Preti pedofili
-La vergogna, il dolore e la verità sull'attacco a Benedetto XVI
(Dimensioni dello spirito) [Con sovraccoperta]EAN 9788821568404
Qualcuno potrà storcere il naso per due libri usciti a troppo breve distanza dallo scandalo esploso nella Chiesa o, per meglio dire, suscitato ad arte contro di essa. Già sembrava strano che a distanza di decenni venissero alla luce, proprio in questo pontificato, certi fatti nascosti un po’ troppo a lungo perché si potesse pensare a una continua minaccia incombente fino ad ora (ciò che può essere plausibile nell’Irlanda cattolica degli anni Cinquanta è del tutto incredibile nella Germania a maggioranza atea e protestante degli anni Settanta), ma una serie di manipolazione dei dati ha fatto sì che nell’immaginario di molti si pervenisse quasi ad un’equazione prete = pedofilo.
Uno degli elementi principali del sacerdozio cattolico, il celibato ecclesiastico, è stato individuato come l’unica causa della perversione pedofila (ma in questi casi concreti sarebbe più esatto parlare di efebofilia o direttamente di omosessualità), mentre le vere ragioni di tale male orribile, la rivoluzione sessuale e – nella Chiesa – certo rilassamento post-conciliare, sono passate del tutto sotto silenzio. Infatti, ferma restando la condanna per tale perversione, qualunque sia il numero dei preti effettivamente coinvolti, colpisce però venire a sapere che, dati concreti alla mano, la pedofilia colpisce solo lo 0,3% dei sacerdoti cattolici: una percentuale decisamente inferiore a quella dei rabbini e dei pastori protestanti (che pure sono sposati), tanto per citare due altre categorie di religiose.
Massimo Introvigne, appunto partendo dai dati concreti, pubblica un breve saggio sul problema con San Paolo (nella cui appendice vengono riportati De Delictis Gravioribus, del 2001, e Lettera ai cattolici dell’Irlanda, del 2010) e partecipa a un lavoro collettaneo edito da Fede&Cultura a cui contribuiscono anche Francesco Agnoli, Luca Volontà, Giuliano Guzzo e Lorenzo Bertocchi.
Da un’analisi attenta della campagna orchestrata contro la Chiesa, appare evidente come l’obiettivo non sia tanto quello di portare alla luce la verità, bensì quello di attaccare Papa Benedetto XVI, evidentemente più scomodo, per le sue simpatie verso la fede tradizionale, di quanto non siano stati i suoi predecessori.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 56 - Luglio 2010
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