Citazione spirituale

La crisi nella Bibbia

-

Un percorso di discernimento

 
di

Giuseppe De Virgilio


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EAN 9788825049534

Disponibile dopo il 07/01 causa chiusura natalizia editori/fornitori
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Tipo Libro Titolo La crisi nella Bibbia - Un percorso di discernimento Autore Editore Edizioni Messaggero EAN 9788825049534 Pagine 120 Data marzo 2020 Collana Sentieri biblici
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useppe De Virgilio

LA CRISI
NELLA BIBBIA
Un percorso
di discernimento
ISBN 978-88-250-4953-4
ISBN 978-88-250-4954-1' (PDF)
ISBN 978-88-250-4955-8' (EPUB)

Copyright © 2020 by P.P.F.M.C.
MESSAGGERO DI SANT'ANTONIO ' EDITRICE
Basilica del Santo - Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova
www.edizionimessaggero.it
INTRODUZIONE


Nella Sacra Scrittura non si trova una tratta-
zione sistematica del tema della crisi. Nondime-
no il motivo della crisi attraversa come un filo
rosso tutta la Bibbia, declinandosi nelle situazio-
ni diverse che interessano l'agire umano e la sua
relazione con Dio e con il mondo. Diversi autori
hanno trattato della crisi e del discernimento,
ricercando nella Bibbia aspetti e consonanze del
tema, al fine di chiarire e approfondire un argo-
mento di struggente attualità1.
Il presente volume, inserito nella Collana
«Sentieri biblici», offre un itinerario biblico-te-
ologico del tema, analizzando alcune pagine
che presentano situazioni di crisi e focalizzan-

1
Cf. L. Manicardi, Quando i giorni sono cattivi (Ef 5,16). Lettu-
ra biblico-sapienziale della crisi, Aliberti, Reggio Emilia 2011; D.
Garrone, Categorie interpretative della crisi secondo la Bibbia,
«Filosofia e Teologia» 2 (2005), 269-284; L. Bassetti, La crisi
luogo di conversione trasformante che rivela il Dio libero e fedele,
Atti del Convegno: Crisi della società' Crisi dei cristiani' (Lucca
18-19 giugno 2012), 21-30 (pro manuscripto); S. Bittasi, Di
fronte alle crisi, «Aggiornamenti sociali» 3 (2011), 231-234;
G. De Virgilio, «Krinein - krisis. Contesti interpretativi della
'crisi' nella Bibbia, «Bibbia e Oriente» 258 (2013), 2-41; F.
Bianchini, Vivere la crisi come opportunità. Letture bibliche per
comprendere il presente, Città Nuova, Roma 2019.


7
done gli aspetti teologici con la loro attualità.
Nella sua essenzialità il libro segue un metodo
didattico mediante il quale il lettore è accom-
pagnato lungo un percorso ragionato a scoprire
la ricchezza di racconti e di figure esemplari che
connotano la dinamica della crisi e della sua
interpretazione.
Le tappe del nostro itinerario sono state pen-
sate secondo una progressione che dall'Antico
Testamento culmina con la rivelazione cristolo-
gica del Nuovo Testamento.
Dopo aver presentato il vocabolario con cui
si tematizza la dinamica della crisi e il suo pro-
cesso di discernimento (Capitolo I), l'analisi
affronta sei tappe che compongono il percorso
anticotestamentario (Capitolo II) e cinque tap-
pe che riguardano il Nuovo Testamento (Capi-
tolo III).
Senza la pretesa di esaurire la complessità
storica e le problematiche letterarie dei testi,
la presente proposta intende fornire una base
letteraria e alcune coordinate ermeneutiche per
leggere e interpretare in modo unitario le situa-
zioni di crisi, alla luce della parola di Dio e del
suo dinamismo spirituale.
L'auspicio che accompagna il volume è di
favorire l'acquisizione di un solido metodo, in

8
grado di collegare il messaggio teologico della
Bibbia con la realtà esistenziale dell'uomo e del
suo agire a servizio del regno di Dio.




