"Dopo la deposizione dalla croce il santissimo corpo di Gesù venne ricoperto con un panno di lino dalle ginocchia ai fianchi, poi fu deposto fra le braccia della Madre addolorata... Il santissimo corpo riposava sulle ginocchia di Maria. Ella baciava e adorava quel corpo orribilmente sfigurato, contemplandone le piaghe. Non poteva lasciare suo Figlio in quell'orribile stato, perciò cominciò a cancellare le tracce degli oltraggi che aveva sofferto. Con estrema delicatezza gli tolse la corona di spine aprendola dal lato posteriore. Vidi la Vergine lavare il capo e il volto insanguinato del Signore, passando la spugna sui suoi capelli. Tolse il sangue che gli riempiva gli occhi, le narici e le orecchie. Allo stesso modo gli pulì la bocca semiaperta, la lingua, i denti e le labbra. Poi divise i capelli: quando li ebbe sgrovigliati davanti, li fece passare dietro le orecchie. Una volta pulito il capo, dopo aver baciato il Figlio sulle guance, passò a ripulire il collo, le spalle, il petto, il dorso, le braccia e le tenere mani piagate.
L'Addolorata lavò e ripulì, a una a una, le numerose e orribili piaghe. Allora solamente le fu possibile vedere nei minimi particolari gli spaventosi martìri subiti da suo Figlio... Quando ebbe unto tutte le ferite, avvolse il sacro capo nei lini, ma senza coprire il volto. Chiuse gli occhi semiaperti del Signore, lasciando riposare sopra la sua mano; poi gli chiuse anche la bocca, baciò il santo corpo e accostò il suo viso a quello del Figlio. Lo abbracciò per l'ultima volta e se ne distaccò con profonda commozione".
PRESENTAZIONE
di Giovanna Della Croce
Fin dalla prima pubblicazione, avvenuta nell'anno 1833, questo libro che racconta le visioni di Anna Katharina Emmerick circa la passione del Signore ha esercitato un notevole influsso sulla vita spirituale di molta gente, non solo in Germania, ma anche in Francia, in Italia e in altri paesi europei. Per le persone desiderose di conoscere nei particolari gli avvenimenti narrati nelle ultime pagine dei Vangeli e accennati in tanti altri passi del Nuovo Testamento, ha costituito un prezioso aiuto soprattutto nella preparazione spirituale alla Pasqua. Spinte dal desiderio di penetrare maggiormente il significato del mistero di morte e risurrezione di Cristo, si sono dedicate con profonda pietà alla lettura di questo racconto straordinario, dove la figura del Signore Gesù emerge in tutta la sua tragicità e grandezza. In realtà non è senza una grande impressione che ci s'incontra spiritualmente con la veggente di Dülmen, a un certo punto della vita rimasta sola, colma di sofferenze, ma così vicina all'Uomo dei dolori, davanti al quale si aprono i suoi occhi interiori, mentre i suoi pensieri si distendono sui grandi misteri della salvezza. Visioni ed esperienze interiori che non sono il risultato di riflessioni teologiche, ma piuttosto intuizioni, simili a quelle che grandi donne mistiche avevano goduto già nei secoli precedenti.
Anna Katharina Emmerick ha avuto molte visioni degli avvenimenti evangelici. Scorrevano davanti ai suoi occhi interiori e le facevano spesso contemplare gli eventi vissuti da Gesù Cristo. Per conoscerli, non ha mai fatto studi. Poté trascorrere soltanto dieci anni nel monastero delle agostiniane ad Agnetenberg, perché in quell'epoca napoleonica la secolarizzazione delle case religiose costrinse pure lei a tornare nel mondo. Uscì dal monastero ammalata piuttosto gravemente, e stigmatizzata, e si ritirò in una casa dove pie persone le misero a disposizione una piccola stanza. Così, sola, abbandonata, trascorse l'ultimo periodo della sua vita dedita alla preghiera e alla meditazione, passandovi lunghe ore che segnarono un misterioso succedersi di estasi e di visioni, nelle quali risplendevano alla sua mente, in una luce singolare, luoghi, avvenimenti e persone venute a contatto con Gesù durante la sua vita terrena e particolarmente nel corso della passione. Tutto ciò che aveva visto, lo raccontava agli amici, lasciando in ognuno un'impressione talmente profonda che, a un certo punto, il poeta e scrittore Clemens Brentano si sentì spinto ad annotare per far conoscere anche ad altri queste visioni.
