Memoria del risorto e testimonianza della Chiesa
(Commenti e studi biblici)EAN 9788830808355
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DETTAGLI DI «Memoria del risorto e testimonianza della Chiesa»
Tipo
Libro
Titolo
Memoria del risorto e testimonianza della Chiesa
Autore
Manzi Franco
Editore
Cittadella
EAN
9788830808355
Pagine
448
Data
2006
Peso
550 grammi
Dimensioni
14 x 21 cm
Collana
Commenti e studi biblici
COMMENTI DEI LETTORI A «Memoria del risorto e testimonianza della Chiesa»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Memoria del risorto e testimonianza della Chiesa»
Recensione di Giuseppe Segalla della rivista Studia Patavina
Presentato autorevolmente dal cardinale Dionigi Tettamanzi e da altri due vescovi, Erminio De Scalzi ausiliare di Milano e Marcello Semeraro vescovo di Albano (postfazione), il lavoro dell’infaticabile professore di NT di Milano intende essere un valido strumento in preparazione, ma anche in continuazione del IV Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006 e ha per tema «Testimoni di Gesú Risorto, speranza del mondo».
Il titolo del libro intende richiamare il fondamento di un tema così impegnativo e cioè che la testimonianza della Chiesa e del cristiano nel mondo si fonda sulla memoria di Gesú Crocifisso risorto. Il tema della memoria infatti è ribadito dall’inizio alla fine, e secondo me con piena ragione. Guai a noi se non riandiamo continuamente dal catechismo e dai documenti ufficiali alla memoria del Gesú che è vissuto fra noi, è morto ed è risorto. Tale memoria è conservata nei Vangeli, mentre la riflessione della memoria postpasquale si legge in tutta la letteratura del NT. È appunto questo che intende fare il professore di Milano, convinto che la pastorale non debba mai perdere il contatto con le radici.
La trattazione, molto articolata in brevi capitoli, si struttura in cinque parti con una introduzione sul tema della testimonianza che forse, almeno a mio parere, è la più valida e lineare del libro e invoglia quindi alla lettura. Le cinque parti si articolano in: due più tre. Le prime due si potrebbero considerare come fondamento e le altre tre come sviluppo. I titoli della prima e della seconda parte a prima vista sembrano uguali; vi è solo la differenza del genitivo di specificazione. La prima (Identità, memoria e testimonianza della Chiesa nell’attestazione narrativa dei Vangeli), propone una memoria che parte dalla fine, cioè dalla morte e risurrezione di Gesú, la cui testimonianza nella Chiesa determina la sua identità (questo tema dell’identità insieme a quello della memoria secondo me è attualissimo nel mondo di oggi, postmoderno e globalizzato ove si rischia di perdere la propria identità); la comunità postpasquale è una comunità della memoria, una memoria interpretata alla luce della fede. La seconda parte (Identità, memoria e testimonianza di Gesú nell’attestazione narrativa dei Vangeli), dimostra come la memoria della Chiesa ricorra alla memoria originaria di tutta la vita di Gesú, non solo, ma si rifà anche alla memoria più lontana dell’AT (L’identità di Gesú e la memoria dell’Antico Testamento); senza lo Spirito e senza l’AT la memoria di Gesú non sarebbe identificata né semiotizzata. Queste due prime parti, come risulta chiaramente dal titolo, fondano la memoria di Gesú e la testimonianza nell’attestazione narrativa nei Vangeli, evidenziando così l’importanza di narrare Gesú, e di narrarlo sempre di nuovo, in modo che la sua narrazione stia all’origine e dia identità alla nostra testimonianza nel mondo di oggi. Ciò mette in luce la ricchezza inesauribile di Gesú e della sua storia, che illumina e anima anche la nostra storia.
Le ultime tre parti trattano con coraggio i cosiddetti tre consigli evangelici, che in realtà sono tre valori fondamentali, che devono qualificare ogni autentica testimonianza cristiana del Signore crocifisso e risorto, nei vari stati di vita e non solo in quello religioso. La terza parte (Cristo «si fece povero per voi»: la testimonianza della povertà). Qui giustamente l’a. mette in guardia da una imitazione ambigua di Cristo, per far risaltare la vera imitazione che è creativa e partecipativa; e vengono percorse le tappe della tradizione dalla redazione dei vangeli indietro fino alla predicazione di Gesú. La quarta parte (Cristo «offrì se stesso»: la testimonianza dell’obbedienza) si richiama ampiamente alla Lettera agli Ebrei di cui l’a. è specialista, ma proprio per superare alla sua luce le derive ritualistiche e quelle antiliturgiche. Il sacrificio di Gesú è personale ed esistenziale. Nella quinta parte («Non chiamate nessuno ‘Padre’ sulla terra»: la testimonianza della vita celibe e comunitaria) vorrei far notare lo stretto rapporto fra vita celibe e vita comunitaria, importantissimo, non solo ovviamente per i religiosi ma anche per i sacerdoti. La generazione divina del cristiano si realizza mediante la maternità della Chiesa e la paternità dell’apostolo.
La conclusione sintetizza il discorso con una citazione dal bel romanzo di Mario Pomilio, Il quinto Evangelio (1975), una citazione «dagli Emolumenta fidei di Giustino di Poitiers (VIII secolo)»:
Si dice che all’interno dei quattro Vangeli noti è come ce ne fosse uno ancora sconosciuto. Ma ogni volta che la fede accenna a rifiorire, è segno che qualcuno ha intravisto quel vangelo
«Questo detto aiuta a comprendere il nucleo incandescente intorno al quale ruotano in cinque studi teologico-biblici costitutivi del nostro volume» (p. 396). Quest’ultima citazione è in linea con le citazioni di Padri, teologi o letterati, che accompagna tutta l’opera con gli esergo talora bellissimi all’inizio di ogni capitolo.
