Il tema del male non cessa di tormentarci, poiché il male sembra farla da padrone nel mondo, oggi come ieri. La psicologia spiega il male a partire dalla storia personale: cerca le cause del male guardando indietro, osservando ed elaborando le ferite del passato. I monaci antichi, invece, descrivono il male come qualcosa di presente, opera dei demoni; cercano di comprenderne strutture e modi di agire, per poterlo poi affrontare con successo nel momento presente. Le loro esperienze e i loro insegnamenti possono costituire uno stimolo ad affrontare la sfi da del male, a osare la lotta ora senza ripiegarsi sul passato. Conoscere i demoni sottrae loro pericolosità. La conoscenza, tuttavia, è il risultato di una lunga e sincera osservazione di se stessi.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
PREFAZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE
Quale che sia il tenia della conferenza che sono invitato a tenere, quasi sempre durante la discussione arriva una domanda sul male. Da dove viene il male? Come può Dio permettere il male? Oppure, qualche volta vengo criticato per non aver parlato del diavolo, o perché la mia immagine di Dio e dell'uomo è troppo positiva, in quanto manca la parte sul male. È evidente che la questione del male impegna le persone e quindi mi trovo a confessare sempre che il male è un mistero insondabile, così come il mistero di Dio, che è inspiegabile. La teologia parla di "mysterium iniquitatis" , di "mistero del male".
Vengo invitato di frequente a tenere conferenze sul male, come al Congresso Internazionale di Pedagogia svoltosi a Salisburgo nel 1998, che ha affrontato per un'intera settimana il problema del male nell'educazione, ma "il rapporto con il male" non è il mio tema preferito e ciò dipende prima di tutto da due esperienze. La prima l'ho fatta una volta a Monaco, dove avevo tenuto una conferenza sul tema del male: dopo la conferenza non riuscii a trovare la chiave della macchina per tornare a casa: era scomparsa, come stregata. Non mi veniva proprio in mente dove la chiave potesse essere finita. In ogni caso, sono stato obbligato a pernottare a Monaco. La direttrice del Forum Evangelico, presso cui avevo tenuto la conferenza, riteneva che tutto ciò avesse a che fare con il tema trattato: se si parla del male, esso ti fa visita. Per tale motivo vorrei non dovermi occupare costantemente del male.
L'altra esperienza è costituita dalle numerose telefonate ricevute da persone, che mi chiedevano di liberarle dal male, di scacciare da loro il diavolo con la preghiera o l'esorcismo. Nella prima edizione di questo mio libro avevo ribadito molto esplicitamente che il tema non era lo scacciare i demoni, ma le esperienze dei monaci nel rapporto con il male, con i pensieri e le passioni negative. A molte persone, tuttavia, sono rimasti in testa solo i concetti "demoni" e "diavolo". Oltre a ciò, avvertivo la sensazione che molte delle persone che mi telefonavano volessero addossarmi la responsabilità dei loro problemi, non volessero confrontarsi con essi, ma piuttosto usarmi come un guaritore che con la preghiera levasse da loro il male. Tuttavia, una tale fuga dalla propria anima, indotta da motivi oscuri, non conduce affatto alla liberazione dal male, al contrario, si rimane prigionieri del meccanismo distruttivo.
Gli uomini si occupano del tema del male, che non li lascia in pace, perciò noi teologi non possiamo non tenerne conto. Anche oggi, infatti, gli uomini incontrano il male: sono confusi, quando leggono sul giornale di persone diventate così insensibili, da uccidere altre persone in modo efferato senza provare alcun rimorso di coscienza; si spaventano, se un ragazzo all'apparenza gentile e timido, tutto a un tratto, violenta e uccide una ragazza. Come è potuto entrare il male in un ragazzo ritenuto da tutti normale? C'era già il male in lui? Da dove viene il male? Se ne può spiegare la presenza solo riportandolo all'educazione ricevuta dal ragazzo?
La psicologia spiega il male a partire dalla storia personale: il male nasce a causa degli eccessivi rifiuti di soddisfare i bisogni pulsionali, così dice Sigmund Freud. Un bambino trattato ingiustamente, da adulto trasferisce il rancore e il desiderio di vendetta, che in realtà sono indirizzati verso i genitori, su altre persone, vendicandosi di loro e facendo loro del male. Per John Bradshow, il male nasce dalle ferite subite nell'infanzia: se non rielaboriamo le ferite, siamo condannati a ferire o noi stessi o altri. Per lo psicoanalista di Monaco Albert Górres, il male «per lo più non è malvagità di cuore e neppure godimento senza rimorso, ma piuttosto una reazione tormentata, indotta e provocata dall'assuefazione, oppure causata da paure e pulsioni, comunque dolorosa, una risposta a ferite e privazioni insopportabili». La psicologia, quindi, cerca le cause del male nel passato, vorrebbe poter sottoporre a osservazione ed elaborare le ferite del passato, in modo tale che non generino altro male.
I monaci non si curano del modo in cui il male è sorto nell'infanzia, ma descrivono il male come qualcosa di presente, come attacco dei demoni; essi cercano di osservare il male così come esso si presenta, di comprenderne le strutture e i modi di agire, per poterlo affrontare meglio nell'attimo presente. Questo è un aspetto importante del rapporto con il male. Ancora oggi esiste il rischio di cercare la spiegazione solo nel passato, invece di metterci di fronte a ciò che ci coinvolge. Alcuni cercano di giustificare il male compiuto ora con la storia personale delle ferite subite nel passato e, quindi, non si assumono la responsabilità della propria vita e del proprio comportamento. I monaci ci invitano ad affrontare la sfida presente, a osare la lotta ora e a non ripiegare su fantomatici campi di battaglia del passato.
Nel libro parlo della dottrina degli otto vizi, ma oggi mi esprimerei in modo diverso. Nella maggior parte dei suoi scritti Evagrio parla di otto loghismoí, ma in un libro ne conta nove e si avvicina molto, quindi, all'enneagramma, alla dottrina dei nove tipi di personalità, che mette in luce nove pericoli fondamentali per l'uomo e nove tipi di personalità, a ciascuno dei quali viene attribuito un peccato radicale, ma anche la possibilità di superarlo. Evagrio vede la questione in modo simile: i nove loghismoí non sono semplicemente vizi o peccati, ma pensieri o passioni influenzati dai sentimenti; nella passione è nascosta una forza, che può arrivare a dominare l'uomo, il quale, a sua volta, cade in questo modo sotto il controllo dei demoni.
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Libero Vespi il 10 marzo 2018 alle 23:08 ha scritto:
Con questo libro Anselm Grun č entrato nel mio inconscio, nel mio modo di pensare, aiutandomi a vedere il male sia fisico che morale con occhi totalmente diversi in una prospettiva di grande spiritualitŕ, con gli occhi della Fede nell'amore di Dio. I tempi di consegna sono stati rispettati