Una rilettura trasversale della Sacra Scrittura per far emergere il tema della "vita", una parola che scorre sotto tutte le parole del Libro, come una corrente sotterranea, una nervatura delle pagine. A partire dal libro della Genesi, quando Adamo divenne un essere che ha vita (Gen 2,7), in quel giardino il cui centro è costituito proprio dall'albero della vita (Gen 2,9); da quando Eva fu tentata esattamente con la proposta di più vita: "No, non morirai; anzi avrai una vita simile a quella di Dio" (cfr. Gen 3,5). Poi nei racconti dell'esodo, attraversando i Salmi, fino ai profeti, per arrivare a Gesù: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini" (Gv 1,4). Gesù che ha l'audacia di attribuirsi, come suo nome proprio, come sua identità, la vita: "Io sono la vita" (Gv 14,6). Guidati da un autore noto per la sua profondità, i lettori potranno capire in quali modi la parola di Dio produce vita, raccogliendone alcuni colori e sapori, osservando qualche sfumatura nell'inesauribile tavolozza che è la Sacra Scrittura.
Destinatari
• Tutti i cristiani
L’autore
Ermes Ronchi, dei frati Servi di santa Maria,friulano di Racchiuso di Attimis (Udine), è nato nel 1947. Ha studiato teologia a Roma (Marianum) e scienze religiose e antropologia a Parigi (Institut Catholique e Sorbona).Risiede presso il convento di San Carlo al Corso a Milano, dove dirige il Centro culturale della Corsia dei Servi; docente al Marianum;collaboratore di «Avvenire», ha pubblicato varie opere: Dietro i mormorii dell’arpa (1999), Bibbia e pietà mariana (2002), Ha fatto risplendere la vita(2003), Il canto del pane (20042), Dieci cammelli inginocchiati (2004). Per le Edizioni San Paolo sono usciti: Respirare Cristo. Commenti ai vangelifestivi. Anno C (20072), Sciogliere le vele. Commentoai vangeli festivi. Anno A (20113), Il canto del pane(20115), L’alfabeto della vita. Commento ai vangelifestivi. Anno B (20113).
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE DEL LIBRO
IL VANGELO DELLA VITA
Mi insegnerai la via della vita (Sal 16,11)
Una parola scorre sotto tutte le parole del Libro, come una corrente sotterranea, una nervatura delle pagine. Questa parola che intuisco come centrale per ascoltare e accogliere, per riassaporare e gustare il messaggio della Sacra Scrittura è "vita".
A partire dal libro della Genesi, quando Adamo divenne un essere che ha vita (Gen 2,7), in quel giardino il cui centro è costituito proprio dall'albero della vita (Gen 2,9); da quando Eva fu tentata esattamente con la proposta di più vita: «No, non morirai; anzi avrai una vita simile a quella di Dio» (cfr. Gen 3,5).
Proseguendo con i racconti dell'esodo, quando nei giorni dell'alleanza il Signore dice: «Hai davanti a te la vita e la morte, scegli!» (Dt 30,19). Attraversando i Salmi, la cui supplica più ripetuta è: «Fa' che io viva!». Fino ai profeti, al piccolo profeta Giona che si adira con Dio perché non è come un ladro che ruba, uccide e distrugge, ma è come un pastore di vita abbondante per i centoventimila della città di Ninive che non sanno distinguere la destra dalla sinistra.
Per arrivare a Gesù: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4). Gesù che ha l'audacia di attribuirsi, come suo nome proprio, come sua identità, la vita: «Io sono la vita» (Gv 14,6). Gesù che sceglie la vita come sua missione specifica: «Sono venuto perché abbiano la vita in abbondanza» (Gv 10,10), che ne fa la misura dell'amore: «Non c'è amore più grande che dare la vita» (Gv 15,13).
Paolo si inserisce in questa corrente, quando afferma, in uno dei suoi preziosi momenti di poesia, che Gesù «ha fatto risplendere la vita» (2Tm 1,10). E Giovanni, il discepolo amato, sipresenta a sua volta come uno che in Gesù ha "toccato" la vita: «Ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita, questo noi trasmettiamo anche a voi» (l Gv 1,1-3). Come Giovanni, ripercorriamo i sentieri attraverso i quali questa parola "vita" si dissemina nella Scrittura, i diversi rivoli con cui rende intrisa di sé ogni pagina e poi dalla pagina dilaga fino al lettore, creando il primo, più intenso e stringente collegamento tra il Libro e l'esistenza dell'uomo.
Che hai a che fare con me, o Libro di Dio? La risposta è una pretesa perfino eccessiva, perfino sconcertante: Io faccio vivere!
Cerchiamo ora di capire in quali modi la parola di Dio produce vita, raccogliendone alcuni colori e sapori, appena qualche sfumatura nell'inesauribile tavolozza che è la Sacra Scrittura.
«Nel Verbo era la vita e la vita era luce»
Vita e luce sono due termini così legati tra loro che nel linguaggio comune nascere è detto «venire alla luce», morire è «chiudere gli occhi alla luce». Anche il salmo accosta i due termini: «È in te la sorgente della vita, nella tua luce vediamo la luce» (Sal 36,10). La vita è luce. Luce che permette di vedere i volti amati, fine delle paure, genesi dei colori e delle forme, bellezza, senso, strada, orizzonte. Tutto questo era nel Verbo. Hai bisogno di luce? Apri gli occhi sulla vita, su ogni persona vivente, lampada dell'Altissimo; su ogni amore, perché le sue fiamme sono fiamme di Dio (Ct 8,6). Dalla vita e dalla Parola viene la luce come «lampada che brilla in luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori» (2Pt 1,19).
