Questo è un libro che non è nato a tavolino, ma dalla vita. Sovente ci sentiamo chiedere: io voglio imparare a pregare, ma da dove devo partire? In pratica, cosa devo fare? Che cammino seguire? Il libro cerca di rispondere a queste domande in modo semplice e concreto. La preghiera apre sempre gli occhi sui doni di Dio: altrui e nostri. Che cosa sono i nostri doni? Sono responsabilità nell'amore, capacità di amare, potenzialità nel servire, energie di amore che Dio ha deposto nel nostro cuore e che attende che portino frutto. "Dobbiamo deciderci a non vivere una sola ora della nostra giornata senza preghiera e senza amore. La preghiera e l'amore sono le sorgenti dell'esperienza di Dio".
INTRODUZIONE
Una proposta che nasce dalla vita
Questo è un libro che non è nato a tavolino, ma dalla vita. Sovente ci sentiamo chiedere: io voglio imparare a pregare, ma da dove devo partire? In pratica, cosa devo fare? Che cammino seguire? Il libro cerca di rispondere a queste domande in modo semplice e concreto.
Sovente qualcuno ci interpella anche: ma come si fa a mettere su una piccola "scuola di preghiera"? Da dove si comincia? Noi proponiamo un cammino: chi volesse proporre ai giovani una formazione elementare e seria sulla preghiera potrebbe usare questo libro come manuale di guida. Questo è un cammino che non fa perdere tempo, che va all'essenziale e che a noi ha dato molto.Non vogliamo fare grandi cose, ma ci proponiamo di fare con voi unp asso in avanti nella scoperta della preghiera condividendo con voi l'esperienza di questi anni.
Alcuni consigli pratici
Chi vuol aprire una piccola "scuola di preghiera" deve prima di tutto impegnarsi a diventare uomo o donna di preghiera. Insegnare a pregare non è dare nozioni sulla preghiera: per far questo bastano i libri e ce ne sono tanti! Insegnare a pregare è un'altra cosa, è trasmettere una vita. Ce la fa solo chi prega con passione e con costanza.
È importante suggerire ai giovani delle norme semplici e pratiche e chiedere loro di sperimentarle. Se non li fate pregare, molto e con costanza, state perdendo tempo, non insegnerete a pregare.
È importante partire in gruppo, ma non molto numerosi, perché il cammino della preghiera stanca. Se si cammina in cordata, quando uno cede, l'altro tira e la marcia non si arresta. La forza di uno rimedia alla debolezza dell'altro e si resiste.
È importante che il gruppo si fissi delle mete precise: un quarto d'ora di preghiera quotidiana individuale, poi mezz'ora, poi anche un'ora. Le mete precise prese insieme fanno progredire e servono a tutti, ai forti e ai deboli.
È necessaria una verifica di gruppo (o revisione di vita) sul cammino che si fa. Condividere le difficoltà e cercare insieme le soluzioni. È utile in queste verifiche periodiche (ogni due, tre settimane) imporsi di non trattare di altro che di preghiera.
E importante dare uno spazio alle domande sulla preghiera. Non basta istruire sul modo di pregare, bisogna che i giovani possano presentare le loro difficoltà e che il responsabile tenti di dare una risposta ai loro intoppi. Se c'è questo, c'è veramente scuola di preghiera, perché c'è scambio e c'è concretezza.
La preghiera è dono dello Spirito: chi dà inizio a una scuola di preghiera deve prendere in carica uno per uno i giovani e su ognuno deve implorare con grande costanza la luce dello Spirito Santo.
La preghiera è una cosa sola con la carità
La preghiera apre sempre gli occhi sui doni di Dio: altrui e nostri. Che cosa sono i nostri doni? Sono responsabilità nell'amore, capacità di amare, potenzialità nel servire, energie di amore che Dio ha deposto nel nostro cuore e che attende che portino frutto.
Hai un bel carattere? Sai portare la gioia? Sai infondere coraggio? Sei persuasivo quando consigli? È Dio che ti ha arricchito; tu non puoi tenere nel tuo armadio, ben conser-vati con la naftalina, questi doni. Li devi tirar fuori, metterli a disposizione degli altri, nella consapevolezza che non ti sono dati in esclusiva, ma per il servizio di tutti. E devi dire nel tuo cuore: venite, servitevi, prendete liberamente, Dio me l'ha dato per tutti voi.
Sei un tipo che organizza? Sei abile nei lavori (certuni hanno le mani magiche)? Bene, non puoi tenere per te questi doni e guai se li ammiri per te: devi metterli al servizio di tutti e godere che tutti ne godano. Sei un tipo che ha una dose giusta di autorità che dà sicurezza? Non vantarti e non approfittarne: è una responsabilità per il bene di tutti. Se le comunità fossero dirette da individui di pasta frolla, quanti danni ne verrebbero ai fratelli, alle sorelle, ai poveri ! Ringrazia di questo dono e sviluppalo davanti agli occhi di Dio, con grande umiltà.
Hai una bella voce, canti bene? Sai far poesie? Sei un tipo creativo? Sai disegnare fumetti? È troppo poco che tu ringrazi di questo dono; hai la responsabilità di seminare la gioia, la bellezza nella comunità; guai se perdi il tempo ad ammirarti! Devi spenderti per la comunità e sviluppare i tuoi doni per la felicità di tutti.
E guai a chi non trova doni da mettere a servizio, perché allora rinuncia alla gioia del donarsi con fecondità.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
LA PREGHIERA
Il cristiano non può stare in piedi senza preghiera, l'esperienza quotidiana lo conferma per tutti.
La carità, come la comanda Cristo, non è possibile senza la forza della preghiera: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato» (Gv 1S,12).
Nessuno è in grado di osservare questo comando di Cristo con le sole sue forze. Nemmeno l'eroe è capace di portare avanti questo comando con costanza e fino in fondo. L'uomo che prega, sì. I santi ne sono la prova, perché l'uomo che prega è colui che ha imparato a utilizzare nella sua vita la forza di Dio.
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Dott. silvia severi il 28 settembre 2015 alle 14:14 ha scritto:
Lettura molto accattivante, fluida, chiara e ben comprensibile.
I punti che vengono affrontati sono arricchiti di consigli pratici molto semplici che fanno riflettere sul proprio percorso e cammino personale e sulla modalità giusta per affrontare la preghiera.
Dott. silvia severi il 21 novembre 2015 alle 10:04 ha scritto:
Molto molto accattivante e pieno di spunti per migliorare il nostro approccio alla preghiera. Davvero positivo.
Ing. Piergiorgio Mazzotta il 21 aprile 2017 alle 13:39 ha scritto:
Una vera e propria scuola per la vita.
Non fosse altro che per il titolo ... da riscriverselo sul cuore!