Una ricca bibliografia selezionata e molto ricca, articolata in: Fonti, Commentari biblici, Studi e Altre Opere completa il lavoro, che si chiude con l’indice molto dettagliato a cui il lettore può ricorrere per trovare quanto particolarmente gli interessa.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il titolo del libro intende richiamare il fondamento di un tema così impegnativo e cioè che la testimonianza della Chiesa e del cristiano nel mondo si fonda sulla memoria di Gesú Crocifisso risorto. Il tema della memoria infatti è ribadito dall’inizio alla fine, e secondo me con piena ragione. Guai a noi se non riandiamo continuamente dal catechismo e dai documenti ufficiali alla memoria del Gesú che è vissuto fra noi, è morto ed è risorto. Tale memoria è conservata nei Vangeli, mentre la riflessione della memoria postpasquale si legge in tutta la letteratura del NT. È appunto questo che intende fare il professore di Milano, convinto che la pastorale non debba mai perdere il contatto con le radici.
La trattazione, molto articolata in brevi capitoli, si struttura in cinque parti con una introduzione sul tema della testimonianza che forse, almeno a mio parere, è la più valida e lineare del libro e invoglia quindi alla lettura. Le cinque parti si articolano in: due più tre. Le prime due si potrebbero considerare come fondamento e le altre tre come sviluppo. I titoli della prima e della seconda parte a prima vista sembrano uguali; vi è solo la differenza del genitivo di specificazione. La prima (Identità, memoria e testimonianza della Chiesa nell’attestazione narrativa dei Vangeli), propone una memoria che parte dalla fine, cioè dalla morte e risurrezione di Gesú, la cui testimonianza nella Chiesa determina la sua identità (questo tema dell’identità insieme a quello della memoria secondo me è attualissimo nel mondo di oggi, postmoderno e globalizzato ove si rischia di perdere la propria identità); la comunità postpasquale è una comunità della memoria, una memoria interpretata alla luce della fede. La seconda parte (Identità, memoria e testimonianza di Gesú nell’attestazione narrativa dei Vangeli), dimostra come la memoria della Chiesa ricorra alla memoria originaria di tutta la vita di Gesú, non solo, ma si rifà anche alla memoria più lontana dell’AT (L’identità di Gesú e la memoria dell’Antico Testamento); senza lo Spirito e senza l’AT la memoria di Gesú non sarebbe identificata né semiotizzata. Queste due prime parti, come risulta chiaramente dal titolo, fondano la memoria di Gesú e la testimonianza nell’attestazione narrativa nei Vangeli, evidenziando così l’importanza di narrare Gesú, e di narrarlo sempre di nuovo, in modo che la sua narrazione stia all’origine e dia identità alla nostra testimonianza nel mondo di oggi. Ciò mette in luce la ricchezza inesauribile di Gesú e della sua storia, che illumina e anima anche la nostra storia.
Le ultime tre parti trattano con coraggio i cosiddetti tre consigli evangelici, che in realtà sono tre valori fondamentali, che devono qualificare ogni autentica testimonianza cristiana del Signore crocifisso e risorto, nei vari stati di vita e non solo in quello religioso. La terza parte (Cristo «si fece povero per voi»: la testimonianza della povertà). Qui giustamente l’a. mette in guardia da una imitazione ambigua di Cristo, per far risaltare la vera imitazione che è creativa e partecipativa; e vengono percorse le tappe della tradizione dalla redazione dei vangeli indietro fino alla predicazione di Gesú. La quarta parte (Cristo «offrì se stesso»: la testimonianza dell’obbedienza) si richiama ampiamente alla Lettera agli Ebrei di cui l’a. è specialista, ma proprio per superare alla sua luce le derive ritualistiche e quelle antiliturgiche. Il sacrificio di Gesú è personale ed esistenziale. Nella quinta parte («Non chiamate nessuno ‘Padre’ sulla terra»: la testimonianza della vita celibe e comunitaria) vorrei far notare lo stretto rapporto fra vita celibe e vita comunitaria, importantissimo, non solo ovviamente per i religiosi ma anche per i sacerdoti. La generazione divina del cristiano si realizza mediante la maternità della Chiesa e la paternità dell’apostolo.
La conclusione sintetizza il discorso con una citazione dal bel romanzo di Mario Pomilio, Il quinto Evangelio (1975), una citazione «dagli Emolumenta fidei di Giustino di Poitiers (VIII secolo)»:
Si dice che all’interno dei quattro Vangeli noti è come ce ne fosse uno ancora sconosciuto. Ma ogni volta che la fede accenna a rifiorire, è segno che qualcuno ha intravisto quel vangelo
«Questo detto aiuta a comprendere il nucleo incandescente intorno al quale ruotano in cinque studi teologico-biblici costitutivi del nostro volume» (p. 396). Quest’ultima citazione è in linea con le citazioni di Padri, teologi o letterati, che accompagna tutta l’opera con gli esergo talora bellissimi all’inizio di ogni capitolo.
Una ricca bibliografia selezionata e molto ricca, articolata in: Fonti, Commentari biblici, Studi e Altre Opere completa il lavoro, che si chiude con l’indice molto dettagliato a cui il lettore può ricorrere per trovare quanto particolarmente gli interessa.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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