EAN 9788825027396
Non lo puoi rendere ai sensi dell'art. 59 , comma 1, lett. o) del Codice del Consumo. La Legge infatti NON prevede il diritto di recesso sui prodotti digitali, acquistati e scaricati via internet.
Questo e-book è protetto con "Social DRM" o "watermark"
In ogni pagina del file che acquisti (sia nell'ePub che nel PDF) stampiamo il tuo nome e cognome,
la tua e-mail e la data di acquisto (es.: Mario Rossi - mario.rossi@email.it - 15/12/2010),
per evitare una diffusione illegale del prodotto. Al contrario di altre pratiche
di protezione dei contenuti più aggressive, potrai utilizzare il libro dove e quando vuoi,
senza dipendere da alcuna piattaforma proprietaria
e senza essere limitato nel numero di installazioni del file.
Anche la stampa del libro è permessa senza restrizioni, ovviamente
restano sempre validi i vincoli legali, cioè non è possibile stampare
copie del libro per altre persone o inviare il file ad altri.
Comprando un libro digitale (e-book) su LibreriadelSanto.it hai molti vantaggi:
- Aggiornamenti gratuiti. Se l'editore ci fornisce aggiornamenti per il libro acquistato ti verrà segnalato e potrai scaricare la nuova versione gratuitamente;
- Se perdi il file puoi sempre riscaricarlo dalla tua area utente; LibreriadelSanto.it conserverà per te i tuoi e-book.
- Dopo aver acquistato l'e-book sarà possibile scaricarlo, in qualsiasi momento, nel formato preferito. I formati disponibili sono indicati nella scheda prodotto di ogni e-book. Pagherai una volta soltanto ma avrai accesso a tutti i formati disponibili;
- Per proteggere i prodotti digitali e i legittimi diritti di autori vengono utilizzati dei sistemi di protezione, riportati alla voce formati; per avere maggiori informazioni sui sistemi di protezione andare nella pagina di assistenza per gli ebook
- Utilizzando un lettore di libri digitali, potrai avere con te migliaia di libri portandoti appresso solo 300 grammi di peso (questo il peso medio di un e-reader);
- Ricevi i prodotti digitali entro qualche minuto dal pagamento, senza dover più aspettare neppure un giorno. Risparmi tutte le spese di spedizione.
- Se non disponi della carta di credito, puoi pagare con gli altri metodi di pagamento accettati (ad eccezione del contrassegno). In questo caso, però, il download dei file non potrà essere fatto immediatamente dopo l'acquisto, ma soltanto dopo aver inviato la prova del pagamento.
-
Puoi leggere i file ePub anche sul tuo PC, scaricando Adobe Digital Editions
Per ulteriori informazioni vai sulla pagina di assistenza per gli ebook.
La quotidianità, anche per tutto l’anno, non richiede alla maggior parte della gente la consapevolezza di inserirsi in un ciclo di tempo qualificabile come cosmico, memoriale, liturgico… I calendari misurano il tempo, le agende ne presentano il suo planning. La misura del tempo è una convenzione sociale. Non è misurato da nessuno: è così. È il tempo dell’orologio e del calendario. Anche se non vedi il sorgere del sole e il suo tramontare, il giorno è misurato dal tuo orologio. E chi si accorge la sera se c’è la luna o ci sono le stelle? Forse ancora qualche romantica coppia di fidanzati. «Il tempo del calendario illustra in modo piuttosto semplice l’inserimento del singolo individuo in un mondo in cui ci sono molti altri uomini, un mondo sociale e un universo naturale» (N. Elsias).
Per i cristiani il tempo esige un’interpretazione: la sua storia richiede un orientamento. Il tempo va abitato, condiviso, vissuto come memoria degli eventi temporali di Gesù Cristo in un’economia liturgica temporale e storica. Non è tempo cosmico ma quello memoriale che qualifica la storia contemporanea e futura secondo i cristiani. È un «tempo di gravidanza» (Origene) nell’attesa del compimento definitivo del giorno del Signore, alla fine dei tempi, quando i cieli e la terra saranno nuovamente e definitivamente partoriti e trasfigurati. Nel cristianesimo la misura del tempo non è una prerogativa condizionante del sacerdote delle antiche religioni che si fa custode del tempo, ne registra gli avvenimenti. Il tempo appartiene all’economia della storia della salvezza. Ed è un tempo orientato nel quale i cristiani procedono verso il Signore del tempo e della storia. Il tempo quindi non è un bene privato, intimistico, ma storico, cosmico, ecumenico, escatologico… Con tutte le coerenze possibili nella vita quotidiana e nella liturgia. E soprattutto se si parla della data della Pasqua.
