Il dramma dell'uomo
(Teologia e cultura religiosa) [Con sovraccoperta]EAN 9788821549632
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DETTAGLI DI «Il dramma dell'uomo»
Tipo
Libro
Titolo
Il dramma dell'uomo
Autore
Grandis Giancarlo
Editore
San Paolo Edizioni
EAN
9788821549632
Pagine
424
Data
settembre 2003
Peso
495 grammi
Altezza
21,5 cm
Larghezza
14,5 cm
Profondità
2,5 cm
Collana
Teologia e cultura religiosa
COMMENTI DEI LETTORI A «Il dramma dell'uomo»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Il dramma dell'uomo»
Recensione di Pietro Zovatto della rivista Studia Patavina
Il dramma dell’uomo moderno, figlio culturale dell’Illuminismo, aveva di fronte a sé due percorsi obbligatori, da una parte il sensismo e dall’altra il trascendentalismo kantiano. Tutti e due convergevano nel delineare un «uomo errante nel soggettivismo» e portato quindi alle derive dell’edonismo individualistico o dell’agnosticismo stoicizzante nei casi elitari.
Grandis sottolinea la preminenza del pensiero rosminiano che si caratterizza per una valenza più teologica che filosofica. Anche se è il Nuovo Saggio sull’origine delle idee, che apre le porte alla verità cristianamente vagliata dalla ragione, sono i Discorsi sulla Carità, che qualificano tutta la sua Enciclopedia cristiana. La filosofia sbocca coerentemente alla teologia in un sistema che fortemente risente l’influsso agostiniano. L’antropologia in relazione alla «Charitas» (morale o spirituale, intellettuale e temporale) mostrano un uomo «Capax Dei» sul fondamento dell’etica, poiché i Principi di scienza morale altro non sono che «seguire nell’operare il lume della ragione in armonia col dato rivelato». Sicchè il vero e il giusto s’intrecciano in un rapporto imprescindibile fondato sulle facoltà intellettive e volitive. All’istanza inderogabile d’essere felice insita in ogni uomo sovviene non solo la misura della ragione, ma anche la grazia, quale dono conferito gratuitamente per adempiere il destino trascendente dell’uomo.
Sotto il profilo dell’antropologia, essa viene considerata anche collocandosi dal punto di vista di Dio: sull’amore generante e amante: il Padre; nell’amore generato e amato: il Figlio; nell’Amore che è Amore: lo Spirito Santo. Metodologicamente Rosmini fondava il suo procedere sulla S. Scrittura e per quanto concerne la tradizione si rifaceva soprattutto a S. Agostino e a S. Tommaso. Grandis procede inoltre seguendo la critica più accreditata, cioè di coloro che hanno analizzato questi problemi: G. Cristaldi, M. A. Raschini, P. P. Ottonello, M. F. Sciacca, C. Bergamaschi, A. Valle e P. Zovatto. Conferisce così al suo assunto un aspetto organico compiuto di una sintesi sensibile alle istanze contemporanee tracciandone i necessari collegamenti: J. H. Newman, M. Buber, F. Nietzsche, S. Wiel.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Grandis sottolinea la preminenza del pensiero rosminiano che si caratterizza per una valenza più teologica che filosofica. Anche se è il Nuovo Saggio sull’origine delle idee, che apre le porte alla verità cristianamente vagliata dalla ragione, sono i Discorsi sulla Carità, che qualificano tutta la sua Enciclopedia cristiana. La filosofia sbocca coerentemente alla teologia in un sistema che fortemente risente l’influsso agostiniano. L’antropologia in relazione alla «Charitas» (morale o spirituale, intellettuale e temporale) mostrano un uomo «Capax Dei» sul fondamento dell’etica, poiché i Principi di scienza morale altro non sono che «seguire nell’operare il lume della ragione in armonia col dato rivelato». Sicchè il vero e il giusto s’intrecciano in un rapporto imprescindibile fondato sulle facoltà intellettive e volitive. All’istanza inderogabile d’essere felice insita in ogni uomo sovviene non solo la misura della ragione, ma anche la grazia, quale dono conferito gratuitamente per adempiere il destino trascendente dell’uomo.
Sotto il profilo dell’antropologia, essa viene considerata anche collocandosi dal punto di vista di Dio: sull’amore generante e amante: il Padre; nell’amore generato e amato: il Figlio; nell’Amore che è Amore: lo Spirito Santo. Metodologicamente Rosmini fondava il suo procedere sulla S. Scrittura e per quanto concerne la tradizione si rifaceva soprattutto a S. Agostino e a S. Tommaso. Grandis procede inoltre seguendo la critica più accreditata, cioè di coloro che hanno analizzato questi problemi: G. Cristaldi, M. A. Raschini, P. P. Ottonello, M. F. Sciacca, C. Bergamaschi, A. Valle e P. Zovatto. Conferisce così al suo assunto un aspetto organico compiuto di una sintesi sensibile alle istanze contemporanee tracciandone i necessari collegamenti: J. H. Newman, M. Buber, F. Nietzsche, S. Wiel.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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