San Paolo attraverso le sue lettere
(Biblioteca cristiana)EAN 9788821179570
Questo ritratto complessivo dell’Apostolo delle genti nasce da uno studio decennale dei testi della Scrittura nello sforzo d’individuare all’interno delle Lettere di Paolo il substrato aramaico che può chiarire i molti passaggi aspri e contorti degli scritti. Ma l’acribia filologica, qui mediata da una semplicità espositiva per l’intelligenza di molti, diventa conferma e arricchimento della tradizionale immagine di Paolo. È servo di Gesù Cristo come i grandi profeti e re dell’AT nei confronti di Dio, è amministratore con la piena dignità dell’apostolo, è a servizio dei fedeli per incarico di Gesù, è «nano» e «aborto» per la sua potenza a vantaggio di quanti sono chiamati alla fede.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 2/2010
(htto://www.ilregno.it)
San Paolo attraverso le sue lettere è un eccellente preludio allo studio scientifico della personalità di san Paolo, ed è centrato sul rapporto fra l’Apostolo e Gesù, oltre ad affrontare molti aspetti del suo pensiero e del suo stile. Mariano Herranz (1928-2008), uno dei migliori biblisti spagnoli, presenta così un’opera di divulgazione pensata per un vasto pubblico di lettori, ma con la profondità tipica del complesso mondo dell’esegesi biblica.
Suo scopo è quello di offrire un aiuto a leggere con profitto “le lettere” di san Paolo, il quale le scrive perché non può visitare di persona le comunità a cui sono indirizzate; in un certo senso esse sostituiscono la sua presenza fisica, che sarebbe stata il modo migliore per risolvere le difficoltà teologiche o disciplinari che erano sorte nelle comunità destinatarie. Questi scritti sono documenti pieni di vita ma nello stesso tempo creano delle difficoltà di lettura e di interpretazione nei lettori di oggi, a circa duemila anni dalla loro redazione.
Come ogni lettera, le epistole di san Paolo implicano una situazione reale, ma i vari elementi che ne caratterizzano la situazione non vengono esplicitati perché ben conosciuti ai destinatari. Leggendole, quindi, ci si accorge della difficoltà a capire ciò che l’Apostolo dice perchè implicano una situazione reale senza della quale la lettera non sarebbe stata scritta; d’altra parte l’unico mezzo di cui si dispone per conoscere la situazione sono proprio le sue lettere. Esse sono, quindi, scritti occasionali, non la proclamazione ufficiale del Vangelo; l’autore dà per scontato dei dati che a noi lettori attuali sono per lo più sconosciuti. Herranz contesta bene nel libro tutte le spiegazioni che, proprio a partire da questa difficoltà, hanno costruito un’immagine non vera e complicata di Paolo e della sua dottrina. Il metodo da lui usato è ben spiegato nell’introduzione al testo, scritta da don Julian Carron, discepolo del biblista. Carron definisce lo scrittore maestro di realismo, in quanto la sua osservazione della Scrittura, accanita e piena di passione, gli ha fatto scorgere alcuni aspetti contradditori dei testi e suggerire soluzioni rigorosamente scientifiche e coerenti con la tradizione.
Padre Herranz, sottolinea Carron, fa parlare i testi con una eloquenza e una profondità uniche. La lettura del libro favorisce la scoperta di san Paolo che diventa più familiare; come si può notare dall’indice la scelta abbraccia alcuni degli aspetti significativi della sua vita e del suo pensiero: Paolo servo e predicatore di Gesù Cristo, Paolo e i suoi collaboratori, quale apostolo dei gentili o uomo ammalato. Per Herranz il termine “servo” usato da san Paolo per descrivere se stesso non c’entra nulla con il significato che è dato comunemente a questa parola, ma il servo è l’uomo di fiducia, quello a cui il padrone (il suo Signore) affida incarichi importanti. Come predicatore di Cristo presente, la sua azione missionaria vuole portare a tutti gli uomini il Vangelo, “l’opera più benefica che si possa immaginare” (p. 59). Numerosi sono poi i collaboratori di cui Paolo si circonda ma innanzitutto vi sono Timoteo, Tito ed Epafra, chiamati anch’essi “servi di Cristo Gesù” (p. 80). Certamente li ricerca per essere aiutato nell’immensa opera missionaria, ma le relazioni che instaura con loro non sono mai utilitaristiche, né determinate soltanto da necessità pastorali. Paolo cerca piuttosto persone con cui condividere il proprio cammino di fede, che fossero per lui aiuto, correzione e conforto.
Apostolo dei gentili è forse il titolo più accreditato per designare Paolo. Herranz sottolinea che questo titolo è da ritenersi indovinato per due motivi principali: in primo luogo, è lo stesso che san Paolo si attribuisce nelle sue lettere; in secondo luogo san Paolo è l’apostolo di cui possediamo maggiori informazioni circa la sua attività fuori dalla Palestina e in mezzo ai gentili. Nel presentare Paolo ammalato, l’autore sottolinea e analizza alcuni passi delle sue lettere in cui si è letta un’allusione ad una malattia grave, forse l’epilessia, o una malattia degli occhi oppure qualche forma di disturbo nervoso. Tuttavia egli ritiene valida l’ipotesi che le espressioni usate dallo stesso Paolo, debolezza, spina nella carne, e inviato di Satana incaricato di schiaffeggiarmi (2Cor 12,7) siano più riferite alle difficoltà che l’Apostolo ha dovuto superare nella sua infaticabile attività che non invece ad una malattia cronica. Centrali sono i due densi capitoli dedicati al rapporto tra Paolo e Gesù; in essi Herranz vi smonta tutte le interpretazioni di chi fa san Paolo l’inventore del cristianesimo. L’immagine delle relazioni tra san Paolo e Gesù che ne viene fuori è ben diversa da quella della critica moderna.
Affermare che san Paolo non si interessi alla tradizione su Gesù o che la conosca appena è semplicemente falso; per poterlo fare occorrerebbe falsificare alcuni dati e minimizzarne altri. L’autore evidenzia alcuni passi della prima lettera ai Corinzi dove san Paolo cita esplicitamente due passi della tradizione. La sua penna si fa acuminata quando dice “se l’Apostolo avesse sentito parlare della presunta separazione tra il Gesù della storia e il Cristo della fede, sarebbe rimasto estremamente sorpreso. Il Cristo in cui san Paolo crede non è un personaggio mitico o una creazione teologica” (p. 209). Paolo era piuttosto un innamorato di Cristo, Herranz analizza in particolare quanto dall’Apostolo viene detto nel cap. 3 della lettera ai Filippesi, o in alcune parole della lettera ai Galati e nella seconda lettera ai Corinzi. Grazie ad esse si può contemplare in tutta la sua luce “san Paolo l’innamorato, ardentemente innamorato sia di Cristo Gesù, il suo Signore, che della Chiesa, la Sposa che il suo Signore ha prescelto” (p. 248).
Alla fine il ritratto che ne viene fuori è quello di un uomo vivo, storicamente credibile ed attraente. La sua figura ha sempre esercitato un fascino del tutto particolare lungo la storia. Sono tanti coloro che si sono avvicinati a lui stupiti dalla sua personalità appassionata, dall’ardore del suo amore e dalla sua passione missionaria. I diversi aspetti dell’Apostolo sottolineati dall’autore del libro rendono il testo alla portata di tutti senza che esso venga a perdere la serietà dell’esegesi biblica; la sua lettura non deluderà chiunque si avvicini e voglia lasciarsi toccare dalla statura di questo grande Apostolo delle genti.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 2/2009
(http://www.issrguardini.taranto.it)
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