Tracce agostiniane nell'opera di Teodorico di Freiberg
(Saggistica)EAN 9788821165245
Elemento fondamentale per un’analisi preliminare degli aspetti strutturali degli studi di A. Colli qui considerati è l’individuazione della pluralità e dell’unità delle dimensioni tematiche racchiuse nell’oggetto della ricerca. L’indicazione offerta dal titolo del volume in questione individua l’orizzonte unitario della quadruplice direzione dell’indagine.
L’analisi delle forme e degli esiti della presenza del pensiero agostiniano all’interno dell’opera filosofica di Teodorico di Freiberg costituisce, al tempo stesso, il primo configurarsi della dimensione essenziale della ricerca e l’orizzonte privilegiato del delinearsi di un triplice livello problematico. La determinazione della matrice agostiniana racchiusa nelle pieghe della noetica e della gnoseologia teodoriciane segna infatti, in primo luogo, la rinnovata problematizzazione del valore della presenza della filosofia agostiniana nel XIII secolo e costituisce, in secondo luogo, l’occasione per una ridefinizione dell’immagine della tradizione filosofica dell’ordine domenicano. La tematizzazione degli elementi indicati permette inoltre di chiarire le possibili radici dei caratteri assunti dalla filosofia agostiniana nel suo riemergere nel pensiero moderno sotto il segno della soggettività.
Gli aspetti indicati sono determinati nella duplice direzione dell’articolazione della ricerca coincidente con l’analisi delle citazioni agostiniane presenti nel pensiero di Teodorico e con la definizione dell’influsso di Agostino sulla noetica e la gnoseologia teodoriciane. Esito dell’indagine considerata è la determinazione delle dimensioni teoriche tracciate. Il primo momento delle ricerche in questione coincide con l’analisi delle citazioni agostiniane presenti nell’opera teodoriciana. La tematizzazione degli elementi indicati è preceduta da cenni preliminari relativi alla biografia di Teodorico e dall’indicazione delle dimensioni essenziali della sua produzione filosofica, teologica e scientifica considerata come sviluppo e irradiamento dei nuclei teorici del De origine rerum predicamentalium. L’analisi delle citazioni agostiniane presenti nell’opera teodoriciana evidenzia una triplice direzione dell’indagine: determinazione del percorso genetico della presenza agostiniana nella produzione filosofica di Teodorico; specificazione della natura dell’elemento agostiniano (filosofico e/o teologico) nell’articolazione della riflessione teodoriciana; individuazione degli elementi concettuali agostiniani racchiusi nelle analisi di Teodorico e determinazione della natura del loro contributo al delinearsi dell’orizzonte filosofico considerato.
Alle dimensioni teoriche indicate corrisponde un triplice definirsi dei risultati dell’indagine. Esito della tematizzazione della presenza delle citazioni agostiniane nella produzione di Teodorico è la duplice direzione dei percorsi genetici alla loro origine coincidente con l’individuazione delle opere di Agostino di diretta conoscenza teodoriciana (De Genesi contra Manichaeos, De Trinitate, De immortalitate animae, Confessiones, De vera religione) e con la determinazione delle possibili fonti indirette delle stessa (Enrico di Gand, Egidio Romano, Bonaventura, Tommaso d’Aquino, Giovanni Pecham, Roger Marston, Robert Kilwardby). Secondo aspetto determinante della presente fase dell’indagine è il delinearsi nelle citazioni teodoriciane di nuclei filosofici agostiniani di ambito noetico, gnoseologico e metafisico. Ciò si fa indice di un rapporto alla filosofia agostiniana differente dal modello della tradizione domenicana albertina e tomista segnata dalla riduzione del possibile contributo di Agostino alla sfera teologica.
Terzo elemento essenziale al primo definirsi degli esiti della ricerca è l’emergere delle nozioni agostiniane di abditum mentis, relatio essentialis e distentio animi come dimensioni costitutive della riflessione filosofica di Teodorico. Nei nuclei concettuali indicati traspare preliminarmente l’orizzonte teorico della relazione essenziale tra le analisi teodoriciane e il pensiero di Agostino. Gli aspetti emersi nella tematizzazione delle direzioni della ricerca trovano ulteriore definizione nella determinazione dell’oggetto tematico della seconda fase dell’indagine. Compito di quest’ultima è evidenziare la natura della presenza agostiniana nelle dimensioni costitutive della noetica e della gnoseologia teodoriciane attraverso la problematizzazione delle nozioni di intelletto e tempo. Le analisi di A. Colli relative alla determinazione della componente agostiniana racchiusa nella noetica e nella gnoseologia teodoriciane muovono dalla tematizzazione della funzione costitutiva dell’intelletto. La definizione del motivo indicato emerge nella sua specificità nel De visione beatifica e nel De intellectu et intellegibili intesi come luoghi teorici del pieno delinearsi degli elementi tracciati in via solo preliminare nel De origine rerum predicamentalium.
