Dalla teologia della creazione all'antropologia della bellezza
-Il linguaggio simbolico chiave interpretativa del pensiero di San Bonaventura di Bagnoregio
(Studi e ricerche. Sez. teologica) [Copertina in carta]EAN 9788830811270
Entrambe inserite nella collana «Studi e ricerche. Sezione teologica», queste due tesi di dottorato di notevole spessore sono opera rispettivamente di Francesco Cosentino, oggi assistente presso la Pontificia Università Gregoriana, e di Luca De Rosa, parroco e docente di filosofia all’Istituto di scienze religiose di S. Severo (Fg).
Tratto dalla rivista Concilium n. 4/2011
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Assecondare il proprio desiderio d'infinito non sembra essere la vocazione dell'uomo moderno. Una parola di sapienza, allora, diventa estremamente attuale per la crisi di senso dell'essere umano nel suo rapporto con l'habitat. Parliamo di Dalla teologia della creazione all'antropologia della bellezza di Luca De Rosa.
Il testo si articola in tre parti che da una prima descrizione del senso del mondo in Bonaventura, per contestualizzarne anche il pensiero e l'opera (cap. I: «Per una biografia teologica»), spazia all'analisi della sua elaborazione simbolica (cap. II: «Visione del mondo») per arrivare al cuore della ricerca: far emergere come questo grande teologo medievale sappia cogliere il senso profondo della bellezza nella sua capacità di trasfigurare l'umanità e renderla dimora trinitaria (cap. III: «Visione dell'uomo»). D'interesse l'excursus sulla valenza del simbolo nella cultura attuale, con riferimenti a Wittgenstein, Heidegger, Ricoeur che, però, giungono subito dopo Bonaventura e il Medioevo, con un certo gap temporale rispetto ad esperienze rinascimentali non trascurabili. Seguendo l'impostazione francescana del Cantico, per Bonaventura la materia non ha un significato negativo, come nel platonismo: nelle sue varie forme viene ricondotta, in una visione unitaria, al Creatore che rende il mondo espressione della bellezza divina, così ricco di senso da essere indizio e cifra di una pienezza che si colloca al di là di esso svelando, attraverso il senso metaforico delle cose, una dimensione più alta, quella dell'Assoluto. La bellezza appartiene a tutta la realtà, che ha quindi un carattere trascendente, che la creatura può riconoscere lasciandosi guidare dal valore simbolico di ciò che è stato creato dall'onnipotenza del Creatore.
Un recupero della via cosmologica, in un mondo tanto mutato rispetto all'orizzonte di senso dell'uomo medievale? L'A., nelle sue conclusioni evidenzia come il mondo sia molto più di un insieme di cose, ma disvela la via che conduce all'incontro con Dio: «per la sua struttura sacramentale, il mondo fa intravedere e adorare, nell'intero cosmo, la presenza reale del Verbo, predestinato a farsi simbolo visibile, così da riconciliare Dio, il mondo e l'uomo». Analizzare teologicamente la creazione comporta la capacità di comprensione del momento originario, conseguentemente la protologia si salda con l'escatologia. Cosmo e essere creato si comprendono alla luce dell'evento cristologico quale luogo teologico ermeneutico. Cristo, principio o causa strumentale, è anche modello o causa esemplare del mondo creato.
La forza del messaggio quella è di fornire strumenti utili a riscoprire il senso, talora dimenticato in una certa predicazione contaminata da gnosticismo e manicheismo, di Genesi: il creato è "cosa buona" (Gn 1,4.10.12.18.25), attraverso la lectio del Cantico francescano. Questa prospettiva teologica dell'ecologia cristiana, concorre a proporre punti d'incontro con la cultura odierna e nel dibattito tra scienza e fede, ricco di apporti costruttivi per la pastorale della chiesa in dialogo con la cultura contemporanea.
Merito del lavoro quello di evidenziale l'originalità del pensiero bonaventuriano quanto alla riflessione su Dio e sulla creazione, argomenti che tuttora necessitano di approfondimento nel dibattito teologico contemporaneo. La Chiesa italiana, consapevole dell'esigenza di apportare nuova linfa al dibattito, ha dedicato un triennio di riflessione specifica al tema, stimolando una proficua sinergia tra le principali associazioni teologiche italiane (ATI-ATISM) nel Gruppo "Custodia del Creato", di cui lo stesso De Luca è membro attivo e qualificato.
Il cristianesimo è stato accusato di focalizzazione antropocentrica e di una certa afasia rispetto al tema della politica ambientale, dei cambiamenti climatici, critica originata dalla tesi di L. White («The Historical Roots of our Ecological Crisis», in Science 155 [1967] 1203-1207). Il programma di studio e riflessione, articolato a più ampio raggio, nel quale possiamo anche inserire la pubblicazione di questo testo, vuole radicare l'azione futura nel piano della cultura, della società civile, della politica e dell'educazione. Tuttavia, affinché questo ambizioso progetto culturale possa realizzarsi, è necessario attingere alla grande tradizione della teologia cristiana. «Bisogna recuperare ribadisce l'A. il senso dell'origine della finalità del cosmo, tramite un dialogo costruttivo tra scienza, filosofia e teologia [...]. Proprio il legame che, sia la natura che l'uomo, hanno ontologicamente con l'atto creativo di Dio può favorire e determinare questa assunzione di responsabilità dell'uomo, come essere razionale di fronte alla natura» (95-96).
Per un testo scientifico la collana dovrebbe prevedere un indice analitico, di cui si avverte la carenza nella consultazione.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 4/2013
(http://www.rassegnaditeologia.it)
antropologia, cristocentrismo, creazione, spiritualità francescana, antropologia teologica, san Bonaventura, Natura (concetto)
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luca il 21 giugno 2011 alle 20:49 ha scritto:
L'autore riesce ad unire in una visione unitaria il progetto di Dio-Trinità sulla natura creata e sull'uomo, nel segno della reciprocità e dell'alterità, per un'umanesimo cristiano, solidale e fraterno.
alex il 22 giugno 2011 alle 21:50 ha scritto:
un libro interessantissimo che ho letto con piacere e che consiglio di leggere per affrondire lo studio su San Bonaventura
mario il 2 luglio 2011 alle 17:26 ha scritto:
il libro affronta in una prospettiva nuova la conoscenza di San Bonaventura, teologo francescano del XIII secolo, proponendo uno studio sulla natura e sull'uomo, in quanto provendono dalla sorgente dell'amore divino trinitario. Un libro utile per l'apertura di nuovi orizzonti nel rapporto tra fede e ragione e tra rivelazione e filosofia nella ricerca di un dialogo, che possa aprire un futuro per un umanesimo cristiano
max il 20 agosto 2011 alle 21:10 ha scritto:
Ho letto con grande interesse questo libro: una presentazione del tema della bellezza in teologia, secondo la linea dell'antropologia del dono. Un teologo francescano medioevale, rivisitato in versione attuale: San Bonaventura ha molto da dire nel nostro tempo