ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Nel presentare la versione italiana del De Trinitate pseudoatanasiano non possiamo nascondere le non poche difficoltà che ci hanno accompagnato nell'intraprendere e nel condurre a termine il lavoro. Il trattato è giunto a noi in due redazioni, fra loro diverse in più punti. La seconda redazione non solo diverge dalla prima, certamente più breve e più antica, ma aggiunge un libro intero, l'VIII, alla precedente stesura. È appena necessario aggiungere che non pochi codici associano ai nucleo originale e più organico dei primi sette libri ( prima redazione), o dei primi otto libri (seconda redazione), altri quattro libri, recanti rispettivamente i numeri progressivi IX, X, XI e XII. Per motivi vari gli studiosi moderni ritengono tali libri come un'aggiunta arbitraria al complesso originario del trattato.
1. Le edizioni del trattato
Le edizioni del De Trinitate, per l'incertezza che è sempre regnata intorno alla sua origine e al suo autore, sono state per molto tempo necessariamente legate alla paternità atanasiana, che per secoli era stata adottata. Per di più, essendo stata tutta l'opera trasmessa in due redazioni, anche le edizioni a stampa finirono per risentire di questa doppia esistenza. Il primo editore dell'opera fu Giovanni Sichard (Basilea 1528), sotto il titolo: Antidotum contra diversas omnium fere saeculorum haereses. Segui l'edizione del Chifflet (Digione 1664): il nostro trattato compare tra le opere di Vittore di Vita e di Vigilio di Tapso, sotto il titolo: Victoris Vitensis et Vigilii Tapsensis, Provinciae Bizacenae episcoporum opera. (È questa l'edizione riprodotta, con qualche correzione, dal Migne: PL 62, 237 ss.). Recentemente il Bulhart ha curato l'edizione fondamentale del trattato: CC IX (1957), pp. 1-99, con l'Appendice contenente i libri VIII-XII, pp. 115-205. Quest'ultima edizione ha il merito di offrire al lettore la stampa comparata delle due redazioni su due colonne parallele. Il Bulhart propone come autore della prima redazione il vescovo Eusebio di Vercelli, e lascia nell'anonimo l'autore della seconda.
2. Attribuzioni e studi
Allo scadere del secolo scorso e al principio del nostro ebbe inizio un più largo interesse attorno al De Trinitate pseudoatanasiano. Da allora si ebbero, per così dire, due categorie ben distinte: i patrocinatori della paternità eusebiana, e quelli contrari. Tra i primi vanno elencati G. Morin, come autore di una prima ipotesi, poi respinta; C.H. Turner; A.E. Burn; O. Berdenhewer; P. Schepens; V. Bulhart; Mater; 0. Faller e V. de Clerq. Di fronte al nome di Eusebio di Vercelli sono perplessi o contrari B. Botte, B. Fischer, M. Simonetta e L. Dattrino.