L' economia senza gioia
(Idee. Economia)EAN 9788831101530
Prende avvio decisamente bene la collana «Idee/economia» della «Città Nuova Editrice» che, diretta da Luigino Bruni, raccoglie studi di approfondimento sulla realtà economica, alla ricerca dei fondamenti antropologici come orientamento nel mondo attuale caratterizzato dalla globalizzazione. Parte proponendo, tradotto per la prima volta in Italia da Viviana Di Giovinazzo, «The Joyless Economy » dell’economista ungherese Tibor Scitovsky, libro che, quando fu pubblicato ad Oxford nel 1976, «non fu apprezzato dagli economisti contemporanei, da sempre sospettosi – avverte Marina Bianchi nella presentazione – delle contaminazioni della psicologia e delle conseguenze antiequilibrio del nuovo approccio» (p. 8). Tibor Scitovsky (1910-2002) – lo ricordiamo – nacque a Budapest da una ricca famiglia dalle origini aristocratiche; nel 1932 si laureò in Giurisprudenza e nel 1935 lasciò la patria per l’Inghilterra, dove studiò a Cambridge ed alla London School of Economics, ottenendo nel 1938 il Master of Science.
Studente di Hayek e Robbins, amico di Kaldor e Kalecki, l’anno successivo al master Scitovsky, si trasferì definitivamente negli Stati Uniti e qui ha insegnato nelle Università di Stanford, Berkeley e Yale, occupandosi di economia internazionale e di economia dello sviluppo. «Durante il suo soggiorno a Parigi in occasione di un incarico biennale all’Oecd dirige i suoi interessi verso la psicologia motivazionale, alla quale si dedicherà completamente negli anni a venire» ricordano ancora i suoi biografi, ai quali certamente non è sfuggito come il volume, che ci occupa fu pubblicato nel 1976 epoca in cui l’autore registrò «un profondo disagio: a fronte di un benessere materiale crescente, le persone sembravano vivere uno stato di grande insoddisfazione e delusione. Una situazione – è stato osservato – che oggi possiamo estendere a tutto il mondo occidentale». Volendo cercare la causa di ciò, Scitovsky ha scritto il saggio che ora, in una validissima traduzione, viene portato all’attenzione del pubblico italiano.
Nella prima parte dell’opera, l’autore analizza il comportamento del consumatore, precedendo di un trentennio la nascita della neurobiologia della razionalità, quale branca della scienza economica che oggi rappresenta uno dei più attuali e fertili ambiti di studio e che si propone di fornire una teoria generale del comportamento umano partendo dallo studio del funzionamento del cervello. Nella seconda parte del volume, invece, Scitovsky approfondisce la questione etico-sociologica delineando la figura dell’uomo moderno con i suoi tic e le sue nevrosi: un individuo circondato da quella stessa desolazione, che – proprio attraverso una forsennata e compulsiva acquisizione di comfort – voleva evitare. «Per l’illustre economista, l’impulso a superare lo stato di insoddisfazione e di delusione che si instaura nonostante il crescere del benessere materiale – avvertono gli studiosi –, deve partire dal singolo, nelle sue vicissitudini quotidiane: il consumatore deve riappropriarsi della sovranità sottrattagli con troppa facilità dell’imprenditore, ormai invisibile, delle economie di scale degli shopping “mordi e fuggi”, che, con la potente arma di produzione massificata di beni omogenei e standardizzati, hanno “ucciso” la creatività» (p. 23-24). Riappropriarsi, dunque, della propria sovranità nelle scelte: iniziando dalla lettura di questo libro, che proprio per il suo carattere interdisciplinare «riesce a risolvere diversi problemi economicamente rilevanti quali l’apparente irrazionalità delle scelte del consumatore».
Tratto dalla rivista "Parola e Storia" n. 2/2007
(http://www.scienzereligiose-br.it)
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17,00 €→ 16,15 € -
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