L'intellettuale cattolico

L'attenzione sociologica al mondo degli intellettuali suscita prese di posizione quasi sempre ideologicamente schierate e poco corrette scientificamente. Sono poi rare le indagini empiriche su quanti muovono da un'ispirazione religiosa, cattolica o meno. Eppure si tratta di gangli vitali nel panorama delle correnti di pensiero che trovano spazio anche a livello locale, attraverso rapporti istituzionali ed interpersonali, professionali ed amicali. L'opinione si forma e permane grazie alla trafila delle discussioni in un bar o in una associazione, in un gruppo politico-sindacale o in una parrocchia. Si tratta di trame e orditi comunicativi che rappresentano un tessuto connettivo fra molte persone. Se poi l'azione di questi intellettuali periferici è sostenuta da una struttura associativa, ricca delle sue iniziative formative, allora il discorso si fa particolarmente interessante perché porta alla scoperta di dinamiche e di prese di parola che non possono non produrre effetti significativi.
Da questa e da altre motivazioni è nata anni fa l'idea di un'inchiesta su un movimento che a lungo è stato, ed è tuttora, parte attiva in Italia, dapprima come Movimento Laureati di Azione Cattolica (con figure più che illustri, salite poi ai massimi livelli politici e religiosi) e poi come Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (M.E.I.C.) che, pur nella sua autonomia, mantiene strettissimi rapporti con l'Azione Cattolica Italiana. L'indagine non si è però limitata solo ad intervistare gli appartenenti al M.E.I.C. o i cosiddetti simpatizzanti del Movimento, ma è stata estesa ad altri due gruppi di controllo, ad Assisi e Padova, e ad un campione di giovani della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Si è ottenuto così un risultato che offre le massime garanzie possibili, in quanto prodotto da una ricerca avente a che fare con dati scientificamente fondati, che non mancheranno di riservare sorprese sulla composita appartenenza e militanza degli intellettuali cattolici a livello locale.