ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. Cenni biografici
Gregorio Nisseno nacque a Cesarea nella Cappadocia intorno al 335 da Emmelia e dal retore Basilio il Vecchio. Fratello minore di Basilio Magno, che fu la sua guida e il suo vero maestro, Gregorio si formò alla cultura del tempo frequentando ottime scuole di retorica; ma soprattutto nutri la sua mente della sapienza biblica, che innestata alle sue singolari capacità speculative, fece di lui uno dei più grandi filosofi e teologi dell'Oriente cristiano. Prima « lettore » e poi maestro di retorica, si uni in matrimonio, per quanto si sa, con la giovane Teosebia; ma dopo lasciò la vita del secolo e si ritirò nella solitudine monastica di Annesi presso il fratello.
Divenuto vescovo di Nissa per volontà di Basilio, mostrò subito scarse attitudini nel campo dell'amministrazione e del governo, tanto che la parte ariana poté facilmente farlo deporre sotto l'accusa di incapacità e di sperperi finanziari. Alla morte dell'imperatore filo-ariano Valente (378) fece ritorno alla sua sede, e da quel momento, in particolare dopo la morte del fratello Basilio (379), la sua autorità e la sua fama crebbero ogni giorno: ebbe un ruolo di primo piano col Nazianzeno al Concilio di Costantinopoli (381), mentre la nomina a vescovo del Ponto da parte dell'imperatore Teodosio gli conferì poteri decisionali su tutti i vescovi di quella regione e lo confermò uomo di fiducia del governo centrale. Morì poco dopo il 394.
2. Data di composizione, destinatari e struttura della Grande Catechesi
La datazione delle opere di Gregorio Nisseno resta ancora problematica per l'assenza di punti di riferimento sicuri e determinanti. Per quanto riguarda la Grande Catechesi, tuttavia, siamo in grado di fissarne con probabilità la composizione ad alcuni anni dopo il 381 (386 circa), come farebbe supporre un'osservazione dello stesso Gregorio al c. XXXVIII, 1 della Catechesi, dove avverte che quanti desiderano un'esposizione più completa e più minuziosa delle dottrine in oggetto la troveranno in altri suoi precedenti lavori. L'allusione ha fatto pensare a scritti quali: A Simplicio e Dalle nozioni comuni'. In tal modo la Grande Catechesi costituirebbe una meditata sintesi teologica delle dottrine fondamentali esaminate e formulate nel Concilio Costantinopolitano ( 381) ed ora ripensate ed espresse in categorie culturali del tempo.
Catechesi del Nisseno ha una sua specifica originalità: mentre altre sintesi del genere ( a parte il De catechizandis rudibus) erano dirette per lo più ad ammaestrare i catecumeni nelle principali verità della fede in vista del Battesimo, e comunque si rivolgevano direttamente agli iniziati e ai fedeli per istruirli sui fondamenti della dottrina evangelica, la Grande Catechesi è indirizzata ai « dirigenti ecclesiastici », ai maestri o « catechisti », che nella Chiesa avevano il compito di promuovere nei credenti un'adeguata formazione relativa al patrimonio dottrinale della tradizione apostolica, tenendo conto delle tendenze ereticali interne al cristianesimo stesso e delle difficoltà e dei preconcetti che provenivano in particolare dall'ambiente pagano e da quello giudaico.
Il compito ufficiale della catechesi, che presuppone in atto una consistente organizzazione ecclesiale, nel IV secolo è normalmente affidato al clero, ma nelle chiese orientali si trova non di rado nelle mani dei laici, nei quali si richiedevano, secondo le Costituzioni Apostoliche, perizia nel parlare e onestà di vita. Al primo requisito fa riscontro nel discorso di Gregorio un determinato tipo di argomentazione filosofica: questo ha fatto pensare che la catechesi proposta dal Nisseno doveva adattarsi ad un ambiente di « intellettuali imbevuti di neoplatonismo ».
Quella specifica singolarità influisce sensibilmente, come è facile riconoscere, sull'intera struttura della Grande Catechesi e ne determina la sistemazione dei temi trattati, il tono e il metodo dialettico e i modi espressivi.
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Umberto Masperi il 24 settembre 2012 alle 20:38 ha scritto:
La frequentazione degli scritti degli antichi , per la nostra cultura occidentale (a vari livelli) è utile sotto due aspetti:
1) abitudine a seguire l’esercizio della ragione (che in ogni tempo è dovere di ogni persona che affronti i problemi inerenti al senso della vita: anche chi oppone rifiuto già si ‘esprime’ a questo livello, surrettiziamente operando in un certo modo tale esercizio);
2) rendersi consapevoli delle origini,sviluppi,affermazione ed influenza della Tradizione di pensiero. Nell’ambito filosofico, religioso (come pure in quello artistico, letterario, nelle loro molteplici valenze) non è difficile fare delle esemplificazioni.
Per il pensiero cristiano (con componenti biblico-filosofiche) il terreno da sondare è la Patristica. Di solito, però, si impongono alcune figure (citando a caso: un Clemente Alessandrino, un Origene, un Tertulliano, un Sant’Agostino, un Sant’Ambrogio…) ma, talora, ci viene offerta l’occasione di ‘ incontrarne’ altre meno conosciute. Approfitto del mio recente “incontro” con Gregorio di Nissa per segnalare questa sua “Grande catechesi” ( ‘Oratio catechetica magna’), una piccola ‘summa’ rivolta a chi nella Chiesa di quel tempo (IV sec.) era impegnato nell’insegnamento della verità di fede. ( Prologo: “ Per coloro che sono preposti al mistero della fede la catechesi è indispensabile … D’altra parte a tutti quelli che si accostano alla parola non si adatta il medesimo metodo d’insegnamento … “). Su quattro punti fondamentali ( Dio uno e trino; l’uomo; il Cristo; il mistero di Dio ), cui seguono,dopo le “Obiezioni degli avversari’, " La vita sacramentaria” e “Fini ultimi”, possiamo apprezzare nel Nostro quella genuina attitudine all’esercizio della ragione ed alla valorizzazione della tradizione ( medio-platonismo e neo-platonismo, soprattutto) di cui all’inizio di questo umile commento. OGGI un teologo,un esegeta,un filosofo cristiano definiscono in altro modo il percorso della fede, ma sarà sempre utile valorizzare la testimonianza degli antichi, tra i quali ho desiderato segnalare Gregorio di Nissa ( sul quale ha scritto pagine stupende il grande J. Danielou). Forse il lettore poi ( un augurio) sarà sollecitato a procedere oltre, con la lettura di altri testi.
Ale S il 8 novembre 2015 alle 12:07 ha scritto:
Consiglio a tutte le persone di buona volontà di dedicare parte del loro tempo alla lettura - a gustare! - capolavori della Tradizione cristiana come questo! Impariamo cosa sia la Tradizione e comprenderemo la sua grandezza, ci stupiremo di come Dio abbia guidato con sapienza la Sua Chiesa. Gregorio di Nissa col fratello Basilio e l'amico di lui, Gregorio di Nazianzo, ha realizzato il capolavoro di riflessione che ci permette a noi oggi di professare il Credo ogni domenica. Consiglio a tutti di educarsi per poter educare e per non parlare con parole vuote quand si pronunciano giudizi temerari sulla Tradizione della Chiesa, senza sapere neppure di cosa di parla.