Lettere da Gibuti
-Comunità cristiane nel mondo musulmano
(Terra e cielo)EAN 9788825022193
«Sono lieto che (grazie al vol.) venga colto lo spirito con cui la nostra diocesi di Gibuti è presente nel mondo musulmano. È una presenza originale, viva, minoritaria, di testimonianza forte e concreta di un Dio che è amore (...). Il dialogo della vita e dei gesti di solidarietà con una società molto differente, musulmana, nella condivisione della medesima povertà e delle stesse speranze, è impegno quotidiano, difficile e fiducioso delle nostre piccole comunità cristiane. (...) I diritti d’autore dell’opuscolo sono versati per la vita delle comunità cristiane della nostra diocesi in terra musulmana. Grazie di questo bel gesto missionario» (mons G. Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico della Somalia).
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 12
(http://www.ilregno.it)
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s.vitalini il 23 gennaio 2009 alle 19:35 ha scritto:
LETTERE DA GIBUTI Comunità cristiane nel mondo musulmano
di Renato Zilio con note di Giulio Albanese e Giorgio Bertin,
Edizioni Messaggero Padova 2009, pp. 88.
Renato Zilio, missionario scalabriniano, è specializzato in teologia delle religioni. Il suo carisma gli permette di esprimersi in modo semplice ed incisivo, andando diritto al cuore del lettore.
Questa è una pubblicazione struggente e affascinante. L’autore ci fa toccare i drammi della miseria più nera, della droga, delle malattie, della fame, della sporcizia (a Gibuti non piove da più di quattro anni), della fuga disperata verso la ricerca di un posto di lavoro. Eppure questo paese incanta l’autore non solo per il miracolo delle religiose che leniscono tante piaghe, non solo per la fede che musulmani e cristiani esprimono in modi diversi, capaci comunque di capirsi e di amarsi, ma anche per la serenità e la gioia che quella popolazione assapora e irradia, pure segnata da ferite laceranti.
Mi rendo conto che ogni citazione sarebbe una mutilazione di un’opera che va letta e meditata nel suo complesso. Questa sintesi è un gioiello che ci offre la chiave per lasciarci coinvolgere nel mistero di queste “Afriche” così ricche non solo di materie prime, ma soprattutto di spiritualità. Il petrolio fa gola alla Cina, agli Stati Uniti, che hanno intrapreso una nuova colonizzazione di quel continente. Le oligarchie locali, ben foraggiate, tacciono sul dramma di questa invasione, che strappa all’Africa la sua anima.
Si vive la situazione paradossale di sprofondare nella miseria in mezzo all’abbondanza. Già oggi nel mondo si produce cibo per sfamare 12 miliardi di persone (cf.Jean Ziegler, p.80), ma la squilibrata distribuzione di esso fa sì che i pochi abbiano troppo e i molti abbiano niente.
Ci sarà un futuro positivo per le Afriche? È un fatto che ci siano indizi terribili che portano allo scoraggiamento, ma ci sono pure segni di speranza. I giovani africani, la stragrande maggioranza della popolazione, “hanno fame e sete di democrazia”(p.83).
“Le donne producono il 62% del reddito e sono spesso alla guida di movimenti per i diritti umani. E proprio grazie ai giovani e alle donne sta maturando una società civile composta di comunità cristiane, associazioni ambientali, movimenti per la libertà di pensiero, con l’intento di promuovere l’affezione al “bene comune”.
Occidentali e africani dobbiamo incontrarci, come scrisse Léopold Senghor, all’appuntamento dove il dare e il ricevere sono reciproci” (pp. 83-84).
a cura di Sandro VITALINI*
*Professore emerito dell’Università di Friburgo (Svizzera).
Recensione apparsa sul Bollettino Ufficiale della Diocesi di Lugano, gennaio 2009.
anna bertini il 12 ottobre 2009 alle 10:48 ha scritto:
COMUNITÀ CRISTIANE
NEL MONDO MUSULMANO
Gibuti è il nome di una giovane repubblica africana e, allo stesso tempo, della sua capitale nel Corno d’Africa, tra Somalia, Etiopia e Eritrea.Territorio dell’Islam, sbarcato già nel VII secolo dalla vicina penisola Arabica.
Qui si incontra povertà, disoccupazione, emigrazione, kat, prostituzione: su tutto questo, però, si distende magnifico il canto delle moschee ”Dio è grande!” come una strana e spendida corale. Solo la fede sostiene questo meraviglioso popolo e una solidarietà quotidiana...
Ma c’è anche la presenza di uomini e donne, che fanno miracoli altrettanto quotidiani: sono cristiani. I loro sono gesti di collaborazione, di aiuto, di uno sguardo o una parola che incoraggiano. Sono suore, giovani volontari, missionari, piccole comunità cristiane, che si fanno in cento nel campo della sanità, dell’insegnamento, dell’aiuto concreto alle varie povertà.
Spiccano nella lettura di Lettere da Gibuti alcuni volti come quelli delle Suore di Gibuti, “donne di carità, di frontiera e di obbedienza”. Tra di loro la figura di suor Anna, anziana donna veneta di gran cuore e altrettanto temperamento, capace, talvolta, di presentarsi alla polizia per fare le sue rimostranze: “Voi trattate come animali questi emigranti!” I poliziotti la ascoltano rispettosamente e restano interdetti. L’impegno delle suore cristiane in questa terra musulmana è assicurare la presenza viva del Vangelo non solo attraverso le attività, ma anche l’impegno vissuto nella gioia e realizzato nell’amore.
Vivere da cristiani in un ambiente musulmano è qualcosa di veramente originale. È la vocazione coraggiosa di una Chiesa povera, minoritaria, senza ambizioni, di un cristianesimo che riscopre il messaggio del Vangelo: la passione per l’uomo, per tutti gli uomini senza distinzioni. Volti e situazioni differenti sono presentati in queste Lettere con pennellate rapide, efficaci ed uno sguardo commosso come di eroi in un mondo di umili: sono i discepoli del Signore nella terra del Profeta, appassionati del “dialogo della vita” con un popolo radicalmente differente. Nella terra dove i credenti vivono unicamente la grandezza di Dio essi si fanno testimonianza di un Dio che è Amore.
Un tocco poetico si allea sempre ad una riflessione lucida ed efficace nel comprendere una grande verità: “I sistemi si oppongono, gli uomini si incontrano”. Pregevole, infine, la post-fazione di Giulio Albanese, sulla problematica delle Afriche (volutamente al plurale), che ricorda quanto lo scrittore senegalese Cheick Anta Diop a proposito dei rapporti Nord-Sud: “Non abbiamo avuto lo stesso passato, noi e voi, ma avremo necessariamente lo stesso futuro”.
Da un’esperienza di missione è nato questo libro e ne è testimonianza viva, concreta e appassionante. Si fa anche gesto missionario: i diritti di Autore sono inviati alla diocesi di Gibuti per la vita delle piccole comunità cristiane. Ma diventa anche strumento utilissimo per le nostre parrocchie, per una sensibilizzazione missionaria e migratoria, per una apertura sul panorama multireligioso attuale. È, in fondo, entrare in un mondo molto differente dal nostro, percorrendolo con lo sguardo, il cuore e la preghiera. Alla fine sarete senz’altro differenti. Si avvera, infatti, quella convinzione essenziale:“Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre,ma avere nuovi occhi”.
LETTERE DA GIBUTI. Comunità cristiane nel mondo musulmano di R. Zilio, Ed. Messaggero, 2009, 7 euro
Anna Bertini (su Presenza, mensile Diocesi di Ancona, aprile 2009)