Il cammino della speranza

«Per noi che viviamo da sempre con il concetto cristiano di Dio e ci siamo assuefatti a esso, il possesso della speranza, quasi non è più percepibile». Il vol. raccoglie alcune riflessioni di mons. Jesús Sanz Montes, vescovo di Huesca e Jaca (Spagna) e presidente della Commissione episcopale per la vita consacrata, tenute durante gli esercizi spirituali per sacerdoti proposti da Comunione e liberazione, lo scorso agosto. Con molti riferimenti all’enciclica Spe salvi di Benedetto XVI, il tema degli esercizi dà titolo al vol.

Tratto dalla rivista Il Regno n. 2/2010
(htto://www.ilregno.it)

Mons. Jesús Sanz Montes, ofm, nato a Madrid nel 1955, vescovo di Huesca e Jaca (Spagna), direttore della Cattedra di Teologia della vita consacrata presso la Facoltà di Teologia San Dámaso di Madrid, è stato chiamato a guidare un corso di esercizi spirituali per sacerdoti proposti da Comunione e Liberazione. I testi delle meditazioni sono ora raccolti in questo agile ma denso libretto.

Filo conduttore delle riflessioni è la speranza cristiana, secondo una dinamica particolare, che il sottotitolo esplicita: «dalla noia al desiderio». Fin dall’introduzione, infatti, l’Autore si propone di guidare il lettore attraverso «la dialettica tra una posizione annoiata, che ci rende disperati, e una posizione desiderosa, che ci apre alla speranza. Perché la speranza è quel cammino nel quale il nostro più nobile desiderio, l’esigenza del nostro cuore che Dio ha inscritto in noi, si va realizzando nel frammento della nostra condizione di pellegrini, e si compie del tutto all’arrivo nella patria del nostro destino» (pp. 21-22).

Il punto di partenza è il cuore, per non meritare il rimprovero di san Bonaventura ai maestri teologi di Parigi: aver imparato a misurare il mondo, ma non a misurare se stessi. Si parte dal considerare il rischio di protagonismo del sacerdote, nella convinzione che «c’è un protagonismo che spranga le porte alla speranza e mi chiude nella tristezza (…), mi fa diventare prepotente fino a sostituire l’unico vero protagonista» (p. 34). Si apre da qui un itinerario di riflessioni molto stimolanti, che invitano ad «amare le domande per capire le risposte», ad incontrare esistenzialmente la propria solitudine per scoprirvi la compagnia che la abbraccia, a considerare le possibili via di fuga dalla realtà, per aprirsi ad uno stupore che si lasci incontrare dal Mistero, capace di ridestare i desideri più veri e più grandi.
È un testo agile ma da non leggere frettolosamente per la consequenzialità dei passaggi logici, la densità del contenuto spirituale e la frequenza dei riferimenti e delle citazioni (si va da Montale a don Giussani, da Benedetto XVI a Rilke, da sant’Agostino a san Bernardo, da María Zambrano a testimoni dei nostri giorni).

Tratto dalla Rivista di Vita Spirituale n. 1/2010
(http://www.vitaspirituale.it)