«In galera ci sta mia moglie, non io!». Da questa accorata frase pronunciata da un detenuto nasce l'dea di narrare la vita quotidiana delle mogli, delle figlie, delle donne dei collaboratori di giustizia. Vita quotidiana necessariamente invisibile, a causa della protezione che deve rendere tutto segreto. Queste vite ristrette spesso sono anche volute, decise da loro stesse, non solo subite. Per molti "infami", come la camorra considera chi collabora con la giustizia, la decisione di "parlare" l'ha voluta "lei", con determinazione. Queste donne si raccontano guardandoti in faccia, dritto negli occhi. Con lo sguardo di chi non vuole che anche i figli abbiano una vita sbagliata. In questo libro sono raccolti i loro sguardi, insieme a quelli di Francesco e Chiara d'Assisi, e prima ancora, di Gesù.
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Prof. Annamaria Aprea il 6 maggio 2020 alle 16:35 ha scritto:
Molto interessante. Sicuramente leggerò dei passi in classe l'anno prossimo. Può essere motivo di discussione.