ANTEPRIMA
Il tempo è come sospeso. È la sera del 14 febbraio 2010 e nella Cappella delle reliquie, nella parte alta della Basilica del Santo, uno stuolo di religiosi francescani e alcuni laici sono assiepati intorno all'urna che raccoglie i resti mortali di sant'Antonio. Lo sguardo di tutti si concentra in un unico punto, e gli occhi cercano un contatto, quasi un colloquio. Padre Gianni Cappelletto, successore del Santo nel compito di Ministro provinciale, pronuncia brevi parole e intona la preghiera di compieta. Subito dopo, ognuno dei presenti ha il privilegio di passare accanto alla cassa di vetro e intrattenersi brevemente per un incontro personale e intimo, chi con un confratello di otto secoli fa che conosce da vicino, chi con un amico affidabile.
Inizia così, proprio come illustrato in copertina, l'Ostensione del corpo di sant'Antonio che durerà da lunedì 15 a sabato 20, sei giorni di ininterrotto pellegrinaggio che porterà più di 200 mila persone a incontrarsi, anche se per pochi attimi, con il Santo. Un fiume di grazia, di predilezione, d: divina benedizione, che per molti aspetti non può che rimanere sepolto ne: cuore di ogni pellegrino, ma anche una vicenda umana di grande intensità che le foto scattate da Nicola Bianchi (curatore del volume), Marco Corini Massimo Pistore, Francesco Fantini valorizzano e fissano per sempre, perenne memoria.
Con discrezione, che è la prima dote dello sguardo che si posa sui sentimenti umani, mai maggiorati o ricercati per se stessi. Ritrarre qualcuno che sta pregando, che è in comunicazione con il mondo di Dio, è avvicinarsi a un mistero alto e maestoso, e farlo in punta di piedi è somma gentilezza.
Con solennità, che non è pomposità artefatta o andare in cerca d effetti speciali, ma tirare fuori dalla realtà ciò che la regge nel profondo, ciò che la rende leggibile e meglio la esprime. E così ogni inquadratura della Basilica — ad esempio — è solenne, elegante e poderosa. Negli scatti panoramici dall'alto, ma anche in quelli verso angoli remoti e sfumati.
Con curiosità, perché l'occhio di un fotografo vede altro rispetto a ciò che i nostri occhi sanno vedere. La curiosità trova volti stanchi, assorti, eccitati, commossi, stupiti, di adulti e bambini, giovani e vecchi, e coglie i gesti più semplici, ripetuti, intensi, veri. Due mani giunte e un capo chino — è la posa di molti — dicono tutto.
Con realismo, così come sono reali le ossa di un frate dei primi del '200, il suo scheletro ricomposto e il cranio scurito da due profondissime orbite buie. Il protagonista è lui, sant'Antonio, la calamita che attira, colui che tutti vogliono incontrare. È l'immagine che più ritorna, per nulla sconveniente, anzi amichevole.
Con profondità, quella delle file in marcia, di sant'Antonio portato in spalla dai confratelli, delle folle incolonnate per la lunga attesa, fuori e dentro la Basilica. C'è qualcosa di magico nella folla silenziosa e assorta di quei giorni, come se ognuno custodisse un grazie, una pena. una domanda, una storia da portare a destinazione, da affidare al Santo.
Questo libro fotografico nasce dal desiderio di ricordare un evento che ha segnato la vita di molti e che tanti portano in cuore. Riandare a quei giorni, a quelle immagini, a quell'atmosfera, riscalda e allarga il cuore. Anche chi, devoto del Santo, non ha potuto partecipare all'Ostensione del suo corpo, potrà trovare immagini che gli sono familiari, e gioire perché sant'Antonio, in vari modi, è sempre in mezzo a noi.
Ugo Sartorio
direttore «Messaggero di sant'Antonio»