L' arte di educare nello stile del sistema preventivo. Approfondimenti e preospettive
(Orizzonti)EAN 9788821306839
Il volume, in collaborazione, raccoglie studi pubblicati in diverse occasioni ed è articolato in tre parti: nella prima parte i contributi tendono a documentare come la fedeltà allo spirito di don Bosco sia stata la chiave interpretativa del Sistema Preventivo nelle varie fasi della storia dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Nella seconda parte si approfondisce come Maria Domenica Mazzarello abbia vissuto creativamente al femminile, in fedeltà a don Bosco, il Sistema Preventivo, con una originalità che oggi viene ritrovata, in concomitanza con il Concilio Vaticano II e lo sviluppo dei movimenti femministi. Infine, nella terza parte vengono presentati alcuni sviluppi dell’interpretazione del Sistema Preventivo nei Capitoli generali dell’Istituto delle FMA e nell’aggiornamento del testo delle loro Costituzioni.
La Presentazione è di Giorgio Chiosso, che in questo volume vede, come questioni principali, «il proposito di reinterpretare il Sistema Preventivo alla luce della realtà del nostro tempo» (p. 5); «la fedeltà alla tradizione vista nella sua evoluzione storica» con la ricostruzione di «alcuni passaggi strutturali delle vicende del popolarismo pedagogico salesiano, in particolare nella versione al “femminile”» (p. 6); «prevenire si traduce perciò nella creazione di una rete di relazioni positive, capaci di stimolare e sostenere le forze interiori giovanili e di orientarle verso tappe di maturazioni umanizzanti, predisponendo la persona a dar senso alla vita. Non è difficile individuare nella categoria della reciprocità il principio pedagogico che reinterpreta l’amorevolezza boschiana, amorevolezza che, come si legge in uno dei saggi, “è la traduzione salesiana di quell’amore sollecito, gioioso e disinteressato che accoglie i giovani e apre la loro vita a un futuro solidale”» (p. 6). Nella prima parte, che consta di tre studi, Piera Ruffinatto presenta La fedeltà allo “spirito di Don Bosco” chiave interpretativa della metodologia delle FMA, facendo anche il punto sulla situazione degli studi finora condotti sull’argomento; Gertrud Stickler tratta Dalla perdita del padre ad un progetto di paternità. Studio sulla evoluzione psicologia della personalità di Giovanni Bosco; e Piera Cavaglià con Teresa Uong Thi Doan sviluppa L’educazione alla riconoscenza dimensione insostituibile del Sistema Preventivo di don Bosco, argomento finora non sufficientemente approfondito.
La seconda parte entra nel merito del Sistema Preventivo e della fedeltà allo spirito di don Bosco vissuta e interpretata al femminile. Piera Cavaglià propone due saggi: Maria Domenica Mazzarello educatrice: un lungo cammino di riscoperta e Un’educatrice al servizio della vita. Linee di uno stile educativo; ed, insieme con Maria Luisa Mazzarello, Il contributo di Maria Domenica Mazzarello alla formazione religiosa della donna. Nella terza parte Martha Sèïde mette in risalto Il Sistema Preventivo per l’educazione della donna nei Capitoli generali dell’Istituto delle FMA (1884-2002); Piera Ruffinatto L’amorevolezza educativa nei testi normativi delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1878-1982) e La relazione educativa e l’importanza dell’ambiente. Vengono pure offerti alcuni contributi di Antonia Colombo, mentre era Superiora generale dell’Istituto, che «documentano un ripensamento del Sistema Preventivo alla luce del modello antropologico della reciprocità» (p. 14).
Come è documentato, il volume, pur presentando studi e testi di vario valore scientifico, ha come punto di riferimento il Sistema Preventivo, riscoperto, vissuto e interpretato al femminile, nella fedeltà allo spirito di don Bosco. Ci sembra che Antonia Colombo abbia riassunto ufficialmente in questo modo lo stato delle ricerche: «Pur senza pretendere di giungere a una rilettura organica del Sistema Preventivo dal punto di vista femminile, dietro l’impulso dei nuovi orientamenti sociali ed ecclesiali, l’approfondimento della dimensione mariana della nostra famiglia religiosa e la riscoperta del ruolo fondamentale di Maria Domenica nella nascita e sviluppo dell’Istituto, sta maturando una nuova visione. Le categorie dell’affidamento, del prendersi cura, della condivisione e della comunione, strettamente collegate al principio di reciprocità, offrono una base non solo per una traduzione del Sistema Preventivo sul piano della prassi, ma per avviare una sua interpretazione che lo ravvivi con il colore e le sfumature della sensibilità femminile. L’apporto femminile alla lettura del Sistema Preventivo è di particolare importanza in riferimento al contributo per una diversa impostazione della convivenza sul pianeta che può offrire l’altra metà dell’umanità, quella delle donne. Nell’ottica della concezione uni-duale della persona, la reciprocità uomo-donna può diventare il paradigma interpretativo di ogni relazione di comunione nella diversità e convertirsi in germe di scambio che si estende alle diverse forme della vita di relazione» (p. 410).
