Gioco e trascendenza. Dal divertimento alla relazione teologica
(Orizzonte filosofico)EAN 9788830808133
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DETTAGLI DI «Gioco e trascendenza. Dal divertimento alla relazione teologica»
Tipo
Libro
Titolo
Gioco e trascendenza. Dal divertimento alla relazione teologica
Autore
Giacchetta Francesco
Editore
Cittadella
EAN
9788830808133
Pagine
304
Data
2005
Peso
282 grammi
Dimensioni
13 x 19.5 cm
Collana
Orizzonte filosofico
COMMENTI DEI LETTORI A «Gioco e trascendenza. Dal divertimento alla relazione teologica»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Gioco e trascendenza. Dal divertimento alla relazione teologica»
Recensione di Luigi Sartori della rivista Studia Patavina
La scuola teologica marchigiana (Ancona) e quella filosofica di Macerata (Università) confermano la fecondità di autori e studi che orientano ottimamente sia filosofia che teologia verso le principali espressioni della cultura moderna soprattutto di antropologia e fenomenologia.
L’Autore, grande interprete di Blondel (in Studia Patavina ne ho recensito lo studio principale; cf. n.2, 2003, p. 569) si espande qui nelle riflessioni sul tema del gioco. A partire da Platone, che ricorre alla creatività della «fantasia» nei suoi dialoghi per farci incontrare la verità trascendente; e, nel nostro tempo, con Wittgenstein, investendo tale problema nel discorso su conoscenza e linguaggi, quanto al rapporto tra il dicibile e l’indicibile. Ma l’originalità piú attuale riguarda la promozione della «infanzia» a specchio sovrano, anzi a realtà piú vera, del nostro essere umani e proprio in ordine alla trascendenza. Il gioco non è dunque mero svago; è struttura viva dell’uomo chiamato a comprendere che la creazione, il mondo creato da Dio, è dono di gratuità; cosí che dal gioco del mondo si passi al mondo del gioco: Dio amando crea («gioco del mondo») perché l’uomo vi esplichi il suo donarsi nella gratuità («mondo del gioco»). Giacchetta fa riferimento a concezioni dei classici antichi, quindi alla «protologia» (le «origini»: Dio principio del dinamismo del creato). Ma io – da «moderno»!?- insisto anche (l’A. lo fa, ma non ad evidenza) sul finalismo, con Blondel appunto. Dio è Alfa ma anche Omega; anzi è Alfa per essere Omega: è amore di dono ma per essere «attesa amorosa»; ha due braccia, per essere abbraccio. Quante belle e utili riflessioni ci regala il presente studio! soprattutto tramite mille informazioni su tutto «l’universo degli studiosi del gioco». Almeno diventassimo «spettatori»: e poi anche un po’ anche diffusori di gratuità e di gioia. Visione troppo ottimistica? È bello comunque che, almeno qualche volta, ci venga richiamata con forza la vera «intentio profunda» e originaria del nostro essere; o meglio: del mistero del «divenire dell’essere» e dell’«essere del divenire».
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
L’Autore, grande interprete di Blondel (in Studia Patavina ne ho recensito lo studio principale; cf. n.2, 2003, p. 569) si espande qui nelle riflessioni sul tema del gioco. A partire da Platone, che ricorre alla creatività della «fantasia» nei suoi dialoghi per farci incontrare la verità trascendente; e, nel nostro tempo, con Wittgenstein, investendo tale problema nel discorso su conoscenza e linguaggi, quanto al rapporto tra il dicibile e l’indicibile. Ma l’originalità piú attuale riguarda la promozione della «infanzia» a specchio sovrano, anzi a realtà piú vera, del nostro essere umani e proprio in ordine alla trascendenza. Il gioco non è dunque mero svago; è struttura viva dell’uomo chiamato a comprendere che la creazione, il mondo creato da Dio, è dono di gratuità; cosí che dal gioco del mondo si passi al mondo del gioco: Dio amando crea («gioco del mondo») perché l’uomo vi esplichi il suo donarsi nella gratuità («mondo del gioco»). Giacchetta fa riferimento a concezioni dei classici antichi, quindi alla «protologia» (le «origini»: Dio principio del dinamismo del creato). Ma io – da «moderno»!?- insisto anche (l’A. lo fa, ma non ad evidenza) sul finalismo, con Blondel appunto. Dio è Alfa ma anche Omega; anzi è Alfa per essere Omega: è amore di dono ma per essere «attesa amorosa»; ha due braccia, per essere abbraccio. Quante belle e utili riflessioni ci regala il presente studio! soprattutto tramite mille informazioni su tutto «l’universo degli studiosi del gioco». Almeno diventassimo «spettatori»: e poi anche un po’ anche diffusori di gratuità e di gioia. Visione troppo ottimistica? È bello comunque che, almeno qualche volta, ci venga richiamata con forza la vera «intentio profunda» e originaria del nostro essere; o meglio: del mistero del «divenire dell’essere» e dell’«essere del divenire».
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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