INTRODUZIONE
LA VITA
Le notizie biografiche su Giustino sono certamente attendibili provenendo in massima parte dai suoi stessi scritti, a cominciare dalla inscriptio dell'Apologia I in cui egli si presenta come «figlio di Prisco, nipote di Bacchio, cittadino di Flavia Neapolis in Siria di Palestina».
Di famiglia pagana ed educato secondo la cultura del tempo, frequentò, negli anni giovanili, le scuole filosofiche seguendo le lezioni di maestri stoici, peripatetici e pitagorici e, finalmente, l'insegnamento di un maestro sotto la cui guida doveva penetrare nella dottrina platonica, comprendere il fine che essa si proponeva e avviarsi così alla vera conoscenza di Dio.
La sua conversione avvenne con tutta probabilità intorno al 130, poiché di essa egli stesso parla nel Dialogo con il giudeo Trifone la cui composizione risale a dopo la guerra giudaica causata dalla rivolta di Bar Kocheba e svoltasi appunto negli anni 132-135.
Dalla conversione fino alla morte Giustino porrà la sua cultura religione e la preparazione filosofica totalmente a servizio della religione cristiana. Secondo quanto tramandano gli Acta S. Iustini (cap. 3), egli intorno al 140, sotto il regno di Antonino Pio, si recò a
Roma. Qui, tenendo delle lezioni sulla dottrina cristiana, nella casa dove egli abitava e che era situata «sopra le terme Timotine» (presso un certo Martino), poté contare un discreto numero di discepoli. Attorno a Giustino si formò infatti un vero e proprio didaskaleion.
Non mancarono però, fin dall'inizio, avversari al suo insegnamento: tra di essi si ricorda soprattutto il filosofo cinico Crescente la cui ignoranza in materia di cristianesimo e il cui atteggiamento dichiaratamente ostile contro questa religione, lo istigarono più tardi a denunciare Giustino alle autorità imperiali procurandone la condanna a morte.
Tuttavia, prima di morire, Giustino riuscì a dimostrarsi vero apologeta della dottrina cristiana grazie a una indefessa attività che non si limitò soltanto all'insegnamento nelle città di Efeso o di Roma, ma anche a un considerevole impegno letterario a difesa della nuova fede sia contro i pagani che contro i Giudei, disputando con gli avversari del cristianesimo e lottando contro le eresie che cominciavano a serpeggiare e accattivare un non trascurabile numero di seguaci.
Denunciato, come dicevamo, all'autorità imperiale, egli fu condannato alla decapitazione e fu «adornato da un divino martirio». Condotto davanti al tribunale del prefetto di Roma, Giunio Rustico, fu martirizzato molto probabilmente nel 165 quando era imperatore Marco Aurelio. Negli Atti del martirio l'esemplare confessione di fede.
Quando Tertulliano definisce Giustino «filosofo e martire» scandisce le due esperienze fondamentali delgrande apologista greco che, attratto in modo particolare da quella che egli stesso definì «scienza... dell'essere e del vero», dopo uno studio ininterrotto delle principali dottrine filosofiche, si convertì al cristianesimo, «l'unica filosofia utile e sicura». «Indossando l'abito del filosofo predicava la Parola di Dio e combatteva nelle sue opere a favore della fede». Diffondeva così l'insegnamento di Cristo considerando grave omissione rifiutarsi di annunciare la verità.
Adottando sovente i metodi del ragionamento filosofico acquisito nel frequentare le diverse scuole, egli insegnò ai suoi discepoli le verità della fede che aveva abbracciato, ammaestrando però non come i primi apostoli «entro l'ambito delle comunità, ... ma nella nuova dimensione sociale della "scuola" filosofica privata».
