Settimo successore di san Francesco alla guida dell'Ordine e suo vero erede spirituale, nel 1260 san Bonaventura riceve l'incarico ufficiale di redigere una Vita di san Francesco, per riportare ordine e verità storica nella fioritura di scritti sul Poverello di Assisi. Densa di pietà e devozione, ma attendibile storicamente, l'opera ripercorre la vita del santo, dando rilievo a quegli elementi che potevano dimostrare l'origine divina della missione di Francesco e al tempo stesso si prestavano all'edificazione dei frati. Passata alla storia con il nome di Legenda maior ha influenzato l'iconografia tradizionale sul santo e in particolare il ciclo degli affreschi di Giotto nella Basilica di Assisi.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
LA «VITA DI SAN FRANCESCO»
«Sentendomi indegno ed incapace di descrivere la vita di un uomo tanto venerabile e quanto mai degno di universale emulazione, non mi sarei affatto accinto ad intraprendere quest'opera, se non mi ci avesse costretto l'affettuosa sollecitazione dei confratelli, insieme con il concorde invito del Capitolo generale». Con queste umili e schiette parole san Bonaventura, all'atto di introdurre la sua biografia di san Francesco, dichiara apertamente ai suoi lettori il motivo che lo avrebbe indotto alla composizione dell'opera: «la sollecitazione dei confratelli» e «il concorde invito del Capitolo generale», intendendo riferirsi a quello celebrato a Narbonne nel 1260.
Subito dopo, però, aggiunge: «Mi ha altresì obbligato la devozione che nutro verso il venerabile Padre. Nel corso della mia infanzia, infatti, lo ricordo come fosse ora, grazie alla sua invocazione ed ai suoi meriti, venni strappato dalle fauci della morte». E precisa: «Se dunque rinunciassi a celebrare le sue lodi, avrei timore di incorrere nell'accusa di ingratitudine». In conclusione. «Tale è stato, per così dire, il motivo principale che mi ha portato ad assumermi questo incarico».
Un duplice ordine di motivazioni, dunque, sarebbe stato all'origine della decisione, da parte di san Bonaventura, di accingersi a scrivere questa «Vita di san Francesco»: da una parte l'incoraggiamento dei suoi confratelli e l' «investitura» ufficiale, per così dire, da parte del Capitolo generale dell'Ordine che, ad oltre trent'anni dalla morte e dalla canonizzazione del fondatore 19, avvertiva vivamente l'esigenza di offrire al popolo, fra tanti scritti e leggende in cui la verità si mescolava troppo sovente con la fantasia 20, una narrazione storicamente attendibile della vita e delle opere di san Francesco; dall'altra, però, non furono estranei alla composizione dell'opera, ma ne rappresentarono, anzi, a detta dell'autore, «il motivo principale», la profonda devozione e la gratitudine sincera nutrite personalmente dal Nostro nei confronti di san Francesco.
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Francesca Mastrovita il 12 settembre 2014 alle 14:41 ha scritto:
Un classico del francescanesimo, per chiunque voglia accostarsi alla vita del Serafico. San Bonaventura narra gli episodi salienti che hanno caratterizzato la spiritualità di San Francesco, ormai uomo nuovo, dopo la conversione totale e radicale. In questo scritto troviamo il suo amore profondo e la delicatezza che aveva nei confronti di Gesù, per Madonna Povertà. Si può riscontrare in questa biografia quanto fosse ligia la vita penitenza del Santo di Assisi, ma quanto amore anche aveva per i fratelli, che viveva come un dono che Dio gli aveva elargito a piene mani. Lo consiglio vivamente, per chi non abbia la possibilità di accostarsi alle Fonti Francescane. E' davvero un libriccino pratico da assaporare poco alla volta, e secondo me sempre utile da rileggere di tanto in tanto, anche solo qualche pagina.
Daniele Vaghi il 12 ottobre 2017 alle 13:11 ha scritto:
Questo non e' semplicemente il racconto della vita di san Francesco. Questo libro e' su un santo, scritto da un santo. Ecco perche' diventa interessante conoscere san Francesco attraverso le parole di Bonaventura, che tra l'altro e' ben presentato nell'introduzione. Il lettore leggendo queste spiegazioni iniziali capisce di piu' l'essenza del libro. L'edizione e' molto buona, Citta' Nuova e' una certezza.
Francesca Tridico il 30 giugno 2019 alle 12:50 ha scritto:
Libro stupendo! Ciò che mi colpisce è che un Santo come Bonaventura abbia scritto la vita di un altro Santo, Francesco. Può sembrare qualcosa di banale ma non credo che lo sia, perché spesso è capitato che si siano incontrati Santi e Beati senza sapere che lo sarebbero diventati.