Astrologia, teologia e fede
(Percorsi di teologia urbana)EAN 9788825046960
ll'era dell'homo tecnologicus ci si affida ancora alle stelle
ADRIANO
ADRIANO MINARDO ASTROLOGIA, TEOLOGIA E FEDE
per conoscere il proprio destino'
MINARDO
Sempre più che in passato!
Il nucleo fondamentale dell'astrologia ' disciplina esote-
rica ancora oggi praticata nella nostra società urbana '
ruota attorno all'inveterata idea che le stelle possano con-
ASTROLOGIA,
dizionare, attraverso il loro influsso, il destino dell'uomo.
Questo libro, nella prima parte, sfoglia alcune pagine del-
la storia del pensiero al fine di presentare una sintesi del
dibattito culturale, registrato nel corso dei secoli, attorno
all'antica arte di Urania; nella seconda parte, riprende le
potenti, fondate e convergenti obiezioni che all'astrologia
TEOLOGIA E FEDE
sono state indirizzate dal fronte razionale, scientifico e
teologico.
ADRIANO
MINARDO
(1974), presbitero della diocesi di Noto, ha conseguito la licenza
in teologia dogmatica e il dottorato presso la Pontificia Univer-
sità Gregoriana. Ha pubblicato: La potenza di Dio. Studio storico-ti-
pologico su un attributo divino (2011), Dal principio alla fine. Intro-
duzione alla teologia della creazione (2011), oltre a diversi saggi e
articoli su riviste teologiche. Insegna presso lo Studio teologico
S. Paolo di Catania e l'Istituto superiore di scienze religiose San
Metodio di Siracusa.
ISBN 88-250-4696-0
ISBN 978-88-250-4696-0
9 788825 046960
' 14,00 (I.C.) www.edizionimessaggero.it
La collana Percorsi di teologia urbana si ispira pro-
grammaticamente all'indicazione di papa Francesco:
«È necessario arrivare là dove si formano i nuovi rac-
conti e paradigmi, raggiungere con la Parola di Gesù
i nuclei più profondi dell'anima delle città».
(Evangelii gaudium, 74)
Collana diretta da
Armando Matteo
ADRIANO
MINARDO
ASTROLOGIA,
TEOLOGIA E FEDE
ISBN 978-88-250-4696-0
ISBN 978-88-250-4697-7' (PDF)
ISBN 978-88-250-4698-4' (EPUB)
Copyright © 2020 by P.P.F.M.C.
MESSAGGERO DI SANT'ANTONIO ' EDITRICE
Basilica del Santo - Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova
www.edizionimessaggero.it
INTRODUZIONE
Nel complesso mondo delle culture urbane,
nuovi linguaggi, nuovi simboli, nuovi paradig-
mi eterogenei e compositi, caratterizzano gli al-
trettanto nuovi segni dei tempi che la Chiesa, in
una società sempre più globalizzata, deve saper
leggere e interpretare. È quanto papa France-
sco, attraverso l'Esortazione apostolica Evangelii
gaudium, ha riaffermato come compito pastora-
le inderogabile di una Chiesa che sia all'altezza
del difficile dialogo con la contemporaneità (EG
74).
La potenza semantica dell'aggettivo 'diffici-
le', tuttavia, esplode in tutta la sua carica provo-
catoria quando si tratta di affrontare argomenti
che apparentemente superano i limiti del veri-
ficabile e, più specificamente, toccano il campo
inattingibile del paranormale. La sopravvivenza
di credenze superstiziose, l'attrazione esercitata
da certe pratiche esoteriche, la diffusione di dot-
trine e riti risalenti ad antiche tradizioni pagane,
la proliferazione di servizi e consulenze offerti
da improvvisati guru, indovini, veggenti, voci
oracolari, sensitivi, medium, maghi, cartoman-
5
ti, tutto questo e molto altro ancora costituisce
un preoccupante fenomeno carsico, sottotrac-
cia, fluido, anfibio e, soprattutto, diffusissimo
di ripresa di motivi neopagani che con la fede
cristiana nulla hanno da fare. Arduo in questo
caso, se non impossibile, trovare un interlocu-
tore unico che possa rappresentare tale varie-
gato mondo sommerso. La via maestra che la
pastorale della Chiesa può percorrere, in questo
caso, rimane il contatto con i fruitori, gli adepti
e persino i 'professionisti' di questo universo
occulto qualora fossero disposti a un dialogo
costruttivo e onesto.
