Questo libro vorrebbe aiutare chi già recita il rosario a vivere più compiutamente questa forma di preghiera, e chi ha scarsa familiarità con la "corona- ad avvicinarsi e a scoprire la ricchezza di un "metodo- che da secoli accomuna i semplici, i dotti, i poveri, i grandi mistici, i peccatori convertiti, i santi. Anche se a volte non lo recitiamo bene come vorremmo, Maria ci guarda ugualmente con infinito amore: come un disegno approssimativo fatto da un bimbo è pur sempre guardato con un amorevole sorriso dalla mamma, così i nostri rosari non sono mai ignorati né respinti dalla Madre celeste, che nelle sue innumerevoli apparizioni ha sempre caldamente raccomandato questa preghiera.
INTRODUZIONE
Questo libro vorrebbe aiutare chi già recita il rosario a vivere più compiutamente questa forma di preghiera, e chi ha scarsa familiarità con la "corona" ad avvicinarsi e a scoprire la ricchezza di un "metodo" che da secoli accomuna le persone più semplici, i dotti, i poveri, i grandi mistici della Chiesa, i peccatori convertiti e i santi.
Giovanni Paolo II era profondamente convinto che il rosario fosse un "tesoro da riscoprire":
«Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana. [...]
Mi rivolgo in particolare a voi, cari Confratelli nell'Episcopato, sacerdoti e diaconi, e a voi, operato pastorali nei diversi ministeri, perché, facendo esperienza personale della bellezza del rosario, ne diventano solerti promotori.
Confido anche in voi, teologi, perché praticando una riflessione al tempo stesso rigorosa e sapienziale, radicata nella Parola di Dio e sensibile al vissuto) del popolo cristiano, facciate scoprire, di questa preghiera tradizionale, i fondamenti biblici, le ricchezze spirituali, la validità pastorale.
Conto su di voi, consacrati e consacrate, chiamati a titolo particolare a contemplare il volto di Cristo alla scuola di Maria.
Guardo a voi tutti, fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi, famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani: riprendete con fiducia tra le mani la corona del rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la liturgia, nel contesto della vita quotidiana.
Che questo mio appello non cada inascoltato!
La Chiesa oggi ha bisogno di apostoli del rosario, di pastori del rosario, di famiglie del rosario, di laici del rosario, affinché l'invito di Giovanni Paolo II possa sortire l'effetto desiderato: che tutti i credenti, insieme con Maria Madre di Dio, si incamminino decisamente per la via della santità, tenendo lo sguardo fisso su Gesù e meditando, con il rosario, i misteri della salvezza. La riscoperta di questo tesoro non dovrebbe essere tanto difficile e faticosa, perché si tratta di una preghiera semplice e al tempo stesso ricca di dottrina. Dove riscoprire la pratica comunitaria del rosario se non, principalmente, in seno alla famiglia (genitori e figli insieme), nella parrocchia, con i differenti gruppi e le istituzioni parrocchiali, nelle comunità di vita consacrata? Il rosario è la preghiera per eccellenza della famiglia, che oggi è spesso minacciata da fattori sociali e culturali che fanno pressioni su di essa rendendone difficile la stabilità.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
Recitare il rosario con piacere e con frutto
1. Il rosario: preghiera meravigliosa
«Non la lunghezza ma il fervore della preghiera piace a Dio e ne conquista il cuore. Una sola Ave Maria detta bene è più meritoria di centocinquanta dette male. Quasi tutti i cattolici recitano il rosario, o una parte o almeno qualche decina di Ave; perché allora sono tanto pochi quelli che si correggono dei loro peccati e avanzano nella virtù, se non perché non recitano queste preghiere come si deve?».
Ecco alcuni accorgimenti utili che si raccomandano durante la preghiera del rosario (come anche in tutte le altre preghiere comunitarie):
— la recita del rosario, soprattutto se comunitaria, ha un suo certo ritmo naturale che va rispettato; la preghiera è infatti ritmo, e il ritmo conduce alla profondità del cuore: dove c'è ritmo c'è armonia e comunione, e scompare la distanza tra le persone; — la pronuncia dev'essere scorrevole come un parlato, evitando di sillabare o rallentare, ignorando declamazioni ed enfasi;
— il volume della voce deve essere moderato, perché mentre prego devo riuscire a sentire la voce di chi mi sta vicino, in modo quasi da non udire la mia voce, per essere un coro solo.
Ecco invece alcuni importanti difetti da evitare:
— andare avanti, perché manifesta l'istinto incontrollato di primeggiare;
— restare indietro, perché manifesta l'attaccamento al proprio modo di pensare e di fare;
— alzare il volume della voce, perché esprime l'istinto di dominare o l'intenzione di farsi notare;
— tacere o il non partecipare, perché significa negarsi alla comunione orante della Chiesa.
Qui di seguito si riportano alcuni brevi consigli pratici.
Usare una corona del rosario. È importante usare una corona del rosario da far scorrere fra le dita. Con le dita che sfiorano i grani della corona, il rosario diventa preghiera tattile e il corpo nonpuò rimanere estraneo. Più le mani si muovono, più si è portati a meditare. Oggi si parla giustamente di una spiritualità partecipata dal corpo: il corpo aiuta l'anima ad elevarsi, e la corona consente che ci sia una partecipazione integrale del corpo e dell'anima alla preghiera.