9
I. CRISI E DISCERNIMENTO:
ASPETTI TERMINOLOGICI


I termini «crisi» e «discernimento» possiedo-
no un pregnante e fecondo retroterra biblico.
Prima di affrontare l'analisi di alcuni testi-chiave
dell'Antico e del Nuovo Testamento è opportu-
no puntualizzare brevemente gli aspetti lessicali
dei termini impiegati. Questa previa puntualiz-
zazione risulta illuminante per cogliere in pro-
fondità i temi e le dinamiche della crisi e del
discernimento nello sviluppo delle narrazioni
bibliche.

Il lessico della crisi
L'impiego del termine crisi evidenzia un du-
plice significato. Il termine è originariamente
impiegato nel linguaggio medico e determina
una situazione clinica di «transizione» che
implica un «giudizio» in merito alla salute
umana. In secondo luogo l'utilizzazione del
concetto di crisi è riferita a un evento giuridi-
co-morale, che coinvolge la sfera della coscien-
za e del discernimento di un caso problematico

11
da valutare e risolvere2. Soprattutto nei contesti
socio-politici il termine è impiegato per indica-
re una transizione problematica, che genera di-
sagio sociale e invoca rapide soluzioni.
Il termine «crisi» (gr. krísis) deriva dal verbo
krínein, che ha il significato primario di «se-
parare» in vista di un giudizio, di un discerni-
mento da effettuare e di una decisione («de-ci-
dere» dal lat. ceduo, tagliare, mozzare) da pren-
dere3. Nella traduzione greca della Settanta il
termine krísis traduce per lo più l'ebraico mi-
shpath, con il significato principale di «diritto e


2
L'attestazione di questa seconda accezione di tipo giuridica è
prevalente nei contesti biblici: cf. W. Schneider, Giudicare,
giudizi, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento,
a cura di L. Coenen - E. Beyreuther - H. Bietenhard, Dehoniane,
Bologna 1986, 785-786.
3
Discernere ha la stessa radice latina del greco krínein, con il
prefisso dis-cernere, indicante raddoppiamento. Va considerato
anche l'impiego del verbo katakrínein (= condannare) attestato
18 volte nel Nuovo Testamento, da cui il sintagma: katákrima/
katakrísis (condanna: cf. Rm 5,16.18; 8,1); cf. W. Schenk, kata-
krín', k.t.l., in Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, I, a cura
di H. Balz - G. Schneider, Paideia, Brescia 1995, 1935-1938;
M. Rissi, Krin', in Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, II,
a cura di H. Balz - G. Schneider, Paideia, Brescia 1997, 103-
111; J. Corbon - P. Grelot, Giudizio, in Dizionario di Teologia
Biblica, a cura di X. Léon - Dufour, Marietti, Torino 1976,
487-494; G. Barbaglio, Giudizio di Dio, in Schede Bibliche Pa-
storali, IV, Dehoniane, Bologna 1984, 1770-1786.


12
rettitudine» da un lato e di «giudizio» dall'altro
(eb.: d'n)4. Il primo senso attiene soprattut-
to alle disposizioni soggettive di conformità
alla Torah da parte di Dio o del popolo o del
singolo, sino a indicare l'intrinseca sapienza e
luminosità dei giudizi (ovvero dei pensieri e
delle decisioni) del Signore5. Il secondo senso
riguardante la «rettitudine» è riferito alla pro-
cedura giuridica di arbitrato mediante la qua-
le si dirime una controversia, anche tra Dio e
il suo popolo. In taluni casi, soprattutto nella
letteratura profetica e sapienziale6, krísis tradu-
ce l'ebraico r'b, che ha il significato di «conte-
sa», procedura volta a ristabilire la pace nella
giustizia tra due parti, capaci di accordarsi au-
tonomamente, senza bisogno di un arbitrato.
In ogni caso si tratta di una categoria riferita
alla prassi e allo spirito dell'Alleanza, la cui
stipulazione si attua nell'atto simbolico del ta-
gliare (cf. l'espressione ebraica: karat berith in