Secondo una recente ricerca del Coordina-
mento delle Associazioni per la difesa dell'ambien-
te e la tutela dei diritti degli utenti e dei consu-
matori (Codacons), sono 13 milioni gli italia-
ni che almeno una volta l'anno si rivolgono a
maghi, indovini, cartomanti e simili (3 milioni
in più rispetto all'inizio del millennio), per un
giro d'affari prossimo agli 8 miliardi di euro1.
Risulta facile concludere che questo singolare
vezzo possa creare, nel tempo, sotto il profilo
psicologico e sociologico, delle vere e proprie
1
Cf. il sito internet https://codacons.it/un-business-in-ne-
ro-da-otto-miliardi/.
6
forme di dipendenza e, altresì, condurre alla ri-
cerca ossessiva, da parte dei richiedenti aiuto, di
risposte pronte all'uso, per qualsiasi necessità,
bussando alla porta di chi si occupa di fatture
senza rilasciarne. La stessa ricerca nota come,
in questo conclamato periodo di crisi, sia au-
mentato il numero di santoni, guaritori e sette,
registrando un incremento del 500% e sfioran-
do la cifra di 155 mila operatori dell'occulto. Il
Codacons e altri osservatori di fenomeni sociali
segnalano soprattutto nella crisi economica il
motivo della sorprendente crescita di questo
mercato. L'incertezza sul futuro, l'attesa di can-
cellare lo stigma della precarietà o della man-
canza di lavoro, gli ostacoli nel risalire la china
in condizioni obiettivamente sfavorevoli, sono
concause che hanno visto crescere la quota di
italiani che cercano soluzioni nell'abisso dell'oc-
culto, noncuranti del pericolo di poter cadere
tra le grinfie di profittatori senza scrupoli. Se
alle inquietudini che derivano da tali difficoltà
si aggiungono problemi esistenziali di altro ge-
nere, si comprende bene come questo mercato
di soluzioni palliative, per non dire ingannevoli,
sia destinato a non conoscere crisi.
Ora, tra le discipline esoteriche più note e
affermate, spicca senza dubbio l'antica arte di
7
Urania, ovvero l'astrologia. Ritenuta, insieme
alla magia, l'emblema di una mentalità arcai-
ca e prerazionale, residuo di un oscurantismo
che si credeva superato, ci si stupisce vederla
sopravvissuta all'avanzare dei lumi della ragio-
ne e, addirittura, trovarla in ottima salute. In
realtà, nella cultura occidentale, l'aura concet-
tuale e spiritualistica dell'astrologia non si è
mai del tutto dissolta. Ne è prova il fatto che,
ancora oggi, ciascuno di noi sa a quale segno
zodiacale appartiene, che abbiamo conservato
i nomi dei giorni della settimana associati ai
pianeti (fatta eccezione, almeno in italiano, per
sabato e domenica), che utilizziamo espressioni
idiomatiche come 'nascere sotto una buona/
cattiva stella' oppure 'avere Saturno contro',
che ci riferiamo ad aggettivi caratteriali come
'lunatico', 'marziale', 'gioviale'2. Non manca-
no poi amici, conoscenti, colleghi, vicini di casa,
familiari che ammettono candidamente ' pur
precisando di non 'credervi' ' di dare ogni tan-
to qualche sbirciatina all'oroscopo pubblicato
nei quotidiani o nelle riviste, o di ascoltarlo per
radio e per televisione, o riceverlo tramite app
Cf. D. Pedrazzini, Il destino nelle stelle. L'astrologia nel
2
mondo classico, Dielle Editore, Mozzecane (Vr) 2016, p. 8.
8
negli smartphone. Questi oroscopi mostrano,
tutto sommato, le sembianze di un innocente
divertissement dall'effetto Barnum assicurato.
Solitamente rappresentano una forma leggera
di spettacolo per intrattenere il largo pubblico
televisivo oppure una sorta di scacciapensieri tra
un cruciverba e un sudoku. Per confermare l'idea
che si tratta di un particolare genere letterario di
evasione3, basterebbe semplicemente confronta-
re gli oroscopi proposti da varie rubriche: ci si
accorgerebbe, per esempio, della differenza delle
previsioni che si riferiscono a uno stesso segno
zodiacale o della genericità degli oracoli che, a
prescindere dal segno di appartenenza, possono
adattarsi a tutti4.
