Astronomia e culto
-Risposta a domande di attualità
(Instant Book)EAN 9788825021455
INDICE
' ANTONINO ZICHICHI
Presentazione
LA CONCEZIONE MISTICA DEL TEMPO
SULLA DATA DELLA RISURREZIONE
HA PORTATO LA CULTURA CATTOLICA
A SCOPRIRE IL CALENDARIO PERFETTO 5
' MANLIO SODI
Introduzione
IL FASCINO E IL RICHIAMO DELLA
PASQUA FRA ASTRONOMIA E CULTO. . . 11
1. Da quattro secoli Galileo scruta il cielo 12
2. Importanza della data della Pasqua
per ebrei e cristiani . . . . . . . . . . . . . . . 14
3. La s'da di una data comune all'inizio
del terzo millennio . . . . . . . . . . . . . . . . 16
L'origine della diversità . . . . . . . . . . . . . 17
Il concilio di Nicea (325) . . . . . . . . . . . 18
Nuovo calendario ortodosso (1923). . . 19
Il concilio Vaticano II. . . . . . . . . . . . . . 20
I contatti tra le varie Chiese . . . . . . . . . 21
4. Domande concrete per risposte chiare 24
5. Tra astronomia e culto,
il fascino della misurazione del tempo 28
6. La Pasqua: evocazione o vocazione' . 31
149
' PIERO GIORGIO MARCUZZI
COME SI MISURA IL TEMPO
NELLA CHIESA' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
1. Giorno, mese, anno . . . . . . . . . . . . . . . 38
2. Il calendario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
3. I riferimenti al calendario . . . . . . . . . . 45
4. Il Numero aureo. . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
5. L'Epatta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
6. L'Indizione romana . . . . . . . . . . . . . . . 58
7. La Lettera domenicale . . . . . . . . . . . . . 60
8. La Lettera del Martirologio . . . . . . . . . 63
9. Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
' JUAN CASANOVAS
COME SI DETERMINA LA DATA
DELLA PASQUA' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
1. L'unità di tempo nel calendario . . . . . 71
2. Il calendario ebraico antico . . . . . . . . 73
3. Il calendario cristiano
e il concilio di Nicea . . . . . . . . . . . . . . 76
4. La riforma gregoriana del calendario 80
5. Moderni tentativi di riforma
del calendario gregoriano . . . . . . . . . . 87
6. Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
' BIAGIO AMATA E MANLIO SODI (a cura)
QUANDO HA ORIGINE
IL CALENDARIO GREGORIANO' . . . . . . 93
150
' REMO BRACCHI
DI PASQUA IN PASQUA,
TRA CULTO E CULTURA:
UNA LEZIONE SOLO DEL PASSATO' . . . 107
1. Il percorso a ritroso
dall'italiano all'aramaico . . . . . . . . . . . 108
2. La Pasqua ebraica . . . . . . . . . . . . . . . . 118
3. Arcaici riti primaverili . . . . . . . . . . . . . 122
4. Il trionfo della risurrezione di Cristo 127
5. Sospensione del lutto. . . . . . . . . . . . . . 130
6. La domenica, Pasqua della settimana 134
7. Sviluppi collaterali . . . . . . . . . . . . . . . . 142
8. Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145
151
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La quotidianità, anche per tutto l’anno, non richiede alla maggior parte della gente la consapevolezza di inserirsi in un ciclo di tempo qualificabile come cosmico, memoriale, liturgico… I calendari misurano il tempo, le agende ne presentano il suo planning. La misura del tempo è una convenzione sociale. Non è misurato da nessuno: è così. È il tempo dell’orologio e del calendario. Anche se non vedi il sorgere del sole e il suo tramontare, il giorno è misurato dal tuo orologio. E chi si accorge la sera se c’è la luna o ci sono le stelle? Forse ancora qualche romantica coppia di fidanzati. «Il tempo del calendario illustra in modo piuttosto semplice l’inserimento del singolo individuo in un mondo in cui ci sono molti altri uomini, un mondo sociale e un universo naturale» (N. Elsias).
Per i cristiani il tempo esige un’interpretazione: la sua storia richiede un orientamento. Il tempo va abitato, condiviso, vissuto come memoria degli eventi temporali di Gesù Cristo in un’economia liturgica temporale e storica. Non è tempo cosmico ma quello memoriale che qualifica la storia contemporanea e futura secondo i cristiani. È un «tempo di gravidanza» (Origene) nell’attesa del compimento definitivo del giorno del Signore, alla fine dei tempi, quando i cieli e la terra saranno nuovamente e definitivamente partoriti e trasfigurati. Nel cristianesimo la misura del tempo non è una prerogativa condizionante del sacerdote delle antiche religioni che si fa custode del tempo, ne registra gli avvenimenti. Il tempo appartiene all’economia della storia della salvezza. Ed è un tempo orientato nel quale i cristiani procedono verso il Signore del tempo e della storia. Il tempo quindi non è un bene privato, intimistico, ma storico, cosmico, ecumenico, escatologico… Con tutte le coerenze possibili nella vita quotidiana e nella liturgia. E soprattutto se si parla della data della Pasqua.
