INTRODUZIONE
La vita di san Germano di Costantinopoli
Germano di Costantinopoli, autore degli scritti tradotti nelle pagine seguenti, visse all'incirca fra il 640 ed il 7301, e cioè in un periodo per il quale le fonti storiche a nostra disposizione sono particolarmente scarse. Di conseguenza, le vicende della vita di Germano sono note a noi soltanto per alcuni momenti fondamentali: e questi — data la natura delle nostre fonti più attendibili — per lo più sono collegati con la vita politica dell'Impero bizantino, specialmente per quanto riguarda le varie alternanze degli imperatori sul trono di Costantinopoli ed il loro intervento nel campo religioso-dottrinale. Furono i decenni in cui l'antico Impero romano d'Oriente (ormai sempre pii propriamente indica-bile come «bizantino») subì ad opera degli Arabi musulmani la tragica perdita delle sue fiorenti dipendenze africane e dell'Asia anteriore, dall'Egitto alla Palestina ed alla Siria, ricche di fermenti spirituali e di risorse materiali, e si ridusse in Oriente alla penisola anatolica, essendo costretto ormai a confrontarsi continuamente con la minaccia mussulmana per la sua stessa sopravvivenza. E molte delle crisi interne, a cui Germano assisté e di cui subire conseguenze più o meno direttamente, ebbero a loro radice proprio questa nuova situazione in cui l'Impero dovette assestarsi gradualmente e con molta fatica.
Germano nacque a Costantinopoli o nelle sue immediate vicinanze in una data che non è possibile precisare, ma che certamente ricade fra il 634 ed i venti anni seguenti. Non sappiamo né il nome o la famiglia della madre né se egli ebbe fratelli o sorelle. Certamente egli nacque in una famiglia nobile e molto in vista, che forse era perfino imparentata con la famiglia imperiale discendente da Giustiniano I. Qualche studioso ha avanzato l'ipotesi che il nonno di Germano, recante il suo medesimo nome, fosse stato elevato dall'imperatore Tiberio alla dignità di Cesare insieme al futuro imperatore Maurizio (582-602). Il padre di Germano, a nome Giustiniano, era insignito del titolo di patrizio, che in quel periodo era assegnato alle persone piú importanti nel campo civile o militare, e quindi certamente durante il governo di Eraclio (610-641) egli svolse in qualche modo un ruolo significativo, che però noi non possiamo individuare meglio. In seguito fu coinvolto nel complotto che pose fine agli ultimi anni di governo sregolato ed inetto dell'imperatore Costantino III (noto anche come Costante II). Non sappiamo in quale misura egli vi avesse partecipato, ma comunque ne subì anche le conseguenze negative perché il successore e figlio dell'imperatore soppresso, Costantino IV, ordinò la sua decapitazione. Inoltre la sua posizione dovette essere stata molto eminente, dato che il nuovo sovrano ritenne opportuno colpire anche la sua discendenza. E perciò suo figlio, il nostro Germano, subì l'aspra condanna dell'evirazione e fu poi incorporato nel clero della «Grande Chiesa», e cioè la grandiosa Santa Sofia costruita da Giustiniano in Costantinopoli.
Questo crudele episodio avvenne nel 668, anno della salita al trono del nuovo imperatore, o subito dopo. La successiva notizia sicura su Germano è che l'imperatore Giustiniano II, durante la sua seconda fase di governo dopo l'esilio, e quindi fra il 705 ed il 711, lo nominò vescovo di Cizico, metropoli della provincia ecclesiastica dell'Ellesponto. Quindi Germano fu chierico di Santa Sofia per circa quarant'anni, un ampio spazio di tempo nel quale la Chiesa fu gravemente turbata dall'azione che il potere imperiale svolse a favore dell'eresia monotelita. Il VI Concilio Ecumenico (IV Costantinopolitano) del 681 ed il susseguente Concilio Quinisesto del 691 posero ufficialmente fine alla controversia confermando la presenza in Cristo delle due volontà — umana e divina —; ma la crisi, temporaneamente calmata, doveva riemergere ancora una volta proprio alla morte dell'imperatore che aveva fatto elevare Germano alla carica vescovile. Per quanto riguarda la vita di Germano entro quest'arco di tempo che pur dovette comprendere gli anni decisivi della sua maturazione culturale-spirituale, noi non abbiamo quasi nulla.
Una fonte apocrifa afferma che egli era tra coloro che furono inviati dall'imperatore Costantino IV a Roma per la preparazione del Concilio Ecumenico del 681. La tardiva Vita di Germano parla del suo progresso in virtù, dottrina e sapienza, e dell'onore e dell'amore di cui egli era circondato, mentre altre fonti a lui più vicine nel tempo ci dicono che egli fu nominato vescovo «per la sua vita gradita a Dio» e perché «era molto versato nelle Scritture ispirate da Dio». Non abbiamo altri elementi diretti per poter accettare queste notizie ma — d'altra parte — possiamo anche dire che esse non sono inverosimili.