INTRODUZIONE
1. Cenni biografici
Della vita di Giovanni Damasceno conosciamo ben poco, e quel poco in maniera incerta e approssimativa'. Alcuni dati è lecito derivare dalle stesse sue opere. Nacque a Damasco nella seconda metà del VII secolo (Altaner parla del 675, Studer del 650) da famiglia cristiana. Come già il nonno, il padre Sargun ibn Mansur ricopriva un posto di rilievo presso la corte degli Ommayadi ( succeduti agli imperatori bizantini), come esattore delle imposte versate dai sudditi cristiani all'amministrazione dei califfi. Si trattava, in pratica, della massima autorità civile della comunità cristiana.
Educato dunque in ambiente di una certa levatura (il futuro califfo Yazid fu suo compagno d'infanzia), Giovanni ricevette un'accurata formazione greca di tipo filosofico e letterario, mentre, al tempo stesso, fu introdotto alla conoscenza della lingua araba e della religione islamica. Un aspetto, quest'ultimo, che colloca il Damasceno sullo spartiacque fra la cultura patristica greco-orientale, di cui si presenta come l'ultimo grande esponente, e quella medievale. Per qualche tempo ricopri la stessa carica del padre. Successivamente, anche in conseguenza della (prima di Abdul Melek politica anticristiana dei califfi e poi di Omar), Giovanni abbandonò il suo. incarico e, fra il 718 e il 720, si ritirò nel monastero di S. Saba, in prossimità di Gerusalemme, assieme al fratello adottivo Cosma che nel 743 diverrà vescovo di Majuma, in Palestina, e sarà ricordato per i suoi Idiomela e i suoi Canoni.
A Gerusalemme Giovanni entrò in amicizia con il patriarca Giovanni V (705-735), da cui ricevette, sebbene riluttante, l'ordinazione sacerdotale. Ciò sarebbe accaduto, secondo M. Jugie, prima del 726. Nella professione di fede recitata dal Damasceno in quell'occasione non figurerebbe alcun riferimento alla controversia iconoclasta 2. Fu appunto in quell'anno che l'imperatore bizantino Leone III l'Isaurico, influenzato dal monofisismo iperspiritualista, dal dualismo manicheo e dall'Islam, emanò il primo editto contro il culto delle immagini, dando origine a quella violenta controversia dogmatico-liturgica destinata a culminare nel concilio iconoclasta di Hieria del 754 e nelle dure persecuzioni che lo seguirono.
Giovanni Damasceno è ricordato a giusto titolo come il più lucido e strenuo difensore del culto delle immagini, alla salvaguardia del quale dedicò i suoi tre Discorsi apologetici contro coloro che respingono le sacre immagini. Il suo appassionato intervento non passò sotto silenzio. Nel 754 infatti, dopo la sua morte, il concilio iconoclasta lo colpi di anatema assieme a Germano di Costantinopoli, il patriarca che per il suo atteggiamento a favore del culto delle immagini era stato già deposto dalla sua alta carica nel 730. I due coraggiosi avversari della eresia iconoclasta furono peraltro riabilitati ed esaltati dal VII concilio ecumenico, il II di Nicea del 787.
Nella laura di S. Saba Giovanni si dedicò per lunghi anni alla preghiera, alla contemplazione, allo studio dei Padri e della teologia nonché, in modo particolare, alla redazione delle sue numerose opere. Esercitò anche l'insegnamento, fece da consigliere ad alcuni vescovi e si recò di frequente a predicare a Gerusalemme, come testimoniano le Omelie qui tradotte. Mori verso il 750; i sinassari, in particolare, lo celebrano alla data del 4 dicembre del 749. Fin dal VII concilio ecumenico la tradizione orientale ha sempre considerato Giovanni Damasceno Dottore della Chiesa. Leone XIII gli ha assegnato questo titolo nel 1890. La Chiesa latina lo celebra il 27 marzo, quella greca il 4 dicembre.