Cristo e Asclepio
-Culti terapeutici e taumaturgici nel mondo mediterraneo antico fra cristiani e pagani
(Nuova Biblioteca di Scienze Religiose)EAN 9788821306983
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale dell’Accademia di Studi Mediterranei, che si è tenuto ad Agrigento nei giorni 20-21 novembre 2006 in continuità con quello dell’anno precedente sul tema Il culto di Asclepio nell’area mediterranea, che si è avvalso anche dell’apporto di una documentazione archeologica in parte nuova come ulteriore prova dell’importanza del culto di Asclepio. L’attenzione popolare sugli aspetti della figura di Cristo come taumaturgo e, in particolare, come guaritore, dovuta alle stesse vicende della sua vita terrena e alla narrazione evangelica, consentì nell’antichità ben presto una connessione proprio con il culto di Asclepio, soprattutto quando si diffuse la venerazione dei martiri e dei santi. Come avverte G. Sfameni Gasparro nella Prefazione del volume, le analogie a livello popolare nelle modalità rituali e negli effetti pratici furono piuttosto evidenti, anche se il problema «non può essere certo affrontato in maniera semplicistica in termini di “derivazione” e di “influssi”».
L’importanza dei due convegni per la storia del cristianesimo è quindi sicura. È sufficiente leggere le brevi ma assai pertinenti puntualizzazioni di E. dal Covolo su Asclepio / Esculapio nella letteratura cristiana antica per coglierla nella sua imprevedibile dimensione. Le ricerche degli altri studiosi che hanno partecipato al convegno del 2006, hanno sondato vari aspetti e una molteplicità di questioni. L’introduzione della medesima curatrice del volume affronta la tematica nelle sue linee generali con la competenza che tutti le riconosciamo. Gli altri contributi esplorano innanzitutto due ambiti fondamentali sul versante dei culti terapeutici tradizionali, quelli connessi al greco Asclepio e all’egiziano Serapide che del primo assunse proprio le tipiche connotazioni mediche, pur innestandosi sul culto dell’antico dio Osiride. Uno studio sviluppa il tema della malattia in Filone di Alessandria e mette in evidenza l’importanza dell’indagine storica anche nell’ambito del tardo giudaismo per chiarire connessioni e influenze nei confronti del cristianesimo. Molti aspetti della questione riguardano il culto dei santi.
Il convegno ha dato ampio spazio a esso e lo studioso della storia della liturgia cristiana vi troverà sicuramente spunti interessanti di riflessione e di arricchimento della prospettiva culturale.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)
Quando qualcuno è malato, e si affida a Gesù Cristo, molte persone possono dare risposte perfette teologicamente; ma quando qualcuno si interroga su Asclepio/ Esculapio come guaritore, c’è una grande difficoltà, perché ormai non ci sono più molte informazioni su questa divinità pagana. Chi è più grande? Chi è il più potente tra Cristo e Asclepio? Su questi interrogativi gli antichi scrittori cristiani orchestrarono una vera e propria strategia, orientata a destituire di ogni credibilità l’assimilazione tra Cristo e Asclepio. Infatti, l’opposizione tra le due azioni guaritrici, quella di Gesù e quella di Asclepio, è tradizionale (cfr. soprattutto p. 114).
A questo quadro ideale vanno ricondotti i riferimenti di Clemente Alessandrino al mito di Asclepio. «Hai anche un medico, non solo un fabbro», scrive l’Alessandrino nel secondo capitolo del suo Protrettico, passando in rassegna l’Olimpo degli dei, «e il medico era avaro. Si chiamava Asclepio...» (p. 106). In questo libro possiamo trovare la risposta perfetta sul dio guaritore Asclepio e sul nuovo Dio portatore di un messaggio di verità, che rivelava l’origine demoniaca dell’antico potere guaritore, mentre nel contempo forniva, con l’azione taumaturgica, esorcistica e terapeutica di Gesù e dei suoi apostoli e discepoli, un mirabile esempio di come sconfiggere definitivamente le credenze e le pratiche pagane. Secondo Tertulliano, Asclepio/Esculapio non è affatto un modello da esibire: non è valido né per la preghiera né per la vita. In altri termini, agli occhi dell’apologista la «galleria di personaggi» proposti dalla propaganda religiosa imperiale non riveste alcuna credibilità. Solo Gesù Cristo rimane per lui l’unico medico, l’unico salvatore del mondo (p. 109).
Anche il monaco Teodoreto (ca. 393-466) afferma: «Ho mostrato come, una volta respinto l’errore dei falsi dèi, la dottrina del nostro Salvatore è proclamata. Proprio questo ha detto anche Porfirio in quelle righe (del suo scritto) rivolte contro di noi: “Oggi ci si meraviglia del fatto che la città per tanti anni sia stata preda della malattia, dal momento che Asclepio e gli altri dèi non vi risiedono più. Da quando infatti vi è venerato Gesù, non si è più avvertito da parte degli dèi alcun beneficio pubblico”. Questo ha dichiarato Porfirio, il nostro peggior nemico; egli ha riconosciuto apertamente che la fede in Gesù ha fatto scomparire gli dèi e che, dopo la croce e la passione salvatrici, né Asclepio né alcun altro dei pretesi dèi possono abusare degli uomini. La Luce infatti, al suo apparire, ha ricacciato, come dei pipistrelli, tutta la loro banda nelle tenebre» (p. 113).
Come emerge chiaramente dai dieci studi che compongono questo volume, l’indagine si è svolta in diverse direzioni, e in pari tempo ha mantenuto una profonda coerenza nei metodi e negli obiettivi. Ecco gli autori e i titoli dei vari contributi: Giulia Sfameni Gasparro, Taumaturgia e culti terapeutici nel mondo tardo-antico: fra pagani, ebrei e cristiani; Laurent Bricault, Serapide, dio guaritore; Valentina Calì, La meloterapia come strumento taumaturgico nel culto di Asclepio; Angela Maria Mazzanti, La malattia in Filone di Alessandria: valenze antropologiche; Enrico dal Covolo, Asclepio/Esculapio nella letteratura cristiana antica (sec. II-IV); Giovanni Filoramo, La vittoria di Gesù su Asclepio. Malattia e guarigione nella Storia filotea di Teodoreto di Cirro; Ramon Teja, Cultos y ritos terapéuticos cristianos en la hagiografia de Oriente, siglos IV-VI; Mariangela Monaca, Aspetti iatromantici e iatromagici nel culto dei santi: vita e miracoli di Santa Tecla; Anna Scibilia, Un’invocazione greca proveniente dall’Egitto cristiano. Il Papiro Kairo 10263 ed un procedimento di cristianizzazione. Il Papiro Rainer 5: analogie e differenze in alcune procedure iatromagiche; Ennio Sanzi, Il santo martire Colluto: archiatra del corpo e dell’anima. Osservazioni storico-religiose su alcune testimonianze copte.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 2, 363-364
(http://las.unisal.it)
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