Nel Pentateuco
-Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia attraverso il commento di pagine scelte
(Parola di Dio. Seconda serie)EAN 9788821575525
Marco Settembrini, sacerdote della diocesi di Bologna, ha conseguito Licenza e Dottorato in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. È attualmente docente straordinario di Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana in Roma (2016-2016). La sua tesi dottorale, redatta sotto la guida del professore Augustinus Gianto, è stata pubblicata col titolo Sapienza e storia in Dn 7-12 (Analecta biblica 169, Roma 2007).
Il volume Nel Pentateuco offre, come precisato nel sottotitolo, un’Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia. Il taglio originale dell’opera appare fin dalle prime pagine: «Le informazioni previe all’interpretazione dei testi si limitano all’essenziale, prediligendo un confronto serrato con lo stile e il significato più profondo di brani scelti, sulla scorta dei recenti apporti dell’esegesi anticotestamentaria» (IV di copertina). Le sei pagine e qualche riga d’Introduzione (pp. 7-13) concedono, in effetti, solo qualche veloce informazione (etimologia, qualche nota su contesto storico e tappe della ricerca sul Pentateuco), rimandando per tutto il resto «ai molti validi manuali di introduzione in commercio» (p. 12). Il volume si prefigge in effetti di offrire
«un commento non fugace, consapevole dei maggiori apporti dell’esegesi contemporanea, a tratti fiducioso di apportare elementi di originalità», optando per la lettura diretta «di alcuni passi che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all’insieme del maestoso edificio del Pentateuco» (ivi).
Tale scelta metodologica è coerentemente portata avanti nei cinque capitoli successivi, che ripercorrono, a grandi passi, le sezioni narrative che compongono ognuno dei cinque libri, offrendo in coda una bibliografia sommaria per l’approfondimento. Il primo capitolo si sofferma sul libro della Genesi. Si ripercorrono il racconto delle origini (Gen 1-11) e la storia dei patriarchi (Gen 12-50), riassumendo o commentando velocemente il testo, non senza soffermarsi, tuttavia, su qualche particolare lessicale, sintattico e semantico d’interesse. L’analisi (inevitabilmente) sommaria non impedisce di dare qualche stimolante spunto interpretativo (ad esempio le diverse possibili letture dell’incipit ber?’šît b?r?’ ’?l?hîm alle pp. 29-32) e qualche elemento di approfondimento (cf. la comparazione tra racconti biblici d’origine e letteratura mesopotamica alle pp. 48-54).
Il secondo capitolo si sofferma con lo stesso metodo sul libro dell’Esodo. Il testo è analizzato secondo lo schema bipartito di “Israele in terra straniera” e “Israele nel deserto”. Anche qui non mancano spunti interessanti (la manna di Es 16, pp. 117-121), qualche approfondimento specifico (la pasqua alle pp. 115-117), e una sintetica ma interessante bibliografia d’approfondimento.
Il libro del Levitico è trattato nel terzo capitolo, percorrendone il testo per sezioni o assi tematiche (il sistema sacrificale, il sacerdozio, purità e impurità, il giorno dell’espiazione, il codice di santità). Il commento, benché sintetico, è chiaro e guida il lettore alla comprensione del complicato sistema liturgicosacrificale israelita, contestualizzandolo nel suo quadro socio-culturale.
Il quarto capitolo si sofferma sul libro dei Numeri, ripercorrendone il testo in cinque tappe: accampamento nel deserto, stato di purità e benedizione, offerte e comunione con Dio, dal Sinai alla terra promessa, oracoli di Balaam. L’autore guida il lettore a intravedere, dietro il paradigma narrativo utilizzato dal testo, l’epoca della sua effettiva composizione e il movente ideologico
«secondo il quale il tempo dell’esilio è il tempo del deserto, tempo in cui, per mezzo dei profeti e di alcuni capi, risuonano ancora le promesse tramandate dai padri eppure non si presta lor fede […]. Fuori dal racconto, si può sperare di sopravvivere al tempo della deportazione solamente abbracciando la Torah e mettendone in pratica i comandamenti» (pp. 208s).
Il Deuteronomio è, infine, l’oggetto del quinto capitolo. Anche qui il testo è analizzato per sezioni (proemio, incontro con Dio e deserto, l’alleanza, deserto, luogo di culto, autorità, morte di Mosè), preoccupandosi di commentare con più dovizia di particolari le parti centrali (per esempio i comandamenti e lo Shemà alle pp. 248-258,) e riservando a tutto il resto una trattazione veloce. Degne di nota, tra le altre, sono alcune stimolanti riflessioni sul tema del deserto (pp. 258-261). Si dà risalto alla tesi, condivisa da gran parte degli esegeti, che le indicazioni relative al culto e alla sua centralizzazione rimandino alla riforma di Giosia (622 a.C.), dopo il tentativo del suo predecessore Ezechia (727-699), e forniscano importanti indizi sul contesto compositivo del libro (pp. 263-267).
Il volume è ben scritto, semplice ma mai banale, e si lascia leggere sia da chi ha competenze esegetiche che dal principiante, onorando la vocazione specifica della serie a cui appartiene (Introduzione alla Scrittura). Il lettore è accompagnato a percorrere i primi cinque libri della Bibbia, appropriandosi del contenuto e rilevando allo stesso tempo le maggiori problematiche storiche, letterarie e teologiche. La quarta di copertina puntualizza che nel testo «non si offre un discorso dettagliato sul Pentateuco, ma si desidera condurre il lettore in questo maestoso edificio e mostrarne l’armonia complessiva».
«Studiare la Bibbia dall’interno» è un approccio di lettura sempre più in voga e reagisce all’eccessivo tecnicismo delle introduzioni classiche, che esaminavano estrinsecamente i vari aspetti dei libri biblici, rinunciando quasi completamente a un contatto vivo con il testo.
Il lettore assuefatto al genere letterario “introduzione” sarà leggermente disorientato dall’assenza di alcune parti classiche: una presentazione del Pentateuco nel suo insieme, alcune informazioni propedeutiche alla sua lettura (tavola storica, ipotesi compositive), un’introduzione generale ai singoli libri (datazione, genere, struttura, temi teologici, aperture), una sintesi finale sulle principali linee tematiche del corpus. Avrebbe forse fornito un ulteriore aiuto alla lettura la presenza di uno schema contenutistico all’inizio di ogni libro, come appare per Esodo (pp. 88-89; niente per Genesi; qualcosa di molto stringato e di non sistematico per gli altri libri; cf. pp. 139-140, 184, 228). Una presentazione, benché schematica, della storia interpretativa del Pentateuco avrebbe ugualmente contribuito a render conscio il lettore della complessità del testo che ha davanti. Percorrendo il volume si ha talvolta l’impressione di aver tra le mani una guida alla lettura più che una vera e propria introduzione. Il libro assolve, tuttavia, al compito di “introdurre” in maniera non convenzionale e probabilmente più consona all’etimologia del termine (intro-ducere), costringendo il lettore a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. In tal senso esso rende un servizio prezioso sia a studenti sia ad appassionati di Bibbia, a cui ci sentiamo di consigliare caldamente la lettura.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 1-4/2016
(http://www.pftim.it)
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