Il problema sorge quando ci si lascia in-
fluenzare dagli oroscopi per le decisioni piccole
o grandi della vita. Fatto è che tantissime per-
sone attribuiscono all'astrologia prêt-à-porter un
autentico attestato di affidabilità, senza tuttavia
3
Questa non sembra essere una novità contemporanea. E.
Casali ci informa che letterati dell'Età moderna (Pietro Areti-
no, François Rabelais e molti altri) si dilettavano nell'esercizio
retorico del pronostico burlesco. Cf. E. Casali, Le spie del cielo.
Oroscopi, lunari e almanacchi nell'Italia moderna, Einaudi, To-
rino 2003, pp. 237ss.
4
Sono gli stessi astrologi ad affermare che l'oroscopo, seria-
mente studiato, debba stilarsi con l'indicazione precisa dell'ora
e del luogo di nascita della persona interessata.
9
conoscerne principi teorici e tecniche operative.
Quando infatti si parla di astrologia, ci si riferi-
sce a una pratica che ha offerto di sé, nel corso
della sua stratificata tradizione millenaria, una
galleria di immagini parecchio assortita. Oggi
sembra prevalere un'idea dell'astrologia affine a
una disciplina umanistica che, sganciata dalle
antiche tecniche divinatorie, vuole configurarsi
come analisi congetturale del temperamento che
tiene conto della personalità e del carattere del
soggetto5. Ma la storia dice altro rispetto a questa
versione annacquata che sta sul confine tra para-
normale, relazione d'aiuto e counseling psicologi-
co diretta a soggetti che, ascoltando il responso
delle stelle, de-siderano trovare un sollievo, una
conferma o una guida. Se alla stragrande mag-
gioranza delle persone l'astrologia evoca l'antico
tema del destino, agli storici della cultura richia-
ma invece una pluriforme articolazione dottri-
nale che diventa di volta in volta fede negli astri,
divinazione astrale, fatalismo determinista, filo-
sofia della natura, filosofia della storia. Per tale
ragione l'astrologia ha potuto rappresentare, nei
secoli passati, una concezione globale della realtà
5
Cf. O. Pompeo Faracovi, Scritto negli astri. L'astrologia
nella cultura dell'Occidente, Marsilio, Venezia 1996, p. 276.
10
che ha condizionato persino la politica, certo
costume sociale, la medicina o l'arte.
Il nucleo fondamentale della concezione
astrologica ruota attorno all'inveterata idea che
le stelle condizionino il destino dell'uomo. Idea
che non ha avvinto soltanto i sapienti, gli astro-
nomi, i filosofi di un lontano passato, ma anche
convinto o perlomeno incuriosito, in tempi a
noi più vicini, insospettabili uomini di scienza,
artisti, intellettuali e politici6. Complessivamen-
te rifiutata dalla scienza moderna, verso la fine
del diciannovesimo secolo, dopo secoli di oblio,
si è assistito a una straordinaria operazione mul-
tidisciplinare che ha ridato luce a un immenso
patrimonio di testi e manoscritti di astrologia
antica, poi ordinati in edizioni critiche7. Da qui
6
Sarebbe lunga la lista di quanti, fino ai nostri giorni, hanno
ritenuto reale l'influsso astrale sulla vita degli uomini. La vulgata
ricorda comunque tra gli scienziati moderni G. Keplero e G.
Galilei, o ancora C.G. Jung in disputa difensiva contro il suo
collega S. Freud. Cf. O. Pompeo Faracovi, Scritto negli astri,
p. 14; cf. M. Pesatori, Astrologia per intellettuali. I segni dello
Zodiaco raccontati da artisti, scrittori, filosofi, musicisti e poeti,
Neri Pozza, Vicenza 2008.
7
La notevole impresa è stata condotta da filologi classici,
orientalisti, matematici, storici delle religioni, della scienza,
della filosofia e dell'arte. Tra i luminari che hanno reso possibi-
le questa immensa operazione culturale vanno ricordati Franz
Boll, Franz Cumont, Friedrich von Bezold, Wilhelm Gundel,
Aby Warburg, Fritz Saxl, Lynn Thorndike.
11
un incremento di interesse che ha permesso, dal
punto di vista della storia della cultura e delle
idee, di tracciare la carta migratoria dell'astro-
logia che, dall'antica Babilonia, per vie traverse
e intricate, è giunta sino al nostro Occidente.
