Prima lettera ai Corinzi

J. Murphy-O’Connor è professore di Nuovo Testamento all’École Biblique di Gerusalemme, una delle scuole più rinomate per gli studi biblici e archeologici. Autore di numerosi saggi e monografie di carattere scientifico, non disdegna la fatica di rendere accessibile il frutto della sua analisi esegetica, pubblicando di tanto in tanto qualche lavoro di tipo divulgativo. Qualche anno fa, per esempio, ha scritto una biografia di san Paolo per il vasto pubblico, sintetizzando quella ben più impegnativa che aveva elaborato in precedenza. Con il presente volume, l’editrice Cittadella offre la traduzione di un suo commento alla prima lettera ai Corinzi, uscito in inglese nel 1999. La collana di appartenenza dell’originale (The People’s Bible Commentary) dice il suo carattere divulgativo; la collana in cui è inserita la traduzione dice che si tratta comunque di un lavoro serio (in «Orizzonti biblici» si trovano di solito lavori di un certo spessore, seppure non impossibili).
Il commento è impostato così: l’autore riprende tutto il testo della lettera, suddiviso in 91 brani brevi, composti di qualche versetto ciascuno (al massimo una decina). Per ognuna di queste unità anzitutto viene riportato il testo, secondo la traduzione italiana abbastanza letterale presente nel volume: F. MANZI - B. MAGGIONI (edd.), Lettere di Paolo (Cittadella, Assisi 20072). Segue una spiegazione-riflessione di Murphy-O’Connor, quasi sempre di un paio di pagine o poco più; conclude il brano una preghiera, che riprende sotto forma di invocazione il tema principale emerso nell’analisi. Il documento della Pontificia commissione biblica: L’interpretazione della Bibbia nella chiesa (1993), ci ricorda che attualizzare la Bibbia non solo è possibile, ma anzi è necessario! Murphy-O’Connor prende sul serio questa indicazione e tenta appunto un’attualizzazione; si tratta certo di un terreno minato, perché non sempre ci si trova in sintonia quando qualcuno fa esempi presi dalla vita quoti-diana o dalla propria esperienza. Ma l’intento è da apprezzare.
La spiegazione dei testi rispecchia lo stile dell’autore, che qui come in altri suoi lavori non disdegna ipotesi azzardate, anzi spesso va contro corrente. Non è sempre facile essere d’accordo con le sue interpretazioni, però va notato che sono sicuramente vivaci, fresche, almeno stimolano la riflessione. Si nota che dietro le parole c’è un grande esperto della città di Corinto, dall’archeologia agli usi e costumi del I sec. d.C.; è forse l’aspetto più interessante, dal punto di vista della spiegazione del testo. Il limite maggiore, invece, è l’eccessiva frammentarietà del lavoro; nella Prefazione, L. Pedroli parla di «stream of consciousness joyceano» (p. 11); anche senza scomodare J. Joyce e la sua particolare tecnica letteraria, il fatto è che talora ci si perde nelle riflessioni un po’ troppo rapsodiche dell’autore: ma a qualche lettore piacerà proprio per questo.
Un ultimo appunto positivo sull’edizione italiana: ben curata, maneggevole, forse un po’ costosa ma veramente pregevole. Anche l’introduzione di L. Pedroli, nella sua brevità, fa una presentazione molto chiara e semplice dell’intricato rapporto tra Paolo e la comunità di Corinto.

Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 169 (1/2009)

(http://www.credereoggi.it)