Reciprocità di genere
(Varia)EAN 9788830812482
L’oggetto del volume, come afferma l’A. nell’introduzione, «non è lo studio della sessualità o della corporeità o della relazione donna-uomo in quanto tale. Si vorrebbe invece raggiungere un obiettivo più circoscritto: considerare la relazione da un punto di vista particolare, precisamente quello della sua qualità» (5-6).
Il saggio è diviso in cinque parti. Il corposo impianto storico-antropologico delinea con particolare competenza e rigore come, lungo i secoli, la riflessione antropologica si sia sviluppata e come gli esiti delle scienze umane abbiano contribuito, da una parte, a segnalare aspetti nuovi della realtà sessuale e, dall’altro, a evidenziare i molteplici e complessi condizionamenti cui essa soggiace. Tuttavia, quanto più la sessualità è fatta oggetto di analisi scientifica, tanto più emerge nella sua profonda enigmaticità.
Purtroppo l’odierno contesto culturale, sempre più incline a ridurre l’affetto a emozione e la ragione a calcolo, determina una razionalità astratta senza eros e un’affettività narcisistica senza legami, che minacciano l’unità dell’esperienza, la ricchezza delle relazioni, la realtà familiare, l’affidabilità sociale. Nel rapporto tra corporeità e dimensione spirituale, dove sono implicate l’identità dei soggetti e la capacità di relazione, c’è uno dei nodi antropologici dell’Occidente. «Le contrapposizioni – afferma l’A. – tra biologico e spirituale nascono da un dualismo fondamentale che regge la Weltanschauung della cultura eurocentrica, che considera la mente separata dal corpo […]. Vige la logica del dominio e della superiorità. Questa persistente dicotomia dell’antropologia contemporanea è la ripresa della dicotomia espressa in termini classici da Platone» (100).
È possibile una diversa visione del rapporto donna-uomo nel quale trovino sintesi il sentire e il pensare, il coinvolgimento e il giudizio, il patire e l’agire? A queste e a molte altre domande l’A. risponde attraverso l’indagine storica e la riflessione sistematica, per dimostrare come sia possibile la coesistenza di gratuità e reciprocità nella relazione tra donna e uomo. Nel testo si osserva che i rapporti tra donna e uomo sono caratterizzati da un esercizio di potere che si traduce in un dominio dell’uno sull’altra (cf 55).
Aliotta considera le ragioni teologiche che per secoli hanno giustificato la subordinazione della donna all’uomo e valuta i processi storici che, soprattutto nell’ultimo secolo, hanno determinato un mutamento della coscienza e dei vissuti. «Reciprocità è diventata la parola chiave per indicare il cambiamento, anche se in realtà non è semplice definire cosa esattamente si intenda con essa. Si tratta, in ogni caso, del tentativo di attribuire alla persona, maschio o femmina, il mistero della convivenza di unicità e relazionalità, uguaglianza e differenza, comunione e distanza, dimensioni la cui apparente contraddittorietà rimanda appunto all’essere immagini di qualcos’altro e non realtà autonome e autosufficienti. L’indefinibilità del concetto di reciprocità è evidente per lo stesso rimando analogico al Dio trinitario» (62).
Anche l’odierna esegesi biblica si muove su questa linea interpretativa. Le pagine bibliche non sono voce né di una ideologia, né di una metafisica. Esse non ci danno prove, ma dei segni nel loro svolgimento storico, dinamico e simbolico. Il più antico racconto della creazione, mostrando il rapporto fra l’uomo e Dio, ci dà un annuncio sulla sessualità, iscritta nel corpo dell’umano. Tra l’uomo e la donna non c’è nessun rapporto di sottomissione, di dominio, ma di corresponsabilità nei confronti del creato. «Proprio nella differenza sessuale, iscritta nel progetto del Creatore nella natura umana, vi è un riflesso della vita divina, vita di relazione, di comunione» (84).
Ma il peccato crea tensione tra Dio e l’uomo, e la relazione passa attraverso dominio e odio fra i sessi. «Il poema biblico che canta l’amore tra donna e uomo, come segno dell’amore di Dio per il suo popolo, il Cantico dei cantici, riporta le cose al progetto originario di Dio. L’amore umano è inserito nel contesto del dialogo e della reciprocità» (65).
Quest’opera, il cui ricco apparato di note ne completa lo studio, ci aiuta a capire con quali strumenti critici, con quale nuovo universo culturale, con quali fondamenti etici guardiamo al tema del rapporto donna-uomo da cittadini e da credenti. Un libro su cui meditare con attenzione perché ci propone una lettura essenziale, rigorosa ed esauriente con la chiarezza di cui abbiamo bisogno.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 2/2014
(http://www.rassegnaditeologia.it)
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