Sulla via della persona. La riflessione sull'uomo: storia, epistemologia, figure e percorsi
(L'abside)EAN 9788821557958
Le leges liturgiche (la credendi, orandi e canendi) animano e regolano relazioni tra Dio e gli uomini e gli uomini tra di loro. Questi eventi liturgici non lasciano immutata la persona dei credenti, degli oranti e dei cantanti, altrimenti la fede, la preghiera e il canto non sarebbero autentiche e personali. Quindi la liturgia non può non incidere sulla persona. E non è anche questa la persona della quale parlano e trattano i teologi? Gli psicologi? E coloro che si interessano di scienze dell'uomo e di scienze umane? Per cui un vir liturgicus (ci sia concessa questo neologismo), come dovrebbe essere ogni homo che si riconosce vir christianus, richiede di essere studiato in tutto ciò che nella liturgia Dio lo ha trasfigurato e che la liturgia quotidiana dovrebbe rappresentarne una fenomenologia.
Ma d'altra parte la conoscenza della persona di cui ne parlano i teologi ed altri dovrebbe riguardare il liturgista per poter adeguare gli eventi liturgici secondo le modalità storiche, epistemologiche, cultuali e comunicative dell'uomo contemporaneo. E non solo, come spesso ci si illude, dal punto di vista psicologico! Perché è la persona dell'uomo e non solo la sua psiche o altro di suo particolare che è presente e interagisce negli eventi liturgici.
Lo studio dell'Autore può essere investito anche in questa prospettiva. Pur avendo una sua consapevole e intenzionale finalità. Che non prevedeva anche questa, ma certamente non la esclude, essendo l'Autore non solo uno studioso (ordinario di Antropologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli dove tiene corsi anche ai bienni di specializzazione in Teologia fonda) ma ancora e pur sempre un parroco. E ci permettiamo di recensire questo, tra gli ultimi suoi lavori, per invitarlo ad orientare le sue competenze e ad investire il suo studio in quella cornice epistemologica del vir liturgicus di cui ne parlavamo prima. E questo studio evidenzia molte 'categorie' che caratterizzano la persona, e che liturgicamente potrebbero avere una loro valenza: "la relazione/reciprocità come struttura-di-pensiero capace di superare le varie forme di antiumanesimo contemporaneo" e tutte quelle "figure e temi di antropologia filosofica di fine del secondo e gli inizi del terzo millennio" che l'Autore presenta nella terza sezione della sua opera (in particolare la "crisi della modernità e antropologa di ispirazione ebraica", la corporeità, "la questione antropologica: tra "natura umana", "legge naturale" e "identità personale"). Pagine che permetteranno ai liturgisti e ai pastoralisti della liturgia di conoscere di quale uomo si sta parlando quando si parla di celebrazioni liturgiche oggi e di comunicazione liturgica contemporanea. Così che anche la liturgia contribuisca a raggiungere la "pretesa" che antropologi e teologi hanno (e non possono non averlo in una cultura riflessa che non si disperda in quella diffusa) di "rispondere alla domanda "chi è l'uomo?" e a liberarlo dalla sua "povertà antropologica" (M. Heidegger). "Realizzazione di questa pretesa e raggiungimento di questo obiettivo appartengono n maniera differente ai 10 capitoli di questo volume" (p. 10). Particolarmente utile il "primo approccio [ben 26 pagine] ai volumi e ai saggi di antropologia filosofia" che l'Autore propone per approfondirne i suoi caratteri epistemologici e le problematiche filosofiche interne a questa disciplina. I testi vengono accompagnati da una breve scheda che orienta a una prima lettura".
P. T.
(RL 2008)
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