Nelle pagine che seguono intendo risalire al
dato culturale della storia dell'astrologia sia per
avviare una maggiore comprensione del pro-
blema sociologico della consultazione di massa
degli oroscopi sia per iniziare, sotto il profilo
pastorale, un dialogo di confronto con chi ha
eletto l'oroscopia a guida spirituale infallibile.
Questo libro quindi nasce dal desiderio di
sfogliare alcune pagine della storia del pensiero
e restituire, in sintesi, il nucleo del dibattito filo-
sofico e culturale avvenuto tra i difensori e i de-
trattori dell'antica arte di Urania. L'intento non
mira affatto a dimostrare l'efficacia dell'astrolo-
gia quanto, piuttosto, a conoscere le origini lon-
tane di una pratica che, inspiegabilmente, conti-
nua a sopravvivere nella società contemporanea
malgrado le potenti e fondate obiezioni che le si
possono muovere contro. Pertanto, i primi due
capitoli presenteranno i risultati di una ricogni-
zione storico-filosofica dell'astrologia occiden-
tale, dalle sue origini fino al Rinascimento; il
terzo riprenderà criticamente, dal punto di vista
12
teologico e scientifico, la prospettiva astrologica
nella sua pretesa fondamentale di poter indovi-
nare le sorti umane; il quarto e ultimo offrirà
una riflessione teologica che, in alternativa alla
distrazione astrologica, desidera ricentrare sul
lógos cristiano le gioie e le speranze, le tristezze
e le angosce dell'avventura umana.
L'occasione mi è gradita per ringraziare Ar-
mando Matteo. Senza il suo invito a collaborare
al progetto di questa collana teologica, le se-
guenti pagine, nel bene e nel male, non sareb-
bero state né pensate né pubblicate.
13
1
L'ASTROLOGIA OCCIDENTALE:
ORIGINE E PRESUPPOSTI TEORICI
L'assunto di base dell'astrologia ruota attor-
no alla persuasione che le stelle, a seconda della
loro posizione e del loro movimento, possano
determinare, influenzare o incidere sulla vita
degli uomini. Questa considerazione fa sì che
di ogni individuo sarebbe possibile tracciare il
tema o cielo natale, ossia la mappa celeste così
come è apparsa rispetto all'ora e al luogo della
sua nascita. Dall'analisi di questa mappa, chia-
mata anche genitura o diagramma, l'astrologo
presume di derivare una serie di informazioni
riguardanti almeno il temperamento caratteriale
del soggetto, le sue inclinazioni comportamen-
tali, le sue attitudini sociali. Integrando poi cer-
te tecniche divinatorie, egli potrebbe leggere il
futuro stabilito dal fato.
L'astrologia genetliaca o oroscopica lavora,
dunque, su una rappresentazione grafica di
stelle e pianeti dalla cui disposizione, vista dal-
la Terra, si desumono gli elementi salienti del
segno di appartenenza che si trasmetterebbero
15
al nascituro8. L'interpretazione di questa carta
di identità astrale sarebbe tanto più corretta
quanto più precisamente sono individuati gli
aspetti planetari, ovvero le distanze angolari tra
i pianeti (congiunzione, sestile, quadratura, tri-
gono, opposizione), la posizione dell'ascendente
e del discendente, del medium coeli e dell'imum
coeli, le domificazioni e un'altra serie di variabili
accessibili solo agli addetti ai lavori9.
Al di là della scelta dell'astrologo di oggi di
indossare la veste più conciliante e politically
correct del consulente parapsicologo oppure di
continuare il ruolo dello scrutatore predittivista,
in entrambi i casi egli deve riferirsi all'asse por-
tante dell'arte di Urania, ossia lo zodiaco.
Lo zodiaco
Quando si parla di zodiaco ' «l'oblico cer-
chio che i pianeti porta» (Dante, Paradiso, X,
14) ' ci si riferisce alla fascia (obliqua rispetto
all'equatore) della sfera celeste lungo la quale
8
Il termine oroscopo (dal greco horoskópos, 'che osserva
l'ora') indica il punto del cerchio zodiacale che in prospettiva
terrestre interseca l'equatore celeste rispetto al luogo e al mo-
mento della nascita.
9
Cf. Pedrazzini, Il destino nelle stelle, pp. 14-16.