La natura della funzione creatrice dell’intelletto è delineata da A. Colli attraverso l’individuazione e la determinazione delle diverse matrici filosofiche dei nuclei costitutivi della riflessione teodoriciana in questione. Nell’orizzonte tematico indicato l’autore evidenzia una triplice radice delle concezioni dell’intelletto e dell’attività conoscitiva di Teodorico coincidente principalmente con alcuni degli elementi teorici fondamentali del De anima di Aristotele, dell’Elementatio theologica di Proclo e del De Trinitate di Agostino. La natura della presenza agostiniana nella tematizzazione teodoriciana della funzione costitutiva dell’intelletto emerge nella definizione della specificità delle componenti filosofiche indicate. L’elemento aristotelico della dimensione noetica delle riflessioni di Teodorico coincide con l’orizzonte concettuale e terminologico della riflessione considerata. Le analisi di Aristotele costituiscono in tal senso la definizione preliminare e fondamentale delle prospettive filosofiche teodoriciane.
In tale cornice teorica, di matrice aristotelica, la natura della presenza della concettualità neoplatonica emerge nella definizione della posizione ontologica dell'intelletto e nella determinazione della sua azione come causalità la cui essenza trova espressione nel redundare extra in aliud del processo emanativo. Nella prospettiva filosofica tracciata, la presenza agostiniana emerge nella sua specificità nella convergenza teodoriciana di intellectus agens e abditum mentis. L’intelletto agente, definito da Teodorico, sulla scorta dell’ermeneutica biblica, immagine divina nell’uomo e inteso antitomisticamente come sostanza, è delineato nel suo operare (ricordare, intendere, amare) e nella sua dimensione ontologica (relatio essentialis) conformemente alle analisi del De Trinitate. L’aspetto indicato è ulteriormente tracciato nelle sue ricadute gnoseologiche nella tematizzazione della componente agostiniana della concezione teodoriciana del processo conoscitivo coincidente con la specificazione della natura attiva del soggetto nella conoscenza/costituzione dell’ente. Nell’orizzonte teorico tracciato, l’azione dell’intellectus agens emerge infatti come applicazione al contenuto dell’intelletto possibile delle disciplinae aeternae racchiuse nell’abditum mentis. É in tal senso evidente come la presenza agostiniana nella riflessione teodoriciana definisca gli elementi essenziali della funzione costitutiva dell’intelletto ed evidenzi una profonda trasformazione della componente aristotelica della stessa.
I risultati emersi nella tematizzazione della prima dimensione della relazione tra le riflessioni di Teodorico e il pensiero agostiniano trovano ulteriore specificazione nell’analisi della presenza della distentio animi nella problematizzazione teodoriciana del concetto di tempo. L’elemento tematico individuato è delineato da A. Colli come radicalizzarsi degli esiti della prima fase delle ricerche nella direzione teorica racchiusa nel nesso tra anima e tempo. Il definirsi della relazione in questione è tracciato dall’A. attraverso l’analisi dei nuclei fondamentali del De origine rerum predicamentalium, del De natura et proprietate continuorum e del De Tempore. L’orizzonte essenziale per l’emergere della natura della concezione teodoriciana della temporalità è definito preliminarmente nell’individuazione della convergenza tra la definizione aristotelica del tempo come numero del movimento e la determinazione agostiniana della sua essenza come distentio animi. La continuità tra la posizione di Agostino e l’orizzonte filosofico aristotelico emerge nella problematizzazione teodoriciana degli elementi racchiusi nella determinazione della natura della temporalità come numerus motus.
La riconduzione dell’essenza del tempo a quantità misurata evidenzia l’orizzonte specifico della possibile relazione tra le analisi aristoteliche e la distentio animi agostiniana. Delineare la natura del temporalità come numero del movimento corrisponde infatti a riconoscere nell’anima il fondamento ontologico del tempo. L’attività misuratrice dell’elemento psichico viene a delinearsi nelle riflessioni di Teodorico come attualizzazione della realtà potenziale della temporalità e come fondamento della continuità successiva della stessa. È in tal senso evidente come l’individuazione teodoriciana della dimensione della possibile integrazione delle prospettive teoriche in questione delinei una torsione delle analisi di Agostino all’interno delle direzioni tematiche proprie della riflessione aristotelica e, al tempo stesso, riveli il ruolo delle riflessioni agostiniane nella determinazione del concetto teodoriciano di tempo e nel ridefinirsi dei nuclei teorici di matrice aristotelica presenti nelle analisi considerate. Le diverse direzioni tematiche delle ricerche di A. Colli permettono dunque di evidenziare la centralità della riflessione filosofica agostiniana nel definirsi del quadro teorico della speculazione di Teodorico di Freiberg.