Nell’Introduzione Piera Cavaglià rileva le origine di questa ricerca: «dalle fonti in esame emergono le linee di una metodologia che ci fanno risalire ad una maestra perduta e ritrovata, in quanto si costata un lungo cammino di riscoperta prima di giungere a valorizzare questa donna anche come maestra di educazione preventiva. Il cammino progressivo di riscoperta di tale figura accompagna l’Istituto in una svolta significativa. Mentre da una parte le FMA contemplano in lei una guida e un modello nell’educazione delle ragazze, dall’altro matura in esse una graduale presa di coscienza della loro responsabilità di fronte ai segni dei tempi che vedono sempre più la donna protagonista di cultura e di storia» (p. 14). Non si tratta tanto o solamente di trovare nei concetti di empowerment (pp. 410-412) o di resilienza (412-413) degli apporti al Sistema Preventivo – oggi, poi, la parola d’ordine è “personalizzazione” (CERI-OCSE. Personalizzare l’insegnamento, Bologna, il Mulino, 2008) –, quanto di riscoprire la presenza femminile alle origini del Sistema Preventivo sia accanto a don Bosco (Mamma Margherita) che con Maria Domenica Mazzarello nella comunità di Mornese e le dimensioni e specificità di tale presenza secondo lo spirito di don Bosco. Ora che l’educazione e l’istruzione sono, quasi ovunque, miste e sono emerse problematiche comuni nelle varie istituzioni educative e formative, con compresenza di educatori e di educatrici, è da riscoprire in completezza, oltre la contestazione femminista, lo spirito di famiglia, famiglia che da sempre è formata da donna e uomo insieme.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 2, 395-397
(http://las.unisal.it)
Il volume, in collaborazione, raccoglie studi pubblicati in diverse occasioni ed è articolato in tre parti: nella prima parte i contributi tendono a documentare come la fedeltà allo spirito di don Bosco sia stata la chiave interpretativa del Sistema Preventivo nelle varie fasi della storia dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Nella seconda parte si approfondisce come Maria Domenica Mazzarello abbia vissuto creativamente al femminile, in fedeltà a don Bosco, il Sistema Preventivo, con una originalità che oggi viene ritrovata, in concomitanza con il Concilio Vaticano II e lo sviluppo dei movimenti femministi. Infine, nella terza parte vengono presentati alcuni sviluppi dell’interpretazione del Sistema Preventivo nei Capitoli generali dell’Istituto delle FMA e nell’aggiornamento del testo delle loro Costituzioni.
La Presentazione è di Giorgio Chiosso, che in questo volume vede, come questioni principali, «il proposito di reinterpretare il Sistema Preventivo alla luce della realtà del nostro tempo» (p. 5); «la fedeltà alla tradizione vista nella sua evoluzione storica» con la ricostruzione di «alcuni passaggi strutturali delle vicende del popolarismo pedagogico salesiano, in particolare nella versione al “femminile”» (p. 6); «prevenire si traduce perciò nella creazione di una rete di relazioni positive, capaci di stimolare e sostenere le forze interiori giovanili e di orientarle verso tappe di maturazioni umanizzanti, predisponendo la persona a dar senso alla vita. Non è difficile individuare nella categoria della reciprocità il principio pedagogico che reinterpreta l’amorevolezza boschiana, amorevolezza che, come si legge in uno dei saggi, “è la traduzione salesiana di quell’amore sollecito, gioioso e disinteressato che accoglie i giovani e apre la loro vita a un futuro solidale”» (p. 6). Nella prima parte, che consta di tre studi, Piera Ruffinatto presenta La fedeltà allo “spirito di Don Bosco” chiave interpretativa della metodologia delle FMA, facendo anche il punto sulla situazione degli studi finora condotti sull’argomento; Gertrud Stickler tratta Dalla perdita del padre ad un progetto di paternità. Studio sulla evoluzione psicologia della personalità di Giovanni Bosco; e Piera Cavaglià con Teresa Uong Thi Doan sviluppa L’educazione alla riconoscenza dimensione insostituibile del Sistema Preventivo di don Bosco, argomento finora non sufficientemente approfondito.