16
sembrano muoversi il Sole, la Luna e gli altri
pianeti10. Tale zona, che si estende a 6-7 gradi da
entrambe le parti dell'eclittica (ovvero il piano
su cui apparentemente il Sole, visto dalla Terra,
si muove), è divisa in dodici settori di uguale
ampiezza (30 gradi), a ciascuno dei quali è at-
tribuito un segno o una costellazione11. Questa è
un insieme di stelle che la fantasia degli antichi
univa, attraverso linee immaginarie, in modo
da rappresentare la figura di un essere vivente
(lo zódion)12. I segni dello zodiaco assunsero il
nome dalle corrispettive costellazioni davanti
alle quali il Sole 'passa' durante i dodici mesi
della sua orbita apparente13. Il percorso del Sole
10
Pare sia stato Talete a utilizzare per primo il termine
'pianeti' (plánetes astéres, stelle vaganti) per distinguere le stelle
erranti (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno)
da quelle fisse poste nell'ottava sfera celeste. Cf. D. Pedrazzini,
Il destino nelle stelle, p. 13.
11
Cf. F. Cumont, Lo zodiaco, L. Perilli (ed.), Adelphi,
Milano 2012, pp. 11 ss.
12
L'iconografia della tradizione ellenistica ha poi arricchito
di nuovi significati mitologici l'antico zodiaco mesopotamico,
fino a costituire uno zodiaco propriamente occidentale. Cf. S.
Settis, Introduzione, in F. Saxl, La fede negli astri. Dall'antichità
al Rinascimento, S. Settis (ed.) Bollati Boringhieri, Torino
2016, pp. 24 ss.
13
I postulati dell'astrologia non tengono conto del sistema
eliocentrico giacché ciò che importa, nella lettura della mappa
celeste, è la posizione o lo spostamento degli astri rispetto
all'osservatore terrestre.
17
è dunque fondamentale nell'individuazione del
segno zodiacale o della costellazione14.
Occorre tuttavia precisare che lo zodiaco oc-
cidentale si è distinto da quello mesopotamico
per una diversa individuazione delle costellazio-
ni e dei segni15.
Lo zódion mesopotamico, infatti, è uno
zodiaco siderale. Esso è ottenuto dividendo la
fascia in dodici porzioni di 30 gradi ciascuna
e utilizzando come punto di riferimento, sullo
sfondo cosmico, alcune stelle fisse di particola-
re brillantezza. Lo zódion occidentale, invece, è
14
Mantenendo l'antica tradizione babilonese di far comin-
ciare il nuovo anno all'equinozio di primavera si è convenzional-
mente attribuito al segno di Ariete il punto di inizio dell'eclittica
e dunque dello zodiaco (tropico). All'equinozio di primavera,
infatti, il Sole 'entra' ' come si dice in gergo ' in Ariete; a
questo seguono i segni di Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Ver-
gine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e
Pesci. Vi è da aggiungere che il Sole, durante il suo 'tragitto'
annuo lungo la fascia dello zodiaco, attraversa la costellazione
dell'Ofiuco (o Serpentario) e sfiora la costellazione della Balena
sebbene queste ' non si comprende bene come mai ' non siano
ritenute astrologicamente significative.
15
Come è noto, infatti, la diversa estensione delle costella-
zioni non consente di collocarle ciascuna esattamente all'interno
dei 30 gradi dei dodici settori zodiacali. La costellazione della
Vergine è, per esempio, più estesa rispetto alla costellazione dello
Scorpione, con l'evidente conseguenza che il Sole impiegherà
più tempo per 'attraversarla'. Gli astrologi, solitamente, risol-
vono la difficoltà della non corrispondenza fra segno e costel-
lazione distinguendo lo zodiaco tropico dallo zodiaco siderale.
18
uno zodiaco tropico che, mantenendo la suddi-
visione in dodici parti uguali, scansiona l'orbita
apparente del Sole attorno alla Terra (ovvero la
suddivisione è legata al moto di rivoluzione del-
la Terra). Se i babilonesi osservavano la cintura
zodiacale lungo la quale si spostano il Sole, la
Luna e i pianeti, i greci osservavano il percorso
del Sole lungo l'eclittica. Se il modello sidera-
le cioè si presenta come una ripartizione fissa
dello zodiaco, il modello tropico si riferisce a
una settorializzazione dell'eclittica. La differen-
za non è irrilevante, giacché il primo modello
terrà conto, per esempio, del fenomeno della
precessione degli equinozi, il secondo rimarrà
invariato rispetto a questo fenomeno e stabilirà
le caratteristiche dei segni non in base alle co-
stellazioni corrispondenti, ma in base ad altri
specifici parametri noti agli astrologi di profes-
sione16. I difensori degli oroscopi occidentali
possono così affermare che quando un pianeta
è, per esempio, nel segno dell'Ariete non vuol
dire che esso si trova nella costellazione corri-
spondente, ma che si trova nei primi 30 gradi
del cerchio zodiacale17.