È stato necessario farsi (e comunicare) queste “ragioni” per poter apprezzare questa pubblicazione che per la sua forma e agilità (è un pocket book) ha a che fare con il tempo: è un instant book (anche nell’affettata e disintegrante rilegatura!). L’apprezzamento non va soltanto ai suoi contributi, ma anche all’ideatore (in questo caso il curatore) per averlo pensato, ispirato dal IV Centenario del primo orientamento del cannocchiale al cielo da parte di Galileo Galilei (1609), quindi dall’anno galileiano e dall’anno internazionale dell’astronomia, indetto dall’ONU.
Autorevoli le collaborazioni: J. Casanovas (già direttore della Specola vaticana), Come si determina la data della Pasqua?; P.G. Marcuzzi (della Facoltà di Diritto canonico dell’Università Pontificia Salesiana), Come si misura il tempo nella Chiesa?, è un intervento inaspettato in un simile contesto, ma quanto mai necessario se si considera che «il computo del tempo nella Chiesa latina è stabilito dal Codice di diritto canonico nei cann. 200-203» (p. 33); B. Amata (del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis) e M. Sodi (della Facoltà di teologia dell’Università Pontificia Salesiana), Quando ha origine il calendario gregoriano?; è quindi tradotta in italiano «la costituzione o bolla (Inter gravissimas) con cui papa Gregorio XIII (nel 1582) stabilì il passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano che prende appunto, da lui il nome» (p. 93); R. Bracchi (tra i maggiori filologi e glottologi italiani), Di Pasqua in Pasqua. Tra culto e cultura: una lezione solo del passato?, un contributo particolarmente interessante e colto: una sinossi e un thesaurus lessicale con inferenze liturgiche e culturali del termine «pasqua» dalla sua forma aramaica (pashâ’) ed ebraica (pesach) alle «non moltissime denominazioni non canoniche della pasqua che sopravvivono talora nelle parlate periferiche, e al loro apporto tangenziale che aiuta a ricomporre un quadro complessivo che risulterebbe altrimenti senza cornici» (p. 108). E la sua importanza è rilevata per esempio anche nel processo per cui «tutte le festività maggiori dell’anno liturgico si cristallizzarono intono al nome e alla centralità liturgica della pasqua (pasqua di Natale, Pasqua epifania, Pasqua dello Spirito Santo [Pentecoste]…)» (p. 138) come anche nella denominazione della domenica come «Pasqua della settimana». Qualche nota in tedesco, per misericordia e per tipologia di pubblicazione (è un instant book!), poteva essere tradotta. Stupisce la traslitterazione psh dall’ebraico: la terza consonante in ebraico è una “(c)heth” e quindi deve essere traslitterata in “ch” o con “h” con il puntino sottostante, altrimenti si lascia supporre che sia una “he” che si traslittera con “h”. Ma spesso è soltanto un problema tipografico e/o redazionale o dovuto all’instant book. La presentazione di A. Zichichi: La concezione mistica del tempo sulla data della risurrezione ha portato la cultura cattolica a scoprire il calendario perfetto, e l’Introduzione di M. Sodi, Il fascino e il richiamo della Pasqua fra astronomia e culto precedono i diversi contributi evidenziati.
