Dottore della Chiesa, "riconosciuto più che imposto", secondo le parole di Paolo VI, fondatrice dei Carmeli, educatrice di anime, Teresa d'Avila (1515-1582) ha esercitato nell'intimità delle riunioni capitolari e nell'ombra dei parlatori, un'influenza insostituibile su coloro che ha incontrato. Attingendo a tali documenti questo studio propone in un linguaggio più vicino alla sensibilità moderna una scelta di questi aneddoti, raccolti attorno ad alcuni temi teresiani fondamentali: Dio, la preghiera, le virtù evangeliche, la vita religiosa. Spesso anonime, queste testimonianze offrono un quadro suggestivo della spiritualità teresiana e disegnano il ritratto di una delle personalità più straordinarie della Chiesa di tutti i tempi.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Le pagine che seguono non hanno alcuna intenzione di affrontare il benché minimo problema critico. Attinùgendo alla massa imponente dei documenti sopra ricordati, vorrebbero semplicemente offrire, nella loro sobria obbiettività, qualche parola, qualche ricordo, qualche scena, fra quelle più caratteristiche dello spirito teresiano. Contemplando la Madre in mezzo alle sue figlie o alle prese con il mondo circostante, ascoltando le sue risposte talora vivaci, talora serie, talora dolorose, è possibile vedere meglio se la vita della santa, con il suo senso della realtà, la sua pazienza di pedagoga, le sue sfumature delicate in armonia con le circostanze o i suoi interlocutori, è sempre in accordo con la sua dottrina di un assoluto che chiede di incarnarsi senza degradarsi.
Per aiutare questa ricerca, abbiamo raccolto glí elementi attorno ad alcuni temi teresiani fondamentali: Dio, la preghiera, le virtù evangeliche, la vita religiosa. Nel corso dei capitoli, alcuni sottotitoli guidano la lettura ricordando le grandi opere donde sono stati tratti intenzionalmente. Inoltre, lettore preoccupato di soppesare il valore relativo dei fatti riportati troverà in appendice un elenco dei documenti, ufficiali o popolari, da cui le parole della santa sono state prese: un semplice nu, mero, al termine del paragrafo, darà il riferimento alla fonte, evitando in tal modo di stancare il lettore con una ripetizione di nomi e di date che rischierebbe di essere monotona. Nel caso di ripetizioni o di doppioni, viene indicato un solo riferimento: normalmente costatare quello più importante.
Non ci si meraviglia che poi talune massime restano senza un preciso punto di collegamento con la tradizione teresiana: esse fanno talmente parte del personaggio, se così si può dire, che nessuno sembra metterne in dubbio l'autenticità. In ogni modo, un semplice sguardo all'appendice aiuterà sempre a ritrovare l'autorità delle testimonianze utilizzate. Alla luce di queste indicazioni è facile costatare che i documenti di valore fondamentale appaiono in testa all'elenco, poiché provengono da testimoni chiamati sin dalla prima ora ad arricchire la storia della santa con il contributo dei loro ricordi ancora vivi. Vengono poi, come su piani degradanti, i biografi, gli storici, i cronisti, il cui ricordo si fa inevitabilmente più confuso con la distanza, mentre, per mantenere il fervore della pietà filiale, l'immaginazione si sforza di supplire un po' al rigore dell'obbiettività. Senza voler essere categorici, si potrebbe quasi dire che le garanzie critiche si affievoliscono via via che procede la numerazione. Malgrado questa difficoltà, si è voluto trattare con rispetto tutti questi documenti secolari.
Certo, per rispondere alle esigenze di una presentazione moderna, si è dovuto riprendere le scene rievocate, rimediare allo stile secco di un testimone troppo conciso, riassumere nell'essenziale una testimonianza troppo prolissa, stabilire una concatenazione logica, anzi introdurre i passaggi necessari alla scorrevolezza del testo. Ma lo si è sempre fatto preoccupandosi della fedeltà allo spirito e al tenoredei documenti. Quanto alle parole attribuite a Teresa o ai suoi interlocutori — cioè tutto quello che si troverà tra virgolette nelle pagine seguenti —, sono state tradotte, come meritano, il più letteralmente possibile.
Sequesti pochi flash, che illuminano i tratti di una personalità seducente e mostrano una santa Teresa abbastanza aperta per raggiungere le più alte vette della vita mistica senza tralasciare di essere attenta ai più umili appelli della vita quotidiana, contribuiscono a ricordare che il luogo di ogni incontro con Dio si chiama «qui» e l'ora dell'appuntamento è sempre «adesso», essi ci giungeranno forse come un'eco di quella voce che mai si stancherà di invitare i nostri occhi ad aprirsi alla luce. È tutto quello che desiderano.
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Studente RAFFAELE REGA il 29 settembre 2014 alle 14:19 ha scritto:
Una grande maestra di Fede e Preghiera, leggere "I fioretti" è un modo per avvicinarsi alla lettura delle Opere si S. Teresa in prossimità del V centenario della sua nascita.
Annalisa Brescia il 25 novembre 2017 alle 09:07 ha scritto:
è stupendo