16
Sul fenomeno astronomico della precessione degli equi-
nozi si veda più avanti a p. 96.
17
Cf. Pompeo Faracovi, Scritto negli astri, pp. 42-49.
19
Come si può notare, la diversa configura-
zione degli zodiaci (siderale e tropico), il gine-
praio delle differenti tradizioni, la pluralità di
tecniche interpretative non facilitano la ricer-
ca di un fondamento univoco che confermi
l'esistenza di una koiné astrologica universale.
Senza poterci addentrare nei meandri tortuosi
e intricati che vedono contrapporsi sistemi e
metodi astrologici, dobbiamo però notare che
ciò che li accomuna, ossia l'assunto di base che
le stelle esercitino un qualche influsso sull'uo-
mo, resta esso stesso problematico. Alla convin-
zione astrologica della corrispondenza e della
simpatia universale non possono non legarsi dei
quesiti concernenti l'origine della causazione
stessa: sono le stelle in sé a influire sulle umane
sorti o ricevono questo mandato da altre entità
spirituali' È una proprietà fisica naturale degli
astri o si deve supporre una intenzionalità di-
vina che presiede fatalmente all'ordinamento
del mondo attraverso la mediazione planetaria'
Le stelle sono segni o anche cause dell'umano
destino'
Simili domande hanno originato un dibat-
tito che, attraverso i secoli, ha reso le molte
immagini dell'astrologia spesso irriducibili tra
loro. Della storia di questo dibattito si renderà
20
conto in questo saggio, dedicando il necessa-
rio spazio alle questioni concernenti il sostrato
concettuale e ideale su cui si basa ogni pretesa
formalizzazione astrologica. Prima però occorre
brevemente soffermarsi sulle coordinate storiche
che hanno visto nascere e svilupparsi l'antica
arte di Urania.
I natali dell'astrologia
Rintracciare le radici storiche dell'astrologia
ci porta indietro nel tempo di almeno quattro
millenni, nell'antica terra di Mesopotamia18.
Prescindendo da qualsiasi grado di attendibilità
attribuibile all'arte di Urania, rimane evidente
l'eredità culturale che l'Occidente ha ricevuto
dall'antico Oriente.
Sappiamo che la prima civiltà a sorgere in
Mesopotamia fu quella dei sumeri (IV millen-
nio a.C.). Distintisi per l'uso della scrittura e
per aver posto le basi del calcolo matematico e
geometrico, a loro dobbiamo il sistema di nu-
merazione sessagesimale che ancora oggi utiliz-
ziamo per la misurazione dell'ora (in 60 minuti
e in 60 secondi) e degli angoli (i 360 gradi di
18
Cf. Cumont, Lo zodiaco, pp. 17ss.; Pompeo Faracovi,
Scritto negli astri, pp 23ss.
21
una circonferenza). A loro dobbiamo pure le
prime mappature e descrizioni del firmamento
attraverso le annotazioni e le trascrizioni di ciò
che a occhio nudo erano in grado di vedere.
Da tali osservazioni furono poi individuate e
distinte le stelle fisse (come ai loro occhi sem-
brava) dalle stelle erranti (i pianeti 'mobili'
rispetto allo sfondo delle stelle fisse) chiamate
con i nomi di personaggi mitici, di divinità, di
eroi le cui qualità erano trasferite all'astro corri-
spondente. Si diede così inizio a un processo di
mitologizzazione della volta celeste che troverà
il suo compimento maturo nella dottrina astrale
dei greci.