La lettura non richiede particolari preconoscenze scientifiche, se non l’attenzione nella lettura (preliminare di ogni conoscenza scientifica). Anzi la diversità dei contributi orienterà il lettore nella prima scelta, ma la correlazione tra i contributi lo incuriosirà a leggere anche quelli in cui qualche numero aureo («uno degli elementi per la determinazione del giorno in cui cade la Pasqua») potrà affascinarlo soprattutto riconsiderando quanto gli antichi imparavano dal cielo interpretato come cosmo e come suprema armonia delle cose celesti e umane. La tipologia degli instant book esula dalla completezza. Per cui spesso restano esposte altre domande di attualità complementari e correlate. Soprattutto di contestualizzazione di queste pagine nell’ambito di una storia memoriale ebraico-cristiana che vede il tempo e la sua misura e quindi le date come necessità di una concordia temporale nella preghiera espressa nell’unità condivisa delle date delle feste. E una mistagogia per santificare il tempo, per essere come il Santo, l’Eterno (Lv 19,2). E non ridurre il tempo a una misura “misurata” dal diritto canonico. Senza cioè perdere di vista (ricordando quanto il saggio insegnava: lo stolto è colui che continua a vedere il dito mentre il saggio indica la luna) che è Gesù Cristo il Signore del tempo e delle storia e nella meridiana della vita e della storia, è lui lo gnomone di quella immensa meridiana del tempo della salvezza che misura, declina, coniuga e governa l’eternità.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)
L’agile pubblicazione, arricchita da una presentazione del prof. Antonino Zichichi e curata dal prof. Manlio Sodi, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e Preside dell’Institutum altioris Latinitatis della Pontificia Università Salesiana, ha visto la luce in occasione dell’anno internazionale dell’astronomia, indetto nel IV centenario del primo orientamento al cielo del cannocchiale di Galileo Galilei (1609) e apertosi ufficialmente a Parigi il 15 gennaio 2009. L’instant book raccoglie contributi di autori di chiara fama nel campo della scienza, dell’astronomia, della filologia, del diritto e della liturgia. Oltre ai già citati Sodi (Il fascino e il richiamo della Pasqua fra astronomia e culto) e Zichichi (La concezione mistica del tempo sulla stata della resurrezione ha portato la cultura cattolica a scoprire il calendario perfetto), troviamo Pier Giorgio Marcuzzi (Come si misura il tempo nella Chiesa?), Juan Casanovas (Come si determina la data della Pasqua?), Biagio Amata (Quando ha origine il calendario gregoriano?), Remo Braschi (Di Pasqua in Pasqua, tra culto e cultura: una lezione solo del passato?).
Il titolo del volumetto sembra accostare due realtà apparentemente molto distanti tra di loro: l’astronomia e il culto. In molti si saranno chiesti dove si fonda questo rapporto e perché tanto interesse della Chiesa per l’astronomia, attestato anche dalla presenza di una specola in Vaticano. In realtà il cosmo e il tempo hanno sempre avuto a che fare con il culto. Non solo perché fin dalla religione dei primitivi gli astri sono stati punti di riferimento dello sguardo rivolto al cielo nella ricerca del trascendente, ma anche perché essi, inseriti nella bellezza del creato, hanno sempre significato ordine e armonia. Analogo compito riveste il rito, che dice ordine. Il rito infatti ordina il tempo e lo spazio, crea ritmo e armonia, è generatore di bellezza. Alcuni autori lo associano all’opera creatrice di Dio: la creazione del kosmos produce infatti ordine e bellezza in opposizione all’informe terra e alle tenebre dell’abisso (cf. Gen 1). Il primo incontro tra il rito e il kosmos avviene sotto forma di «calendario ». Esso ordina il ritmo del culto con l’ordine delle feste e ritma la vita dell’uomo nella salutare alternanza tra quotidiano e festivo, tra lavoro e festa, tra fatica e riposo.
Al centro del calendario dell’occidente, diffuso in tutto il mondo, vi è il mistero della Pasqua del Signore, principio ordinatore della vita del cristiano e ragione prima dell’esistenza del calendario stesso. Il libro, curato da Sodi, si occupa proprio di queste tematiche che intrecciano astronomia, calcolo del tempo e delle stagioni, celebrazione della Pasqua e delle feste che da essa scaturiscono. Scrive Sodi che gli studi, raccolti e pubblicati nel contesto dell’anno internazionale dell’astronomia, vogliono «cogliere l’opportunità di offrire riflessioni e soprattutto risposte a interrogativi che frequentemente pervadono la vita di quasi tutti i giorni o che costituiscono di tanto in tanto elementi di discussione tra esperti, come pure tra cultori» (p. 12). Anche il lettore non erudito o non particolarmente esperto di questioni scientifiche o teologiche lo può accostare con profitto, arricchendo la propria conoscenza e trovando risposta ad alcuni interrogativi e curiosità che a volte emergono circa il rapporto tra feste dell’anno liturgico e ciclo stagionale, circa i motivi che hanno indotto riforme del calendario o l’inserimento degli anni bisestili, circa il significato di termini desueti, utilizzati a volte in contesti esoterici che non sono loro propri, quali «numero aureo», «epatta», «lettera domenicale».
Come scrive il prof. Zichichi nell’introduzione, «sono problemi di natura diversa che però invitano ciascuno di noi a molte riflessioni sulla sfera trascendentale della nostra esistenza quando emerge in modo semplice un dettaglio: il calendario perfetto e la scienza avrebbero potuto essere il trionfo della cultura atea; esse sono invece nate nel cuore della nostra cultura» (p. 9-10).
Tratto dalla rivista Lateranum n. 3/2011
(http://www.pul.it)
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