Il cristianesimo è per Giustino la vera filosofia o, se si preferisce, la verità filosofica che in Cristo si è pienamente rivelata e manifestata. Fu proprio la sete della verità e la ricerca dell'unico e vero Dio che lo spinse e lo invitò alla meditazione persuadendolo a recarsi in un luogo solitario vicino al mare, come Giustino stesso narra nel Dialogo.
Nella solitudine del luogo dove si era recato (e che molti vogliono identificare con le spiagge di Efeso), Giustino incontra un anziano, un vegliardo la cui stessa persona era simbolo di fiducia e di sapienza. Questi convince Giustino alla lettura dei profeti i quali, molto più antichi dei filosofi, ispirati dallo Spirito Santo, conobbero la verità e la insegnarono nei loro scritti. Giustino ascoltò le parole e le esortazioni dell'anziano; lesse e studiò i libri dei profeti e si convertì al cristianesimo con la mente, con il cuore e con le opere. Una conversione che non fu certo occasionale, né repentina o miracolistica, come potrebbe emergere da una prima lettura del racconto autobiografico, ma il traguardo di un cammino che Giustino aveva sempre perseguito alla ricerca della verità fino a quando fu profondamente attratto dalla lettura dei profeti e ancor più dalla vita che conducevano gli uomini amici di Cristo. Da allora, unico suo desiderio fu che ognuno potesse nutrire i suoi stessi sentimenti e vivere secondo la dottrina del Salvatore.
Dopo la conversione Giustino non cessò mai di penetrare più a fondo la dottrina cristiana, per dimostrare che se Dio ha operato da sempre, in ogni tempo, in ogni luogo e presso ogni popolo, comunicando «semi di verità» mediante il Logos, solo in Cristo si è pienamente rivelato; il Cristo è la «ragione» divina che promana da Dio Padre ed è il «Verbo» di Dio che, adempiendo tutte le profezie, si è incarnato affinché gli uomini siano partecipi della verità e della sapienza divina e affinché, mediante la sua incarnazione, passione e morte, sia redento il genere umano.
E questa l'unica dottrina di verità che Giustino intende far conoscere; continuando a indossare «il mantello del filosofo» insegna i testi sacri per convincere chiunque lo avesse ascoltato che la Parola di Dio, già rivelata nelle Scritture e annunciata per mezzo dei profeti, si era pienamente rive nel Cristo, adempimento di ogni promessa divina.
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P S il 17 febbraio 2013 alle 19:04 ha scritto:
Due bellissime apologie di San Giustino martire. Contengono insegnamenti molto attuali e sempre validi, nonostante risalga ai primi secoli del cristianesimo. Giustino scrive in difesa dei cristiani, martirizzati senza colpa, accusati ingiustamente di essere traditori e giudicati secondo leggi ingiuste dall'impero. Le argomentazioni di Giustino sono eccezionali, la coerenza logica lascia senza parole e la sua fede e il coraggio dimostrato in questi interventi sono di grande esempio per tutti. Un'opera da conoscere e da meditare!
P S il 17 febbraio 2013 alle 19:11 ha scritto:
Una eccezionale difesa a favore dei cristiani. Si tratta di argomentazioni efficaci che sanno armonizzare la fede con la ragione, senza possibilità di replica da parte degli avversari, per la coerenza logica e la forza morale di cui sono intrise. San Giustino martire si schiera in difesa di tutti quei cristiani dei primi secoli, ingiustamente condannati a morte da leggi ingiuste e diaboliche. Non esita a dichiarare apertamente la presenza del demonio nelle scelte di quei governanti che mandavano i cristiani al martirio per la sola ragione di chiamarsi con questo nome e di professare la fede in Cristo. Un insegnamento che è ancora oggi attuale, benchè i tempi siano cambiati, il martirio dei cristiani e i pregiudizi ingiusti contro di essi continuano, perchè il demonio è sempre attivo e studia sempre nuove forme per perseguitare la Chiesa di Cristo, servendosi di coloro che si fanno suoi strumenti. Un opera da leggere e da meditare.