Anche le altre civiltà e culture insediatesi nel-
la regione tra il Tigri e l'Eufrate (accadi, babi-
lonesi, caldei, ecc.), dedicarono all'osservazione
del cielo le loro migliori risorse investigative,
riuscendo da una parte a elaborare nozioni astro-
nomiche essenziali e, dall'altra, a stabilire delle
connessioni causali tra i movimenti delle stelle e
i fenomeni naturali del mondo sublunare. Così,
per esempio, l'alternarsi della luce del giorno e
del buio della notte, il succedersi ciclico delle
stagioni, il ritmo biologico degli esseri viventi
(vegetali e animali) si credeva dovessero dipen-
dere dall'azione di una forza cosmica propria
22
degli astri celesti. Peraltro eventi straordinari
come le eclissi, gli aloni della Luna, i movimenti
instabili di pianeti che apparivano e si sottraeva-
no alla vista, dovevano a tal punto eccitare l'im-
pressionabilità umana che questa poteva essere
placata solo dal sacro timore tributato agli astri.
Le stelle erano ritenute entità divine vive e
senzienti, volitive, pacifiche o malvagie, i cui
movimenti decidevano gli avvenimenti futuri
collettivi: calamità naturali, cataclismi, guerre,
come pure declini politici di regni, di dinastie,
di civiltà. Conoscerne pertanto traiettorie e
posizioni, avrebbe reso edotti circa gli eventi
futuri, già sentenziati, che sarebbero presto o
tardi accaduti. La lettura dei segnali celesti era
comunque demandata agli interpreti di corte:
non ci si poteva improvvisare capaci di pro-
nostici senza appartenere a una casta ufficiale,
spesso sacerdotale, che del cielo aveva fatto la
sua fonte diretta di predizioni. È da notare tut-
tavia che detta preconoscenza non riguardava
ancora l'astrologia oroscopica. Si era piuttosto
nel campo dell'astrolatria e dell'astromantica:
se la prima, scongiurando il dis-astro, tributava
il suo supplice culto al pianeta da rabbonire, la
seconda appariva nondimeno una pratica divi-
natoria capace di decrittare i segni ' gli omina
23
dei latini19 ' che presagivano il futuro in termini
collettivi. Originariamente legata alla venerazio-
ne delle stelle (astrolatria) e via via configuratasi
come tecnica divinatoria premonitrice (astro-
mantica), l'astrologia tout court si affinerà invece
come tecnica o arte laicizzata dedita a stilare
l'oroscopo natale di un individuo, sulla base di
più evolute nozioni astronomiche e di complessi
calcoli matematici.
Furono i caldei20, tuttavia, a dare inizio a
quella vasta diffusione di conoscenze astronomi-
che miste a dottrine religiose che, oltrepassan-
do i confini della bassa Mesopotamia (all'epoca
dell'annessione di Babilonia all'impero persiano
di Ciro), penetrarono a est nel mondo indiano,
a sud-ovest in Egitto, a nord-ovest nella Ionia,
regione persiana abitata da popolazioni greche.
L'autorevolezza riconosciuta a questa 'sapienza'
antica (che condusse, per esempio, alla compila-
zione dei diari astronomici, delle effemeridi per-
petue del Sole, della Luna e dei cinque pianeti
visibili a occhio nudo) da una parte confermò
19
Cf. Pompeo Faracovi, Scritto negli astri, p. 27.
20
Abbondantemente citati nella letteratura profetica
dell'Antico Testamento, i caldei si erano stanziati nella parte
meridionale della Mesopotamia, integrandosi progressivamente
con i babilonesi a partire dall'VIII secolo a.C. Cf. Pedrazzini,
Il destino nelle stelle, pp. 17ss.
24
Babilonia quale capitale dell'astrologia e, dall'al-
tra, promosse il termine 'caldeo' a sinonimo di
astrologo.
L'astrologia neoegizia
In Egitto, paese tanto erudito quanto super-
stizioso, l'astromantica babilonese (all'epoca
della dominazione persiana, VI sec. a.C.) fu ac-
colta e integrata nella pratica divinatrice locale21.
In particolare si riuscì a dare forma a un'a-
strologia composita, nella fusione sincretista
tra antiche tecniche di divinazione e tradizioni
filosofiche e teologiche ermetiche, cui seguì,
all'epoca dei Tolomei (IV-I sec. a.C.), l'assimi-
lazione della genetlialogia greca che si basava
sull'analisi del tema natale. Alessandria divenne
luogo di elezione di ogni possibile incontro e
integrazione di popoli diversi (egizi, ebrei, siri,
caldei, persiani, greci), crocevia di culture, culti
e religioni che penetrarono ogni orientamento
di pensiero, ogni sistema politico-sociale, ogni
visione del mondo.
