Le tentazioni sono "compagne di viaggio" di ogni uomo che cerca di vivere una vita autentica e libera. Esse non sono, come spesso si crede, un ostacolo alla fede, ma un invito a imparare l'arte della resistenza, e a riscoprire il momento della prova come esperienza essenziale alla libertà: senza tentazione non c'è libertà! Anche Gesù, nella sua esistenza terrena, ha vissuto l'esperienza della tentazione, così come attestato dai Vangeli. E non si è trattato di episodi occasionali, ma della testimonianza della sua lotta spirituale durata fino alla prova suprema della croce. In questo volumetto, Enzo Bianchi traccia un percorso biblico che, attraverso l'analisi dei brani evangelici sulle tentazioni di Gesù, porta il lettore a scoprire il senso della propria lotta spirituale.
DESTINATARI
Un ampio pubblico di lettori, credenti e non.
L’AUTORE
Enzo Bianchi (1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. È autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con «La Stampa», «Avvenire», e, in Francia,con «La Croix», «Panorama» e «La Vie». Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre nostro. Compendio di tutto il Vangelo (20082),L’amore vince la morte (20082), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare(2009), Il Padre Nostro spiegato da Enzo Bianchi(2010) e Una lotta per la vita. Conoscere ecombattere i peccati capitali (2011).
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Il Signore Gesù Cristo
fu tentato dal diavolo nel deserto;
Cristo fu certamente tentato dal diavolo,
ma in Cristo eri tentato tu.
Tua infatti era la carne
che Cristo aveva preso
perché tu avessi da lui la salvezza.
Egli aveva preso per sé la morte,
che era tua,
per donarti la vita;
da te egli aveva preso su di sé le umiliazioni,
perché tu avessi da lui la gloria ...
Se in lui noi siamo tentati,
in lui noi vinciamo il diavolo.
Ti preoccupi
perché Cristo sia stato tentato, e non consideri
che egli ha vinto?
In lui fosti tu a essere tentato, in lui tu riporti la vittoria'.
Tutte e tre le volte si tratta di una stessa tentazione, cioè quella di strappare Gesù dalla Parola di Dio.
INTRODUZIONE
L'uomo è un essere tentato: nel cammino di umanizzazione, cioè del diventare uomo in verità, proprio perché l'essere umano possiede la libertà si trova in un regime di prova. Ovvero, conosce la tentazione. Per umanizzarsi l'uomo deve rinunciare ai sogni e alle illusioni di onnipotenza, nello spazio della libertà deve imparare l'arte della resistenza, e dunque essere consapevole della prova come esperienza essenziale alla sua libertà: senza tentazione non c'è libertà!
Noi cristiani non abbiamo mai smesso di riflettere, meditare e, soprattutto, sperimentare questa condizione umana segnata dalla tentazione, e per questo rileggiamo sovente come le Sante Scritture svelano la nostra verità. Leggiamo e rileggiamo il capitolo terzo della Genesi, per trovare in quel racconto non ciò che è cronologicamente originale, ma ciò che è antropologicamente fondamentale: la narrazione della tentazione dell'adam ha infatti un valore archetipico, riguarda l'umanità intera e ogni uomo. È un testo che dice a chi lo legge: «Tu sei quell'uomo!» (2Sam 12,7). Sostiamo inoltre sui racconti delle tentazioni del popolo di Dio, di Israele, nel suo cammino nel deserto per quarant'anni; tentazioni precise ma anch'esse archetipiche, capaci di svelare le seduzioni che sempre assalgono il credente e la Chiesa nel loro cammino verso il Regno.
In particolare, però, noi «teniamo fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 12,3), il quale, essendo uomo, uguali a tutti noi, è stato tentato.
La lettera agli Ebrei lo attesta con forza: egli «è stato tentato in ogni cosa come noi, ma senza commettere peccato» (Eb 4,15), e «proprio perché è stato tentato in ciò che ha sofferto, può venire in aiuto di quelli che sono tentati» (Eb 2,18). Sì, Gesù ha subìto la prova, la tentazione (peirasmós, dal verbo peirdzein), e non c'è tentazione umana che gli sia stata estranea! Gesù è stato pienamente e veramente uomo, e proprio perché non c'è tentazione che non sia umana, in lui vi era la libertà, vi era la fonte della vita e della morte, del bene e del male, dunque la possibilità di resistere alla tentazione o di soccomberle. Per questo le tentazioni di Gesù nel deserto — le sole che vengono esplicitate dai vangeli — e le alte tentazioni da lui vissute vanno prese sul serio: non sono una scena, ma un'esperienza vitale, una condizione permanente della sua vita, fino all'ora della sua morte. Non a caso Luca ci rivela che Gesù è stato tentato sempre, fino al kairós, al «tempo opportuno» (Lc 4,13), quando nell'ora della croce gli verranno poste sotto altra forma le stesse domande rivoltegli all'inizio da Satana (cf. Lc 23,35-39).
Proprio perché vorrei che Gesù Cristo venisse in aiuto a noi che, come lui, siamo tentati e provati; proprio perché desidero che la nostra consapevolezza del suo lottare in noi venga rinnovata e rinforzata, mi accingo dunque a rileggere la narrazione delle sue tentazioni attestata nei vangeli sinottici.
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Gregorietta Florena il 6 settembre 2015 alle 01:05 ha scritto:
MI E' SEMPRE PIACIUTO ENZO BIANCHI. PECCATO CHE PER LA MANCANZA DI SPAZIO NON POSSA PROSEGUIRE CON LA LETTURA DEI TESTI DI QUEST'UOMO. COMUNQUE E' TRA I LIBRI CHE SICURAMENTE RILEGGERO' PERCHE RITENGO CHE SIA UTILE PER LA VITA SPIRITUALE.