Don Nunzio Russo. Teologo ed evangelizzatore
(Teologia e cultura religiosa) [Con sovraccoperta]EAN 9788821560347
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 8
(http://www.ilregno.it)
Il sacerdote palermitano don Nunzio Russo (1841-1906) è stato certamente uno dei presbiteri più solerti nella seconda metà dell'Ottocento in un'epoca contrassegnata da fortissimi cambiamenti sociali e politici, non solo per la Sicilia, ma anche per l'Italia intera.
La sua attività si estese dall'impegno primario per l'evangelizzazione e la catechesi fino alla promozione della cultura cattolica e alla valorizzazione della donna, come dimostra anche la fondazione di un istituto religioso tuttora fiorente (oggi di diritto pontificio), come le «Figlie della croce» con casa madre, appunto, a Palermo. Il primo dei due volumi dovuti a don M. Torcivia, docente presso lo Studio teologico di Catania, traccia agilmente il profilo biografico di questo benemerito sacerdote, mentre il secondo raccoglie gli Atti del convegno celebrato nel novembre 2006 a conclusione dell'anno centenario dalla sua morte. Dall'insieme dei due testi è possibile ricavare un ritratto completo di un personaggio non molto conosciuto fuori dall'ambiente siciliano, ma sicuramente rappresentativo di quell'«opposizione cattolica» al liberalismo e alla massoneria che tanta parte ebbe nella ripresa della presenza dei cattolici nella vita dell'Italia unificata.
Don Nunzio Russo fu uomo colto, difensore tenace della persona del papa, cui fu fedelmente sempre attaccato, ma nello stesso tempo aperto alle nuove necessità, per cui aderì ben presto all'Opera dei Congressi e promosse la fondazione di numerose casse rurali a vantaggio delle popolazioni più povere dell'isola. La sua spiritualità, formata alla scuola di sant'Ignazio di Lojola e san Francesco di Sales, si espresse dunque in molteplici dimensioni, tanto che proprio nel 2006, a un secolo esatto dalla morte, si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione. Nato nel 1841, in una Palermo ancora capitale del Regno delle due Sicilie, Nunzio Russo vive in prima perso na la fine del vecchio regime e l'arrivo di Garibaldi, prima, e poi dello stato sabaudo. A vent'anni, nel 1861, riceve l'abito clericale e nel 1865 viene consacrato sacerdote. Aveva già una notevole formazione umanistica e teologica, tanto da essere subito annoverato tra i docenti del seminario diocesano. Eccelleva anche nella conoscenza delle lingue, tanto che oltre al latino, greco ed ebraico (le lingue consuete degli studi sacri), apprese anche il tedesco, il francese e l'inglese. Don Nunzio fa parte degli zelanti, detti altrove anche «intransigenti», cioè quella frangia notevole del clero italiano di allora ostile nei confronti dello stato italiano laico e anticlericale, con profonde venature massoniche. Si batte, quindi, (nel 1869) perché i chierici vengano esentati dalla leva militare obbligatoria, subendo perfino 15 giorni di carcere e altri 20 di domicilio coatto, in quanto colpevole di turbamento dell'ordine pubblico. Nel 1870 si dedica alla predicazione delle missioni al popolo, un'attività che continuò a svolgere per lunghi anni, avendo compreso che questa era la sua vocazione: rimanere nella sua terra natale, rinunciando a seguire una possibile e vagheggiata scelta di diventare gesuita. Dal 1872 al 1874 segue ad Agrigento il suo antico rettore del seminario, mons. Turano, divenuto nel frattempo vescovo di quella città.
Ritorna per motivi di salute a Palermo e s'impegna soprattutto nella catechesi, promuovendo l'apostolato delle Sorelle della dottrina cristiana e fondando una casa editrice cattolica per la diffusione della buona stampa (le famose «Letture domenicali»). Nel 1883 aderisce come «socio onorario» all'Opera dei Congressi e la promuove in tutte le diocesi siciliane. Fonda anche due congregazioni, una per i sacerdoti, un'altra per le «Sorelle di san Francesco di Sales», che tuttavia saranno sciolte nel 1891 a causa delle incomprensioni con il card. Celesia, allora vescovo di Palermo. Mentre la congregazione sacerdotale non sarà più ricostituita, quella femminile, nel frattempo già diffusa in altre diocesi, cambierà nome in «Figlie della santa croce» e sarà approvata grazie al vescovo di Cefalù che nel 1893 le presenta anche al papa, ottenendo nel 1896 il rescritto da parte della Congregazione dei vescovi. Nel frattempo, morto il card. Celesia nel 1904, il nuovo vescovo palermitano riabilita completamente don Nunzio, al quale però restano pochi anni di vita. Ma la morte, sopraggiunta il 22 novembre 1906, non mette fine alla sua opera, che continua fino a oggi e sarà coronata nel 1974 con il riconoscimento pontificio delle Figlie della croce, le quali sono oggi presenti anche in Messico e in Brasile. La giornata di studio di Palermo del 21 novembre 2006, ha messo in luce l'attualità di questo sacerdote, evidenziando il carattere coraggioso e profetico della sua attività. La volontà di superare il localismo regionale, l'impegno nel sociale e nel politico, la fiera rivendicazione della propria identità cattolica («Non mi vergogno del vangelo»), la sottolineatura del ruolo della donna nella chiesa e il forte radicamento popolare sono ancora ai nostri giorni i segni che dovrebbero contraddistinguere in ogni tempo la fisionomia del cristiano.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n.1 del 2008
(www.credereoggi.it)
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