Intorno a Chiara. Il tempo della svolta. Le compagne, i monasteri, la devozione
(Viator)EAN 9788827009581
Nella sua Presentazione in poche battute Pietro Messa spiega il senso del titolo scelto per la presente pubblicazione, Intorno a Chiara: «Se è naturale che nella vicenda agiografica e negli studi l'attenzione sia concentrata sulla protagonista, ossia su Chiara stessa, Giovanna Casagrande ci fa notare che intorno a lei c'è altro, o meglio, ci sono altri, e questo anche nell'anno 1211, la notte in cui fuggì dalla sua casa per raggiungere la Porziuncola» (p. 7).
La prospettiva adottata dall'autrice, infatti, è, come ben sottolinea nell'Introduzione Alessandra Bartolomei Romagnoli, «eccentrica», interessata a scrutare le pieghe di una vicenda situata, a perlustrare il «terreno in cui l'esperienza della santa affondava le proprie radici» e a cogliere, insieme, l'«impatto storico esercitato da una eccezionale parabola esistenziale» (p. 22). Il volume, significativamente presentato in Assisi nell'aprile 2011, alla vigilia dell'apertura dell'VIII centenario della consacrazione di Chiara e degli inizi dell'Ordine delle Sorelle Povere, nasce anche come omaggio ai quarant'anni di insegnamento e di serio lavoro storiografico di Giovanna Casagrande, nell'anno in cui essa lascia l'attività di ricerca e di docenza presso l'Università degli Studi di Perugia.
Intorno a Chiara raccoglie sei contributi, tra i quali il primo è un inedito, scritti nel corso di vent'anni, tra il 1984 e il 2004. Nel primo saggio, Chiara anno 1211, l'indagine dell'autrice è particolarmente attenta a delineare quello che è il panorama della vita religiosa dell'area umbra «nel periodo in cui Francesco e Chiara maturano la loro vocazione di vivere il Vangelo in maniera diversa (1180-1210 ca.)» (p. 28). Veniamo così a conoscenza di un fermento che, nell'età in cui fioriscono i Comuni, attraversa quella terra, punteggiandola in maniera cospicua di monasteri benedettini, prevalentemente maschili, ma anche arricchendola di svariate esperienze religiose (eremitiche, canonicali, laicali...).
La Casagrande si sofferma poi a indagare i primi passi dell'avventura di Chiara, tratteggiando un percorso geografico e simbolico insieme, animato dall'incertezza e dalla ricerca del periodo iniziale fino all'approdo definitivo a San Damiano, spazio qualificato dal legame diretto con Francesco e la sua fraternitas. Il secondo contributo, Le compagne di Chiara, trae dal silenzio «le altre» donne che hanno condiviso l'ideale clariano in una straordinaria e intima reciprocità, le testimoni dirette al processo di canonizzazione e quelle testimoniate. L'autrice ne puntualizza l'estrazione sociale, motivando la loro appartenenza in particolare al ceto aristocratico-nobiliare di cui la stessa Chiara faceva parte. Scruta, poi, con delicatezza e profondità, nell'eccezionale quotidianità della comunità damianita, ravvisando nelle fonti un continuo rimando a rapporti di intensa compartecipazione e condivisione, di coinvolgimento delle sorelle, non solo nella radicale attuazione della Forma vitae, ma anche nelle esperienze mistiche di Chiara. Tale dimensione ci è confermata, seppur indirettamente, nel terzo studio, La Regola di Innocenzo IV: qui la personalità della santa ci è proposta in filigrana, nel travaglio della «sua» Regola.
La Casagrande colloca Chiara di fronte a Innocenzo, facendoci cogliere, nel confronto, la faticosa dialettica tra norma e ideale: accostando i testi della regola innocenziana e di quella clariana, infatti, emergono differenze sostanziali. Se il pontefice è preoccupato di dare una sistemazione canonico-giuridica al gruppo di San Damiano, in Chiara è assolutamente prevalente la dimensione spirituale, che arriva a de-giuridicizzare, per così dire, persino il ruolo della badessa, sorella con le altre e non auctoritas. Al culto clariano in Umbria è dedicato il saggio Presenza di Chiara in Umbria nei secoli XIII-XIV, nel quale la Casagrande sottolinea il forte legame tra la città di Assisi e la santa, al centro di una devozione locale, prima che universale, tanto che l'autrice parla di una «assisicentricità della presenza clariana» dovuta al fatto che «Chiara e il suo monastero – concretizzazione istituzionale della presenza della santa – sono parte integrante di Assisi» (p. 106).
Di grande interesse, soprattutto storiografico, per il puntuale ricorso alle fonti documentarie, sono gli ultimi due contributi proposti, Sulle tracce degli insediamenti clariani scomparsi (Assisi secoli XIII-XIV) e Forme di vita religiosa femminile nell'area di Città di Castello nel secolo XIII. Entrambi i saggi lasciano delle questioni aperte, mettendo in luce l'esigenza di studi più mirati dei documenti sul versante della presenza, in epoca medievale, delle istituzioni e delle forme religiose femminili, dell'evolversi dei loro modelli e delle loro istanze. Dallo spazio apparentemente chiuso del claustrum, Chiara vive – e gli studi raccolti in questo volume ce ne offrono una vivace percezione – in rapporto, quasi a cerchi concentrici nello spazio e nel tempo, dal vicino al lontano, con tutto un mondo intorno a lei: donna di relazione che, come testimonia la bolla della sua canonizzazione, «si custodiva dentro e si diffondeva fuori».
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" LII, 2012, fasc. 1-2
(http://www.centrostudiantoniani.it)
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