4
Cf. G. Liedke, D'n - giudicare, in E. Jenni - C. Westermann
(edd.), Dizionario teologico dell'Antico Testamento, I, Marietti,
Torino 1978, 386-388.
5
Cf. P. Bovati, Giudizio, in Temi teologici della Bibbia, a cura
di R. Penna - G. Perego - G. Ravasi, San Paolo, Cinisello
Balsamo 2010, 618-628.
6
Cf. Is 1,4-18; Ger 2,10-13; Ml 1,6-8; Gb 9,33.


13
Gen 15), importante richiamo all'operazione
del giudizio7.
Il binomio krísis-krínein è attestato in Mat-
teo e Luca, mentre manca nel Vangelo secondo
Marco. Nel primo Vangelo l'impiego di krís-
is-krínein assume prevalentemente una valen-
za morale o escatologica, mentre in Luca krísis
è collocato in contesti narrativi8. Nel Nuo-
vo Testamento krísis è impiegato per lo più
nell'accezione di «giudizio», indicante l'atto
escatologico del discernimento di un'esistenza
davanti al mistero del Cristo-giudice. In diversi
testi compare l'espressione «giorno del giudi-
zio» (h'méra kríse's)9, o comunque il riferimen-
to al giudizio di Dio inteso nei termini negativi
della condanna10. L'impiego più abbondante è
quello giovanneo del «giudizio di condanna»,
rimesso al Figlio che, tuttavia, non è venuto a


7
Cf. G. Liedke, R'b- contendere - giudicare, Jenni - Wester-
mann (edd.), Dizionario teologico dell'Antico Testamento, II, 695-
700; Bovati, Giudizio, 623-625.
8
Krísis: Mt 5,21; 10,15; 12,18.20.36; 23,23.33; Krínein: Mt
5,40; 7,1; 19,28; Lc 6,37; 7,43; 10,14; 11,31.42; 19,22.30 (cf.
Barbaglio, Giudizio di Dio, 1775-1779).
9
Cf. Mt 10,15; 11,22-24; 12,36ss; Lc 10,14; 11,31-32; 1Gv 4,17.
10
Cf. Mt 5,21-22; 23,33; 1Ts 1,5; 1Tm 5,25; Eb 9,27; 10,27;
2Pt 2,4-11; Gd 6-15; Ap 14,7; 18,10.


14
condannare, ma a salvare il mondo. Si tratta di
un «giudizio» già in atto nei riguardi di questo
mondo, o del suo principe o di chiunque ri-
fiuta di credere nel figlio di Dio veniente, nei
termini di un'escatologia realizzantesi11. Chi
crede nel Figlio di Dio incarnato è addirittura
sottratto al «giudizio». Più raramente viene an-
che a indicare l'attesa da parte del povero di un
«giudizio di liberazione», o dell'affermazione
del diritto, ma in testi che riportano citazio-
ni anticotestamentarie di richiamo al mishpath
(cf. Mt 12,18; At 8,33).
Riassumendo, sul piano lessicale il motivo
della crisi non va interpretato in chiave esclusi-
vamente negativa, ma visto come una «transi-
zione» che può aprire nuove prospettive o sve-
lare ulteriori problematiche. La crisi allora può
essere interpretata come un passaggio necessario
per un nuovo inizio. In questo senso vivere la
crisi significa iniziare un nuovo cammino aper-
to a un futuro migliore12. Il punto centrale è
rappresentato da una chiara esigenza: la crisi è


11
Cf. Gv 3,19; 5,22-30; 8,16; 12,31;16,8-11.
12
La crisi può diventare un'occasione di cui occorre fare teso-
ro; cf. C. Singer, Du bon usage des crises, Albin Michel, Paris
1996, 41-42.


15
momento di passaggio, porta di comunicazione
che deve essere attraversata per accedere a un
nuovo contesto di vita. Tale dinamica è ampia-
mente testimoniata nella Bibbia.

