ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. San Pietro Crisologo e il suo tempo
Le fonti di cui disponiamo per ricostruire la vita di san Pietro Crisologo risultano scarse, lacunose e contraddittorie, e non consentono di tracciarne una biografia esauriente ed organica.
Un documento interessante ed attendibile, in tal senso, è rappresentato dalle stesse Omelie dell'arcivescovo di Ravenna, sebbene prive, generalmente, di riferimenti cronologici e autobiografici. L'Omelia CLXV, ad esempio, getta luce sul dibattuto problema del luogo di nascita del Crisologo, attestando, a giudizio della maggior parte degli studiosi, la sua origine imolese (alcuni ancora propendono per la stessa Ravenna).
L'altra fonte di cui ci serviamo per delineare la biografia del nostro autore è costituita dal Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis, redatto da Andrea Agnello attorno all'830, quasi quattro secoli dopo la morte del Crisologo. Registrando acriticamente i dati forniti dalla tradizione, l'antico storico della Chiesa ravennate tesse una biografia celebrativa e apologetica del Crisologo, esaltandolo COME' scrittore ed oratore, ricordandone le opere edilizie promosse a Ravenna e a Classe insieme alla reggente Galla Placidia, gli eventi prodigiosi che favorirono e accompagnarono la sua. elezione a vescovo di Ravenna e, infine, la sepoltura nella cattedrale di Imola, all'interno della cripta detta di san Cassiano, anch'essa accompagnata da fenomeni soprannaturali.
L'anno di nascita del Crisologo non si può stabilire con assoluta certezza. La tradizione lo colloca tra la fine del IV e l'inizio del V secolo. Alcuni studiosi propongono il 405. Alessandro Olivar haindicato, di recente, il 380. In ogni caso, in assenza di riferimenti! precisi sull'epoca della nascita, occorre tener conto, per formulare in proposito ipotesi attendibili, della data, sia pure approssimativa, in cui il Crisologo fu elevato alla dignità episcopale. A questo riguardo, esaminando e confrontando i dati forniti dai documenti disponibili — il Liber Pontificalis, alcune omelie del Crisologo (la CXXX, la CXXXVI e la CLXXV, una lettera inviata nel 404 dal Crisostomo ad Innocenzo II ed alcune lettere di vescovi orientali indirizzate ai loro confratelli di Milano, Aquileia e, appunto, Ravenna —, si deve concludere che il Crisologo fosse già vescovo nel 429, se non addirittura, come ritiene Olivar, nel 426 o nel 424 (all'epoca, cioè, di Celestino I e non di Sisto III, come si legge nel Liber Pontificalis). In quest'ultimo caso, ovviamente, sarebbe arduo individuare l'anno di nascita nel 405 e si potrebbe risalire, come è stato detto, al 380. Si sa con certezza, invece, che dopo il Concilio di Efeso (431) la Chiesa di Ravenna fu eretta a sede metropolitana, al pari di Milano e di Aquileia ed il Crisologo divenne arcivescovo metropolita.
Come supremo pastore della nuova capitale, l'ultima, dell'impero d'Occidente, in una fase ormai così avanzata del suo declino, il Crisologo svolse un'attività intensa e multiforme. Il fervore e la dottrina che caratterizzarono la sua missione pastorale sono testimoniati in modo esemplare nelle sue Omelie, espressione di una catechesi assidua e instancabile.
Un altro aspetto della sua attività è offerto, come si è accennato, dall'impegno con cui il Crisologo, in assoluta sintonia con una personalità devota e sensibile come Galla Placidia, ispirò o promosse direttamente la costruzione di edifici di culto: dalla chiesa di S. Giovanni Evangelista al battistero di S. Pietro in Classe, dal Tricolli, un antico edificio all'interno dell'episcopio, alla chiesa di S. Andrea. Dopo la morte del nostro autore, attorno alla metà del V secolo, Ravenna, solo un borgo paludoso fino a pochi decenni prima, poteva ormai competere, per basiliche, cappelle, palazzi e monasteri, con lo splendore della nuova Roma del Bosforo. Una rigogliosa fioritura artistica e culturale, oltre che religiosa, che aveva trovato nel Crisologo, proprio alla vigilia del crollo della romanità occidentale, uno dei promotori più convinti ed attivi.
Il Crisologo è giustamente ricordato anche come campione dell'ortodossia, in un periodo cruciale in cui, attraverso i Concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451), si andavano definendo i dogmi fonda mentali della fede cristiana, mentre pullulavano correnti ereticali d'ogni matrice. L'opera che ce lo presenta in questa veste (oltre, ovviamente, a moltissimi spunti delle sue Omelie) è la celebre Epistola ad Eutiche, il fondatore dell'eresia monofisita. In questo documento, esemplare sotto molti aspetti, è possibile scontrare, insieme alla vigorosa riaffermazione della
linea ortodossa sui problemi cristologici, anche una delle più esplicite, autorevoli ed antiche testimonianze sul primato romano e, più in generale, sullo spirito e la tradizione cattolica nel cristianesimo postniceno.
Al Crisologo sono state attribuite altre opere letterarie, come il Rotolo Ravennate ed una parte della benedictio fontis del Sabato santo, in cui si è voluta discernere una somiglianza con l'Omelia CLXVI ed altri punti di contatto con le Omelie LXXIII, CXVII e CXLVI; ma si tratta di attribuzioni che, allo stato attuale delle ricerche, risultano destituite di fondamento.