«Dio è luce» (1Gv 1,5). Ma il Vangelo dice: Anche l'uomo è luce (cfr. Mt 5,14-16), luce custodita in un guscio d'argilla. Per questo d'istinto cerca la luce e, trovatala, se ne inebria.
Gesù parla in parabole, indicando la vita quale maestra. La parabola fa parlare la vita e dice a noi di guardare la vita per parlare di Dio, non di guardare a chissà quali faticosi concetti. Gesù guardava il seminatore, e in quel gesto senza misura diceva a se stesso: Qui c'è qualcosa di Dio. La vita non è vuoto, non è assenza: c'è qualcosa di Dio nella vita. Se avessimo occhi, se avessimo cuore per guardare la vita, se avessimo la profondità degli occhi di Gesù, penso che anche noi di questa vita comporremmo parabole, racconteremmo di Dio con poesie e parabole come faceva Gesù. La vita come parola di Dio reca l' evangelium vitae, la lieta notizia che è la stessa nostra esistenza, immagine e somiglianza di quella di Dio.
Affermare che nel Verbo è la vita e la vita è luce significa anche che il chiarore della Parola non è quello di una luce abbagliante, ma di una luce "lunga" e "mite", che si svela a poco a poco lungo lo scorrere dei giorni; significa accettare anche oscurità e chiaroscuri, misurarsi con l'infinita pazienza di una «luce che è una penombra toccata d'allegria» (Maria Zambrano).
Una luce che non è già totalmente data, ma che si svela progressivamente, non come un fatto, ma come un divenire.
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BARBARA SGARIOTO il 10 agosto 2013 alle 11:54 ha scritto:
Testo di straordinaria bellezza da leggere tutto d'un fiato. Partendo dalla Genesi, questo itinerario che ha come protagonista la parola "viva" che scorre lungo le pagine della sacra scrittura, trova il suo culmine in Cristo nostra salvezza.
Umberto Masperi, masperi.umberto@yahoo.it il 14 settembre 2013 alle 08:36 ha scritto:
Quando parliamo di vita in riferimento a quella dell’uomo ( che pure è costantemente in relazione con quella di ogni altro essere “vivente”, come ad es. un animale domestico mansueto che fa tanta compagnia a persone ‘sole’) utilizziamo di abitudine il termine “esistenza”. Infatti solo l’uomo è ‘esistente’ (come con profondità sottolineò il pensatore Kierkegaard ; ma prima di lui , pur non tematizzando a livello filosofico, anche ogni grande maestro del passato). Sul problema hanno scritto importanti libri i filosofi esistenzialisti del ‘900 ( tra i quali la mia preferenza va ad Heidegger ed Jaspers). Ma già la sapienza ebraica a contatto con quella greca ( età dell’ellenismo) procedeva in modo esplicito: di fronte alla realtà dell’IO eterno ( “Prima che … la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre TU sei, o Dio”) emerge il dramma dell’io-esistente (“… Mille anni, ai tuoi occhi,sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte … sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia: al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca…. consumiamo i nostri anni come un soffio”.
Una premessa ... perché sul problema “VITA” la nostra ragione si trova disarmata; basti pensare ai confronti-scontri se ci poniamo il tema del suo inizio (concepimento, liceità di alcuni tipi di interventi ).
Da qui l’importanza di questo libretto di Ronchi; il significato del suo titolo ,però, in corso di lettura mi risultava poco convincente: perché “soglia” ( a parte la citazione conclusiva di Vannucci , così bella ,rivolgendosi a Signore: ” … C’inviti nella tua dimora tu, che dimora non hai” )? Non si tratta invece di un INNO ALLA VITA ( alla vera vita)? Le pagine, molto dense, ripropongono il messaggio biblico ,evangelico e neotestamentario, sul profondo ed autentico significato della vita ( livello della fede). Sono “espressioni” da meditare; solo qualche piccolo esempio, quasi nell’ottica di un auto-confronto.
*** ---“So che quando io cesso di trasmettere vita ad altri,quando non sono nella vita datore di vita, in quel preciso momento la vita in me si dissecca”.
--- “Alla fine la vera domanda non è:”Che cosa è la vita?”,ma :”Chi è la vita?”….”Chi salva una vita salva il mondo intero” ( nds: come non pensare a Madre Teresa?)
--- “.. il Signore non salva dal dolore ma nel dolore,non protegge i suoi dalla notte oscura ma dentro la notte oscura”.
--- “… Se anche il mio gemito resta senza risposta apparente,ormai sono certo che Dio è coinvolto,partecipa,si china fino a intrecciare il suo respiro con quello dell’uomo, la sua parola e le sue lacrime con quelle dell’uomo. Fino a dire:”E’ parola mia,sono lacrime mie!” E la vita ne viene moltiplicata”.
--- “Il mondo non finirà nel fuoco,ma nella bellezza… non nel fuoco,ma nella dolcezza”. (…) “L’eternità come infinita ripetizione può perfino fare paura, ma se essa mi appare non come durata ma come intensità, allora mi può ancora saziare di sorprese …L’eternità è il non abituarsi, è il fascino della prima volta che si ripete(nds:meglio:”si rinnova”!) sempre”.
--- “Nel Vangelo l’alfabeto della vita.( …) Lettere di un alfabeto divino e feriale,lettere che hanno il sapore di Dio e quello della nostra terra.”
“Sulla soglia … “:la lettura ci stimola … (verso la pienezza di vita).