È stato necessario farsi (e comunicare) queste “ragioni” per poter apprezzare questa pubblicazione che per la sua forma e agilità (è un pocket book) ha a che fare con il tempo: è un instant book (anche nell’affettata e disintegrante rilegatura!). L’apprezzamento non va soltanto ai suoi contributi, ma anche all’ideatore (in questo caso il curatore) per averlo pensato, ispirato dal IV Centenario del primo orientamento del cannocchiale al cielo da parte di Galileo Galilei (1609), quindi dall’anno galileiano e dall’anno internazionale dell’astronomia, indetto dall’ONU.
Autorevoli le collaborazioni: J. Casanovas (già direttore della Specola vaticana), Come si determina la data della Pasqua?; P.G. Marcuzzi (della Facoltà di Diritto canonico dell’Università Pontificia Salesiana), Come si misura il tempo nella Chiesa?, è un intervento inaspettato in un simile contesto, ma quanto mai necessario se si considera che «il computo del tempo nella Chiesa latina è stabilito dal Codice di diritto canonico nei cann. 200-203» (p. 33); B. Amata (del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis) e M. Sodi (della Facoltà di teologia dell’Università Pontificia Salesiana), Quando ha origine il calendario gregoriano?; è quindi tradotta in italiano «la costituzione o bolla (Inter gravissimas) con cui papa Gregorio XIII (nel 1582) stabilì il passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano che prende appunto, da lui il nome» (p. 93); R. Bracchi (tra i maggiori filologi e glottologi italiani), Di Pasqua in Pasqua. Tra culto e cultura: una lezione solo del passato?, un contributo particolarmente interessante e colto: una sinossi e un thesaurus lessicale con inferenze liturgiche e culturali del termine «pasqua» dalla sua forma aramaica (pashâ’) ed ebraica (pesach) alle «non moltissime denominazioni non canoniche della pasqua che sopravvivono talora nelle parlate periferiche, e al loro apporto tangenziale che aiuta a ricomporre un quadro complessivo che risulterebbe altrimenti senza cornici» (p. 108). E la sua importanza è rilevata per esempio anche nel processo per cui «tutte le festività maggiori dell’anno liturgico si cristallizzarono intono al nome e alla centralità liturgica della pasqua (pasqua di Natale, Pasqua epifania, Pasqua dello Spirito Santo [Pentecoste]…)» (p. 138) come anche nella denominazione della domenica come «Pasqua della settimana». Qualche nota in tedesco, per misericordia e per tipologia di pubblicazione (è un instant book!), poteva essere tradotta. Stupisce la traslitterazione psh dall’ebraico: la terza consonante in ebraico è una “(c)heth” e quindi deve essere traslitterata in “ch” o con “h” con il puntino sottostante, altrimenti si lascia supporre che sia una “he” che si traslittera con “h”. Ma spesso è soltanto un problema tipografico e/o redazionale o dovuto all’instant book. La presentazione di A. Zichichi: La concezione mistica del tempo sulla data della risurrezione ha portato la cultura cattolica a scoprire il calendario perfetto, e l’Introduzione di M. Sodi, Il fascino e il richiamo della Pasqua fra astronomia e culto precedono i diversi contributi evidenziati.
