Islām - Īmān
-Verso una comprensione
(Studi religiosi)EAN 9788825021349
In questi ultimi anni si sono sviluppati, nel pensiero comune, una serie di particolari clichès e modelli deformi della cultura araba e dell’islamismo, che hanno alimentato pregiudizi e paure talvolta infondate e del tutto privi di ragionevolezza. Parole come “fondamentalismo islamico”, “musulmano”, hanno assunto, oggi, significati del tutto negativi, eppure si parla tanto di tolleranza, rispetto dell’altro, al punto di arrivare a negare perfino i “segni” essenziali della nostra fede. Se aspiriamo a trovare uno spazio possibile per un dialogo cristiano-musulmano, dobbiamo innanzitutto liberarci da simili preconcetti e dare il via a un processo di conoscenza. Si tratta di riscoprire l’altro. Ma, per comprendere, occorre inevitabilmente entrare nella storia, nelle tradizioni, negli usi e consuetudini, e poi ancora conoscere norme morali, politiche, sociali, e soprattutto (nel caso dell’islamismo) la fede religiosa: il Corano, la Sunna, la sharij’a. Come gli stessi autori – Boutros Naaman (docente di Diritto islamico presso la Pontificia Università Urbaniana) e Edoardo Scognamiglio (docente di Teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli) – sostengono nell’Introduzione (pp. 5-10), in questo studio sono ripresi gli elementi essenziali dell’islam per esaminarli attentamente e criticamente secondo un approccio storico, filosofico, giuridico, etico, teologico e spirituale.
La comprensione del “fenomeno islam” è incanalata secondo due prospettive: una propriamente occidentale, sistematica, volta a indagare, definire, interpretare, criticare; l’altra, tipicamente orientale, pronta a leggere l’evento in sé, nel suo verificarsi, per coglierne i risvolti pratici, soprattutto in merito all’applicazione della legge, del diritto, del culto e della tradizione. L’esito sarà una doppia visione dell’islam: la pratica cultuale e la fede interiore che costituiscono i due aspetti inscindibili del credo islamico. Tale approccio di carattere conoscitivo all’islam, ci mette in grado di superare le categorie dell’orientalismo, della filosofia dialettica o della fenomenologia, ossia di andare oltre quelle dimensioni che potrebbero inquadrare l’islam in un sistema filosofico-accademico.
Il testo è strutturato in dieci capitoli. I primi nove capitoli offrono un’ampia e ben articolata panoramica sull’islam: si cerca di chiarire cos’è a partire dall’etimologia del termine stesso e si analizza il significato anche di altri termini, tra i quali îmân (adesione alla fede), bâthin (dimensione interiore) e zâhir (dimensione esteriore), che esprimono, in rapporto tra di loro, la relazione esistente tra Dio e il mondo, tra l’Uno e il molteplice. Nel libro è molto ben sottolineata anche il rapporto tra sharij’a, tarîqa e haqîqa, legge, via stretta e verità divina, tre elementi interdipendenti che costituiscono la via, la forma, il contenuto e la loro sostanza o ragion d’essere. L’analisi inquadra il “fenomeno islam” secondo una prospettiva ermeneutica, nel tentativo di tracciarne l’identità propria al di là di tutti gli stereotipi che pregiudicano ogni possibilità di dialogo.
Nel testo (capp. I, II, III, IV) è presentato un excursus storico-geografico e storico-culturale che pone in evidenza il contesto vitale in cui nasce l’islam. In particolare, nel primo capitolo, gli autori presentano il territorio, lo spazio geografico dell’Arabia, lo spazio economico e sociale, l’ambiente beduino e tribale, dove si forma forte il senso della comunità, e il contesto culturale e religioso presente nel mondo pre-islamico, contesto in cui convivevano il patrimonio arabo antico insieme a tradizioni cristiane e giudaiche. Nei capitoli successivi sono presentati, con notevole senso critico, la figura di Maometto, tanto esaltata come figura profetica dalla tradizione islamica, nella sua poliedricità come pure nei suoi limiti e contraddizioni, secondo una chiave di lettura al contempo storica e antropologica.
Sono, in seguito, considerati gli sviluppi storici successivi alla morte del Profeta, dal tempo dei califfi fino a oggi, tempo che ha segnato, accanto a una forte espansione dell’islam, anche un tempo di oscuramento e declino che vede la nascita di numerosi movimenti settari che antepongono esclusivamente gli interessi politici ed economici a quelli più propriamente spirituali e culturali. Il capitolo quinto svolge un’attenta analisi storico-critica e filologica del Corano, ne mette in rilievo la relazione profonda che questo testo sacro ha con la vita del credente musulmano, per il quale costituisce lo strumento della rivelazione o comunicazione di Dio. Inoltre, sono considerati i rapporti con la Bibbia e le letture esegetiche più recenti.
Gli autori pongono attenzione anche alla teologia musulmana cercando di indagarne la metodologia, lo statuto epistemologico, e i contenuti della tradizione, della legge e del culto (capp. VI,VII, VIII, IX). Il saggio cerca di offrire, in tal modo, una visione completa e un contributo conoscitivo e unitario del mondo e della religione islamica anche secondo una prospettiva a più largo raggio e più universale in merito alla rivelazione, la sottomissione a Dio e la fede, non senza considerare le evidenti differenze con la nostra religione. Risulta di particolare interesse il capitolo X, dedicato al sufismo, dove si pone attenzione alla spiritualità musulmana, alla “corrente mistica” dell’islam che si concentra di più sulla dimensione interiore della fede e che, come gli autori sostengono, «non appare come un corpo estraneo all’islam né un movimento eterodosso, bensì quale elemento dinamico e intrinseco alla fede e alla spiritualità musulmana» (p. 479). Gli autori esprimono con chiarezza la convinzione nel credere che, oggi, si possa parlare più concretamente di dialogo tra le religioni, solo se entriamo nel campo della spiritualità. Solo recuperando le ricchezze spirituali di ogni tradizione religiosa, in questo caso della tradizione musulmana, in una sorta di “ecumenismo spirituale”, senza cadere in alcuna forma di sincretismo religioso, si potrà arrivare a dare risposte significative alla ricerca di senso e di pace che tormenta il nostro secolo. Alla fine di questo studio possiamo, dunque, chiederci: “Quale dialogo possibile?”.
In un’ottica di apertura all’incontro tra le religioni e le culture, la via del dialogo metafisico potrebbe svolgere un ruolo determinante per combattere il fondamentalismo, l’esclusivismo religioso e il radicalismo, riconoscendo che dietro le differenze esistenti fra credenze, forme rituali o istituzionali, c’è un’Unica e Infinita Realtà.
Tratto dalla rivista "Asprenas" n. 4/2010
(http://www.pftim.it)
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