Senza l'iniziativa di Brentano di mettere per iscritto le visioni di Anna Katharina Emmerick sarebbe stato impossibile per noi giungere a possedere un documento delle sue esperienze e conoscenze mistiche. Egli per primo - che "venerava" la Emmerick e aveva sommo rispetto per la sua persona — non le metteva al livello di studi o approfondimenti prodotti da un "teologo", ma piuttosto le considerava come splendida espressione dello spirito popolare, in cui la facoltà dell'immaginazione ha pure la sua parte:qualcosa di simile a quanto succede nella contemplazione semplice e raccolta di un quadro d'autore raffigurante,, esempio, un episodio della passione di Cristo.
In realtà, durante gli anni vissuti in monastero, la giovane monaca agostiniana forse aveva potuto contemplare e leggere qualcosa. Tuttavia in seguito, quando iniziarono le sue visioni non sembra ne abbia ricavato immagini particolari per le sue narrazioni, nelle quali il filo conduttore è un cammino di incessante amore, di donazione, di offerta espiatrice alla misericordia infinita del Signore crocifisso. Le sue visioni rispecchiano Come il suo vivere e pregare quotidiano si plasmasse nella continua tensione verso il mistero d'amore divino espresso nel sacrificio totale di Cristo. Guardandolo, comprendeva che Cristo in croce le aveva dato tutto e continuava a darle tutto. Così, durante le feste liturgiche e altri momenti della sua vita, nel tempo della preghiera e della meditazione apparivano al suo sguardo interiore i vari momenti della vita e in particolare della passione di Cristo. Ciò che vedeva, la rendeva anche interiormente ma profondamente partecipe: riempiendole misteriosamente l'anima, le visioni si trasformavano in lei in interiori esperienze della persona e delle azioni di Gesù.
Per questo le visioni della Emmerick si possono considerare come un mezzo efficace in grado di guidarci a una personale e profonda esperienza del mistero pasquale: intessere rapporti autentici d'amicizia con Cristo richiede d'impegnare la nostra esistenza a camminare con lui verso la croce. Da questo punto di vista la presente pubblicazione delle visioni della Emmerick assume notevole valore ancora oggi, e non soltanto in vista della preparazione spirituale alla Pasqua. L'intera nostra vita, allora, con tutto quello che ci riserva di bello e di penoso, può diventare una continua immolazione o espiazione amorosa in unione con l'Agnello innocente che ha offerto la sua vita in riscatto per tutti. Questo, in fondo, testimoniano la vita e le vicende di Anna Katharina Emmerick.
La pubblicazione di questo libro invita perciò anche l'odierna teologia mistica a interrogarsi sul significato spirituale delle visioni di questa grande veggente. In lei tutto si è realizzato nella densa atmosfera della consumazione incessante d'amore. Con il desiderio di patire, la sua anima si è veramente perduta a tutte le cose, vivendo nel continuo esercizio di amare Dio, intimamente unita al destino riparatore di Gesù Cristo. Come appena detto — e vale la pena ripeterlo —, questo è anche l'atteggiamento dei cristiani, soprattutto nel tempo quaresimale mentre si preparano alla santa Pasqua.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. Anna Katharina Emmerick: doni divini e sofferta donazione cristiana
«Stai davanti al Signore che pende dalla croce col Cuore squarciato; egli ha versato il sangue del suo Cuore per guadagnare il tuo cuore»
(Edith Stein)
La devozione al corpo martoriato di Cristo, che risale alla santa Vergine Maria e a Maria Maddalena, si è rivelata lungo i secoli cristiani tipica della mistica femminile.