Il lessico del discernimento
Il verbo ebraico che riassume la dinamica
del discernimento è b'khan che è reso in greco
dokimázein (= separare, distinguere, sottomette-
re alla prova, purificare con il fuoco, discernere
il bene dal male) ed è impiegato per l'attivi-
tà dell'uomo verso Dio, il prossimo e la sto-
ria13. Un secondo verbo che indica il processo
di giudizio è shafat, reso in greco con krínein,
che abbiamo in precedenza considerato. Nella
Bibbia dei LXX come nel Nuovo Testamento
il verbo krínein ricorre spessissimo e sempre si
riferisce all'esercizio, alla capacità di giudicare e
al giudizio stesso. Lo stesso ragionamento vale
anche per tutti i sostantivi che provengono da
questo verbo.
Avendo presente l'impiego del lessico, pos-
siamo proporre una definizione del processo di
discernimento teologico: «discernere significa

13
Cf. Sal 17,3; 26,2; 139,1.23; Ger 9,7; 11,20; 12,3; 17,10;
20,12.


16
essere capaci di cogliere nel reale i segni della
volontà di Dio, decifrarli e agire di conseguen-
za». In questa definizione si coglie sia la dimen-
sione «personale» sia quella «comunitaria» della
responsabilità di discernere. Il discernimento
implica la conoscenza sapienziale, la capacità di
valutazione della realtà e di leggere i segni (lat.
prudentia), la discrezione (lat. discretio) nello
scegliere «il bene» (lotta spirituale) e la decisione
(lat. deliberatio) ferma nell'agire con coerenza,
assumendosi la responsabilità delle proprie scel-
te (lat. actio). Questi passaggi si trovano descritti
nelle lettere paoline14.
Nei racconti biblici il soggetto del discerni-
mento è la persona, in quanto creata «a imma-
gine e somiglianza di Dio», capace di conoscere
il bene e il male e di agire nel suo interesse per
raggiungere il fine «di felicità e di perfezione»

14
Cf. Rm 12,1-2; 1Ts 5,19-22; 1Cor 12,10; Fil 1,9-10; Ef
5,3-21, dove si evocano alcuni tratti della tradizione sapienziale
dell'Antico Testamento; cf. P. Stefani (ed.), La voce di Dio.
Chiamate e vocazioni dalla Bibbia a oggi, Morcelliana, Brescia
2015. Per la riflessione teologico-spirituale, cf. P. Schiavone, Il
discernimento. Teoria e prassi, Paoline, Milano 2009. Nella tradi-
zione dei padri del deserto il discernimento e' «sorgente e radice,
principio e coesione di tutte le virtu'» [Cassiano il Romano, A
Leonzio Igumeno... Discorso sommamente utile a proposito del di-
scernimento, in Nicodimo Aghiorita - Macario di Corinto
(a cura), La Filocalia, I, Gribaudi, Milano 1983, 163].


17
posto nel suo cuore. Annota l'autore di Ben
Sira: «(Gli esseri viventi) ricevettero l'uso delle
cinque opere del Signore, come sesta fu con-
cessa loro in dono la ragione e come settima la
parola, interprete delle sue opere. Discernimen-
to, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per
pensare. Li riempì di scienza e d'intelligenza e
mostrò loro sia il bene che il male [']. Pose
davanti a loro la scienza e diede loro in eredità
la legge della vita, affinché riconoscessero che
sono mortali coloro che ora esistono» (Sir 17,5-
7.11). È possibile indicare due linee interpreta-
tive del «discernimento sapienziale» emergenti
dai testi biblici: a) la comprensione della volon-
tà di Dio attraverso le pratiche divinatorie; b)
il dono della sapienza del cuore per una lettura
religiosa della vita.
a) La comprensione della volontà di Dio attra-
verso le pratiche divinatorie
Nei racconti biblici la conoscenza della vo-
lontà divina è inizialmente fatta anche attraver-
so pratiche religiose con notevoli influssi della
prassi divinatoria. Un esempio tipico è l'uso del
«sorteggio» ricorrendo agli urîm e ai tummîm
(Es 28,30). Collegati con l'esercizio della media-
zione sacerdotale antica, tali pratiche venivano