La seconda parte entra nel merito del Sistema Preventivo e della fedeltà allo spirito di don Bosco vissuta e interpretata al femminile. Piera Cavaglià propone due saggi: Maria Domenica Mazzarello educatrice: un lungo cammino di riscoperta e Un’educatrice al servizio della vita. Linee di uno stile educativo; ed, insieme con Maria Luisa Mazzarello, Il contributo di Maria Domenica Mazzarello alla formazione religiosa della donna. Nella terza parte Martha Sèïde mette in risalto Il Sistema Preventivo per l’educazione della donna nei Capitoli generali dell’Istituto delle FMA (1884-2002); Piera Ruffinatto L’amorevolezza educativa nei testi normativi delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1878-1982) e La relazione educativa e l’importanza dell’ambiente. Vengono pure offerti alcuni contributi di Antonia Colombo, mentre era Superiora generale dell’Istituto, che «documentano un ripensamento del Sistema Preventivo alla luce del modello antropologico della reciprocità» (p. 14).
Come è documentato, il volume, pur presentando studi e testi di vario valore scientifico, ha come punto di riferimento il Sistema Preventivo, riscoperto, vissuto e interpretato al femminile, nella fedeltà allo spirito di don Bosco. Ci sembra che Antonia Colombo abbia riassunto ufficialmente in questo modo lo stato delle ricerche: «Pur senza pretendere di giungere a una rilettura organica del Sistema Preventivo dal punto di vista femminile, dietro l’impulso dei nuovi orientamenti sociali ed ecclesiali, l’approfondimento della dimensione mariana della nostra famiglia religiosa e la riscoperta del ruolo fondamentale di Maria Domenica nella nascita e sviluppo dell’Istituto, sta maturando una nuova visione. Le categorie dell’affidamento, del prendersi cura, della condivisione e della comunione, strettamente collegate al principio di reciprocità, offrono una base non solo per una traduzione del Sistema Preventivo sul piano della prassi, ma per avviare una sua interpretazione che lo ravvivi con il colore e le sfumature della sensibilità femminile. L’apporto femminile alla lettura del Sistema Preventivo è di particolare importanza in riferimento al contributo per una diversa impostazione della convivenza sul pianeta che può offrire l’altra metà dell’umanità, quella delle donne. Nell’ottica della concezione uni-duale della persona, la reciprocità uomo-donna può diventare il paradigma interpretativo di ogni relazione di comunione nella diversità e convertirsi in germe di scambio che si estende alle diverse forme della vita di relazione» (p. 410).
Nell’Introduzione Piera Cavaglià rileva le origine di questa ricerca: «dalle fonti in esame emergono le linee di una metodologia che ci fanno risalire ad una maestra perduta e ritrovata, in quanto si costata un lungo cammino di riscoperta prima di giungere a valorizzare questa donna anche come maestra di educazione preventiva. Il cammino progressivo di riscoperta di tale figura accompagna l’Istituto in una svolta significativa. Mentre da una parte le FMA contemplano in lei una guida e un modello nell’educazione delle ragazze, dall’altro matura in esse una graduale presa di coscienza della loro responsabilità di fronte ai segni dei tempi che vedono sempre più la donna protagonista di cultura e di storia» (p. 14). Non si tratta tanto o solamente di trovare nei concetti di empowerment (pp. 410-412) o di resilienza (412-413) degli apporti al Sistema Preventivo – oggi, poi, la parola d’ordine è “personalizzazione” (CERI-OCSE. Personalizzare l’insegnamento, Bologna, il Mulino, 2008) –, quanto di riscoprire la presenza femminile alle origini del Sistema Preventivo sia accanto a don Bosco (Mamma Margherita) che con Maria Domenica Mazzarello nella comunità di Mornese e le dimensioni e specificità di tale presenza secondo lo spirito di don Bosco. Ora che l’educazione e l’istruzione sono, quasi ovunque, miste e sono emerse problematiche comuni nelle varie istituzioni educative e formative, con compresenza di educatori e di educatrici, è da riscoprire in completezza, oltre la contestazione femminista, lo spirito di famiglia, famiglia che da sempre è formata da donna e uomo insieme.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 2, 395-397
(http://las.unisal.it)
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