La lettura non richiede particolari preconoscenze scientifiche, se non l’attenzione nella lettura (preliminare di ogni conoscenza scientifica). Anzi la diversità dei contributi orienterà il lettore nella prima scelta, ma la correlazione tra i contributi lo incuriosirà a leggere anche quelli in cui qualche numero aureo («uno degli elementi per la determinazione del giorno in cui cade la Pasqua») potrà affascinarlo soprattutto riconsiderando quanto gli antichi imparavano dal cielo interpretato come cosmo e come suprema armonia delle cose celesti e umane. La tipologia degli instant book esula dalla completezza. Per cui spesso restano esposte altre domande di attualità complementari e correlate. Soprattutto di contestualizzazione di queste pagine nell’ambito di una storia memoriale ebraico-cristiana che vede il tempo e la sua misura e quindi le date come necessità di una concordia temporale nella preghiera espressa nell’unità condivisa delle date delle feste. E una mistagogia per santificare il tempo, per essere come il Santo, l’Eterno (Lv 19,2). E non ridurre il tempo a una misura “misurata” dal diritto canonico. Senza cioè perdere di vista (ricordando quanto il saggio insegnava: lo stolto è colui che continua a vedere il dito mentre il saggio indica la luna) che è Gesù Cristo il Signore del tempo e delle storia e nella meridiana della vita e della storia, è lui lo gnomone di quella immensa meridiana del tempo della salvezza che misura, declina, coniuga e governa l’eternità.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)
L’agile pubblicazione, arricchita da una presentazione del prof. Antonino Zichichi e curata dal prof. Manlio Sodi, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e Preside dell’Institutum altioris Latinitatis della Pontificia Università Salesiana, ha visto la luce in occasione dell’anno internazionale dell’astronomia, indetto nel IV centenario del primo orientamento al cielo del cannocchiale di Galileo Galilei (1609) e apertosi ufficialmente a Parigi il 15 gennaio 2009. L’instant book raccoglie contributi di autori di chiara fama nel campo della scienza, dell’astronomia, della filologia, del diritto e della liturgia. Oltre ai già citati Sodi (Il fascino e il richiamo della Pasqua fra astronomia e culto) e Zichichi (La concezione mistica del tempo sulla stata della resurrezione ha portato la cultura cattolica a scoprire il calendario perfetto), troviamo Pier Giorgio Marcuzzi (Come si misura il tempo nella Chiesa?), Juan Casanovas (Come si determina la data della Pasqua?), Biagio Amata (Quando ha origine il calendario gregoriano?), Remo Braschi (Di Pasqua in Pasqua, tra culto e cultura: una lezione solo del passato?).
Il titolo del volumetto sembra accostare due realtà apparentemente molto distanti tra di loro: l’astronomia e il culto. In molti si saranno chiesti dove si fonda questo rapporto e perché tanto interesse della Chiesa per l’astronomia, attestato anche dalla presenza di una specola in Vaticano. In realtà il cosmo e il tempo hanno sempre avuto a che fare con il culto. Non solo perché fin dalla religione dei primitivi gli astri sono stati punti di riferimento dello sguardo rivolto al cielo nella ricerca del trascendente, ma anche perché essi, inseriti nella bellezza del creato, hanno sempre significato ordine e armonia. Analogo compito riveste il rito, che dice ordine. Il rito infatti ordina il tempo e lo spazio, crea ritmo e armonia, è generatore di bellezza. Alcuni autori lo associano all’opera creatrice di Dio: la creazione del kosmos produce infatti ordine e bellezza in opposizione all’informe terra e alle tenebre dell’abisso (cf. Gen 1). Il primo incontro tra il rito e il kosmos avviene sotto forma di «calendario ». Esso ordina il ritmo del culto con l’ordine delle feste e ritma la vita dell’uomo nella salutare alternanza tra quotidiano e festivo, tra lavoro e festa, tra fatica e riposo.
Al centro del calendario dell’occidente, diffuso in tutto il mondo, vi è il mistero della Pasqua del Signore, principio ordinatore della vita del cristiano e ragione prima dell’esistenza del calendario stesso. Il libro, curato da Sodi, si occupa proprio di queste tematiche che intrecciano astronomia, calcolo del tempo e delle stagioni, celebrazione della Pasqua e delle feste che da essa scaturiscono. Scrive Sodi che gli studi, raccolti e pubblicati nel contesto dell’anno internazionale dell’astronomia, vogliono «cogliere l’opportunità di offrire riflessioni e soprattutto risposte a interrogativi che frequentemente pervadono la vita di quasi tutti i giorni o che costituiscono di tanto in tanto elementi di discussione tra esperti, come pure tra cultori» (p. 12). Anche il lettore non erudito o non particolarmente esperto di questioni scientifiche o teologiche lo può accostare con profitto, arricchendo la propria conoscenza e trovando risposta ad alcuni interrogativi e curiosità che a volte emergono circa il rapporto tra feste dell’anno liturgico e ciclo stagionale, circa i motivi che hanno indotto riforme del calendario o l’inserimento degli anni bisestili, circa il significato di termini desueti, utilizzati a volte in contesti esoterici che non sono loro propri, quali «numero aureo», «epatta», «lettera domenicale».
Come scrive il prof. Zichichi nell’introduzione, «sono problemi di natura diversa che però invitano ciascuno di noi a molte riflessioni sulla sfera trascendentale della nostra esistenza quando emerge in modo semplice un dettaglio: il calendario perfetto e la scienza avrebbero potuto essere il trionfo della cultura atea; esse sono invece nate nel cuore della nostra cultura» (p. 9-10).
Tratto dalla rivista Lateranum n. 3/2011
(http://www.pul.it)