18
svolte a servizio del popolo15. Ci si recava presso
il sacerdote del santuario con domande precise
sulle decisioni da prendere (cf. 1Sam 10,20-
21) e l'impiego del sorteggio era finalizzato a
smascherare la menzogna e a discernere la verità
per realizzarla (cf. 1Sam 14,42). L'impiego del
sorteggio era utilizzato anche nella liturgia del-
lo Yom Kippur (Lv 16,8). Un secondo simbolo
liturgico collegato al dono del discernimento è
l'Efod che conferisce l'autorità nel discernimen-
to in chi lo indossa (1Sam 30,5-8). Un terzo
elemento è dato dalla negromanzia, condannata
da Yhwh e bandita da Israele. L'evocazione di
spiriti dall'oltretomba per conoscere la volontà
di Dio e per fare delle scelte è rappresentata dal
racconto di 1Sam 28,3-25 (la negromante di
Endor). La caratteristica di tale discernimento
è la «proiezione verso l'esterno». Si pretende di
conoscere la volontà di Dio attraverso dei mez-
zi esterni alla razionalità (saggezza) del cuore
umano.
b) Il dono della sapienza del cuore per una
lettura religiosa della vita

15
Cf. Es 28,29-30; Lv 8,8; Nm 27,21; cf. S. Pinto, Il discerni-
mento nell'Antico Testamento. La fatica e la gioia di una relazione,
«CredereOggi» 5 (2017), 22-28.


19
La condizione sapienziale del corretto discer-
nimento implica anzitutto l'ascolto della parola
di Dio e l'apertura del cuore alla sua volontà. È
questa seconda linea interpretativa che pone in
evidenza la verità della dimensione spirituale del
credente e la sua capacità di mettere a frutto i
doni di Yhwh e la sua Legge. Gli autori sapien-
ziali elaborano un «cammino di maturazione»
avendo presente la condizione «peccaminosa»
dell'essere umano dopo il peccato originale. Il
dramma del peccato segna la storia umana e la
sua fragilità nel capire e obbedire alla volontà
divina. Nei libri sapienziali si riflette sulla per-
sona che deve apprendere la sapienza di Yhwh.
La figura-tipo del discernimento spirituale è Sa-
lomone, protagonista ideale dei libri sapienziali,
che chiede a Yhwh un «cuore docile» (1Re 3,6-
9) e il discernimento nel giudicare (1Re 3,10-
13). Emergono tre aspetti della sapienza del
cuore, rileggendo la sua preghiera e collegandola
al desiderio del credente di saper discernere il
bene (cf. 1Re 3; 8).
' Dio dona l'intelligenza (bin'h) all'uomo
che si apre con disponibilità alla sua Legge (Pr
1,2; 23,2). Così mentre lo stolto rifiuta la legge
di Dio, il saggio detiene l'intelligenza (Pr 19,8).
' Un importante aspetto della sapienza è

20
l'ascolto (sh'mah) che riporta all'«obbedienza»
(ob-audire). Il saggio è colui che sa ascoltare Dio
e i suoi maestri (cf. Pr 1-9). Amare la sapienza
significa ascoltare-ubbidire al padre e al maestro
(insegnante) di vita, rispettando i comandamenti.
' Un ultimo aspetto è costituito dalla capa-
cità di emettere giudizi giusti (il giudice: sofet),
di saper amministrare la giustizia (Es 21,31; 1Re
20,40) e di vivere un comportamento giusto e
retto (Ger 22,3.15).
Riprendendo gli aspetti della tradizione an-
ticotestamentaria, gli autori del Nuovo Testa-
mento presentano il processo di discernimento
come un processo decisionale che coinvolge
la coscienza (syneídesis) dell'essere umano e lo
chiama ad assumersi le proprie responsabilità
nel comprendere e agire secondo la propria co-
scienza. Risulta esemplare la scena evangelica di
Mt 16,1-4, in cui si riporta il dialogo tra Gesù
e i farisei, centrato sulla capacità del discerni-
mento. Il testo biblico mette in luce l'impor-
tanza del discernimento dei «segni dei tempi» e
la difficoltà di saper giudicare non solo la storia
degli avvenimenti, ma soprattutto la bontà delle
scelte personali e dei desideri del proprio cuore.
Gesù pone in evidenza il ruolo determinante
della fede, che costituisce la chiave interpretativa

