia); le biografie redatte in epoche molto posteriori sono generalmente inattendibili. Nel 1584, Roderico di Yepes, dell'Ordine di san Girolamo, pubblica in lingua spagnola una « Storia della gloriosa vergine s. Fiorentina » per la quale aveva attinto abbondantemente dalle « lezioni » degli antichi Breviari e dai diversi Leggendari spagnoli.
Anche per Fiorentina è impossibile fissare date sicure; da un passo di Leandro sembra quasi certo che sia nata a Cartagena e non a Siviglia, come vogliono alcuni autori. Dopo la morte della madre, fu lei praticamente ad allevare il piccolo Isidoro.