Gemiti di dolore e invocazioni all'Amore crocifisso fanno parte dei quotidiani rapimenti estatici di santa Caterina da Siena, santa Maria Maddalena de' Pazzi, Beatrice di Ornacieux, beata certosina, e di molte altre.
Gesù sanguinante sulla croce è pure l'oggetto principale delle visioni di Anna Katharina Emmerick.
La mistica della Westfalia è nota per la fervente devozione alla passione di Cristo e la sofferta donazione cristiana. Annunciare Gesù crocifisso al prossimo fu la sua vocazione principale: quel Cristo orante e contemplativo, dall'amore immenso, che lei aveva visto morire nell'oscurità, dissanguato e abbandonato da tutti.
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Giuliano Magurano, gmagura@alice.it il 8 marzo 2012 alle 11:44 ha scritto:
Sto approfittando del dono del tempo di Quaresima per meditare sulla Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Dopo la lettura del testo sui dolori mentali di Gesù di Santa Camilla Battista da Varano, già recensito in precedenza, e che consiglio vivamente, testo di natura più spirituale e meditativa, ho letto questo libro che raccoglie le visioni della stigmatizzata tedesca raccolte e trascritte con amorevole cura dal poeta romantico Clemens Brentano. Non può quindi stupire la qualità letteraria superlativa di questi scritti. Naturalmente la lettura di queste visioni non deve sostituirsi alla lettura della Verità rivelata nel Vangelo: si tratta pur sempre di rivelazioni personali che la Chiesa invita a prendere con l'opportuna cautela, tuttavia la beatificazione della mistica e la sua partecipazione nel corpo ai dolori di nostro Signore costituiscono già un sigillo di autenticità. Ricorrendo a un paragone di tipo figurativo, se la scrittura evangelica, scarna, misurata, profonda, essenziale e tutta tesa alla verità rivelata, senza indulgere in particolari descrittivi o narrativi si potrebbe paragonare all'arte sobria e intensamente spirituale di Fra Beato Angelico (penso soprattutto agli affreschi del convento di San Marco a Firenze), la narrazione di Anna Katharina Emmerick assomiglia piuttosto alla sanguigna rappresentazione della Passione di Duccio di Buoninsegna nella Maestà di Siena. Se quindi si è abituati a fare della Via Crucis un pio esercizio, e non riusciamo a sentire più che un vago senso di pietà e commozione nei riti del Venerdì Santo, questi scritti ci aiutano a comprendere la dimensione umana delle terribili sofferenze fisiche e morali patite da nostro Signore nella sua Passione. Le descrizioni dettagliate e impietose, ma piene di partecipazione spirituale, ci illustrano anche pienamente la regalità di Cristo, l'infinita pazienza con cui ha sopportato il Suo martirio per amor nostro, la misura e l'immensa spiritualità dei Suoi gesti e delle Sue ultime parole, la Sua preghiera d'intercessione incessante fino al momento estremo dell'abbandono. Alla fine, dopo tanto travaglio, il racconto descrive con ineffabili parole, entro i limiti di quanto può descrivere il linguaggio umano, l'irruzione del divino e la sfolgorante Resurrezione del Cristo che viene colta con sobrietà luminosa in maniera non dissimile dal racconto evangelico della trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
Concetta Quartuccio il 10 marzo 2018 alle 22:58 ha scritto:
Ottimo! Bellissima descrizione della passione di Gesù
Stefano Bianchi il 6 gennaio 2021 alle 21:10 ha scritto:
Da tempo desideravo approfondire nel dettaglio le ultime ore di vita terrena di Gesù, per comprendere al meglio le sofferenze che ha patito l'uomo che stava per sacrificare la propria vita per noi prima di salire al Padre. Un libro da leggere senza pregiudizi.
Vanna Calani il 20 aprile 2023 alle 19:40 ha scritto:
Mi è piaciuto molto.