21
per leggere la vita e la storia nell'orizzonte della
salvezza.
Nelle sue lettere Paolo affronta in diversi con-
testi il tema del discernimento ed è l'unico autore
neotestamentario che focalizza e precisa il concet-
to di coscienza. Il discernimento collega l'azione
dello Spirito Santo, della quale viene definito il
frutto in nove componenti (Gal 5,22), e la re-
sponsabilità del credente nella sua «coscienza»,
che deve accogliere il dono spirituale e saperlo
impiegare a servizio del bene comune (1Cor
12,7). Nell'esortare le comunità, Paolo ricorda
ai cristiani la grave responsabilità del discerni-
mento (Rm 12,2; 14,22) e l'importanza di non
spegnere l'azione dello Spirito (1Ts 5,19-22)16. Il
discernimento è particolarmente raccomandato
ai responsabili delle comunità, che sono chiamati
a guidare e servire i credenti, difendendoli con-
tro le dottrine errate e i pericoli provenienti dal
mondo pagano (1Tm 6,11-16; 2Tm 2,1-7). Nel
quarto Vangelo il giudizio assume un senso speci-
ficamente teologico, in riferimento al processo di
rivelazione cristologica e alla risposta del credente.

16
Cf. A. Albertin, Il discernimento secondo Rm 12,1-2, «Cre-
dere Oggi» 5 (2017), 4-53; G. Therrien, Le discerniment dans
les écrits pauliniens, Cerf, Paris 1973.


22
Crisi e discernimento sono dialetticamente
connessi alla condizione umana. Essa fa parte
integrante della relazione con Dio, come emer-
ge dai racconti biblici. A essi ci rivolgiamo per
approfondire il senso e cogliere le finalità emer-
genti dall'esperienza della crisi.




23
INDICE


Abbreviazioni e sigle . . . . . . . . . . . . . . . 5

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

I. Crisi e discernimento:
aspetti terminologici . . . . . . . . . . . . . . . 11
Il lessico della crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
Il lessico del discernimento . . . . . . . . . . . . . 16

II. Crisi e discernimento: itinerario
anticotestamentario . . . . . . . . . . . . . . . 25
Israele nel deserto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Mosè a Taberà: crisi personale e risposta
ministeriale (Nm 11,1-30) . . . . . . . . . . . . . . 29
L
 a predicazione profetica
di fronte alla crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
G
 eremia: la crisi come narrazione
del dramma interiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
L
 a sapienza tradizionale di fronte al dolore:
il caso di Giobbe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Il martirio come risposta alla crisi . . . . . . . . . 53


117
III. Crisi e discernimento: itinerario
neotestamentario . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
La crisi come «incredulità»
e il suo discernimento nei Vangeli . . . . . . . . . 67
La crisi come «debolezza»
nelle lettere di Paolo . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
L'io umano e la crisi di coscienza
(Rm 7,7-25) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83
La crisi come «giudizio» nel quarto Vangelo . . . 91
Il discepolo amato tra crisi e discernimento . . . 95

Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
Orientamenti bibliografici . . . . . . . . . . 113




118

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il 27 maggio 2020 alle 14:06 ha scritto:

Una novità da leggere assolutamente. Ci interroga e ci fa trovare le risposte che aiutano nel percorso di fede..