21
L'antico Egitto dei Faraoni, a quanto pare, si era specia-
lizzato in tecniche di divinazione riguardanti le attività agricole
piuttosto che nella genetliaca; cf. Pompeo Faracovi, Scritto
negli astri, p. 81.
25
BIBLIOGRAFIA
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142
INDICE
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1. L'astrologia occidentale:
origine e presupposti teorici . . . . . . . . . . . . . 15
Lo zodiaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
I natali dell'astrologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
L'astrologia neoegizia . . . . . . . . . . . . . . . 25
L'astrologia greca . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
L'assunto fondamentale
dell'astrologia occidentale . . . . . . . . . . . . . . . 30
2. 'astrologia dal Medioevo
L
al Rinascimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
L'astrologia nel Medioevo . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
Il dibattito intellettuale sull'astrologia . . . 46
La diffusione popolare dell'astrologia . . . 56
L'astrologia nel Rinascimento . . . . . . . . . . . . . . 60
La mentalità astrologica
tra Medioevo ed Età moderna . . . . . . . . . 62
La polemica sull'astrologia
nel XV secolo: Pico della Mirandola,
Marsilio Ficino e Girolamo Savonarola . . 67
L'astrologia durante la rivoluzione scientifica:
l'inizio della fine' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
143
3. Rilievi cristiani
e scientifici all'astrologia . . . . . . . . . . . . . . . 77
Gli argomenti antiastrologici
nella letteratura cristiana antica . . . . . . . . . . 77
L'influsso degli astri
secondo Tommaso d'Aquino . . . . . . . . . . . . . 85
Critiche contemporanee . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
4. Teologia, storia e fede . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
L'ufficio escatologico della teologia . . . . . . . . . . . 107
tempo che viviamo:
Il
l'erramento della contemporaneità . . . . . . . . 116
Spigolature bibliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 141
144
A. Matteo, Il postmoderno spiegato ai cattolici e ai loro parroci.
Prima lezione di teologia urbana, 2018.
D. Cravero - F. Cosentino, Lievito nella pasta. Evangelizzare
la città postmoderna, 2018.
D. Albarello, A misura d'uomo. La salvezza per la città,
2019.
V. Rosito, Metamorfosi del centro. Cultura, fede e
urbanizzazione, 2019.
G. Ancona, La fine del mondo sta per venire' Immaginari
apocalittici per la città degli uomini, 2019.
A. Ndreca, Filosofia dello spazio urbano, 2020.
C. Ciriello, Essere donna nella città attuale, 2020.
A. Minardo, Astrologia, teologia e fede, 2020.
Finito di stampare nel mese di settembre 2020
Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana, Padova
Nell'era dell'homo tecnologicus ci si affida ancora alle stelle
ADRIANO
ADRIANO MINARDO ASTROLOGIA, TEOLOGIA E FEDE
per conoscere il proprio destino'
MINARDO
Sempre più che in passato!
Il nucleo fondamentale dell'astrologia ' disciplina esote-
rica ancora oggi praticata nella nostra società urbana '
ruota attorno all'inveterata idea che le stelle possano con-
ASTROLOGIA,
dizionare, attraverso il loro influsso, il destino dell'uomo.
Questo libro, nella prima parte, sfoglia alcune pagine del-
la storia del pensiero al fine di presentare una sintesi del
dibattito culturale, registrato nel corso dei secoli, attorno
all'antica arte di Urania; nella seconda parte, riprende le
potenti, fondate e convergenti obiezioni che all'astrologia
TEOLOGIA E FEDE
sono state indirizzate dal fronte razionale, scientifico e
teologico.
ADRIANO
MINARDO
(1974), presbitero della diocesi di Noto, ha conseguito la licenza
in teologia dogmatica e il dottorato presso la Pontificia Univer-
sità Gregoriana. Ha pubblicato: La potenza di Dio. Studio storico-ti-
pologico su un attributo divino (2011), Dal principio alla fine. Intro-
duzione alla teologia della creazione (2011), oltre a diversi saggi e
articoli su riviste teologiche. Insegna presso lo Studio teologico
S. Paolo di Catania e l'Istituto superiore di scienze religiose San
Metodio di Siracusa.
ISBN 88-250-4696-0
ISBN 978-88-250-4696-0
9 788825 046960
' 14,00 (I.C.) www.edizionimessaggero.it
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