La presenza di Agostino nella noetica e nella gnoseologia teodoriciane si fa indice di una centralità della dimensione filosofica del pensiero agostiniano che impone una rinnovata problematizzazione del contributo teorico di Agostino nell’orizzonte speculativo del XIII e del XIV secolo e richiede una ridefinizione dell’immagine della tradizione filosofica dell’ordine domenicano. Le analisi dell’A., condotte con rigore filologico e con fine sensibilità critica, permettono in conclusione di delineare nelle dimensioni costitutive della riflessione teodoriciana il determinarsi di alcuni dei caratteri costitutivi della rinnovata presenza filosofica agostiniana nella modernità, rivelandosi inoltre strumento prezioso per scandagliare la pluralità di dimensioni storico-teoriche che l’agostinismo prospetta nella sua lunga e complessa tradizione storica.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 2/2012
(www.rassegnaditeologia.it)
Elemento fondamentale per un’analisi preliminare degli aspetti strutturali degli studi di Andrea Colli qui considerati è l’individuazione della pluralità e dell’unità delle dimensioni tematiche racchiuse nell’oggetto della ricerca. L’indicazione offerta dal titolo del volume in questione individua l’orizzonte unitario della quadruplice direzione dell’indagine. L’analisi delle forme e degli esiti della presenza del pensiero agostiniano all’interno dell’opera filosofica di Teodorico di Freiberg costituisce, al tempo stesso, il primo configurarsi della dimensione essenziale della ricerca e l’orizzonte privilegiato del delinearsi di un triplice livello problematico. La determinazione della matrice agostiniana racchiusa nelle pieghe della noetica e della gnoseologia teodoriciane segna infatti, in primo luogo, la rinnovata problematizzazione del valore della presenza della filosofia agostiniana nel XIII secolo e costituisce, in secondo luogo, l’occasione per una ridefinizione dell’immagine della tradizione filosofica dell’ordine domenicano. La tematizzazione degli elementi indicati permette inoltre di chiarire le possibili radici dei caratteri assunti dalla filosofia agostiniana nel suo riemergere nel pensiero moderno sotto il segno della soggettività. Gli aspetti indicati sono determinati nella duplice direzione dell’articolazione della ricerca coincidente con l’analisi delle citazioni agostiniane presenti nel pensiero di Teodorico e con la definizione dell’influsso di Agostino sulla noetica e la gnoseologia teodoriciane. Esito dell’indagine considerata è la determinazione delle dimensioni teoriche tracciate.
Il primo momento delle ricerche in questione coincide con l’analisi delle citazioni agostiniane presenti nell’opera teodoriciana. La tematizzazione degli elementi indicati è preceduta da cenni preliminari relativi alla biografia di Teodorico e dall’indicazione delle dimensioni essenziali della sua produzione filosofica, teologica e scientifica considerata come sviluppo e irradiamento dei nuclei teorici del De origine rerum predicamentalium. L’analisi delle citazioni agostiniane presenti nell’opera teodoriciana evidenzia una triplice direzione dell’indagine: determinazione del percorso genetico della presenza agostiniana nella produzione filosofica di Teodorico, specificazione della natura dell’elemento agostiniano (filosofico e/o teologico) nell’articolazione della riflessione teodoriciana, individuazione degli elementi concettuali agostiniani racchiusi nelle analisi di Teodorico e determinazione della natura del loro contributo al delinearsi dell’orizzonte filosofico considerato.
Alle dimensioni teoriche indicate corrisponde un triplice definirsi dei risultati dell’indagine. Esito della tematizzazione della presenza delle citazioni agostiniane nella produzione di Teodorico è la duplice direzione dei percorsi genetici alla loro origine coincidente con l’individuazione delle opere di Agostino di diretta conoscenza teodoriciana (De Genesi contra Manichaeos, De Trinitate, De immortalitate animae, Confessiones, De vera religione) e con la determinazione delle possibili fonti indirette delle stessa (Enrico di Gand, Egidio Romano, Bonaventura, Tommaso d’Aquino, Giovanni Pecham, Roger Marston, Robert Kilwardby). Secondo aspetto determinante della presente fase dell’indagine è il delinearsi nelle citazioni teodoriciane di nuclei filosofici agostiniani di ambito noetico, gnoseologico e metafisico. Ciò si fa indice di un rapporto alla filosofia agostiniana differente dal modello della tradizione domenicana albertina e tomista segnata dalla riduzione del possibile contributo di Agostino alla sfera teologica. Terzo elemento essenziale al primo definirsi degli esiti della ricerca è l’emergere delle nozioni agostiniane di abditum mentis, relatio essentialis e distentio animi come dimensioni costitutive della riflessione filosofica di Teodorico. Nei nuclei concettuali indicati traspare preliminarmente l’orizzonte teorico della relazione essenziale tra le analisi teodoriciane e il pensiero di Agostino. Gli aspetti emersi nella tematizzazione delle direzioni della ricerca trovano ulteriore definizione nella determinazione dell’oggetto tematico della seconda fase dell’indagine. Compito di quest’ultima è evidenziare la natura della presenza agostiniana nelle dimensioni costitutive della noetica e della gnoseologia teodoriciane attraverso la problematizzazione delle nozioni di intelletto e tempo.
Le analisi di Colli relative alla determinazione della componente agostiniana racchiusa nella noetica e nella gnoseologia teodoriciane muovono dalla tematizzazione della funzione costitutiva dell’intelletto. La definizione del motivo indicato emerge nella sua specificità nel De visione beatifica e nel De intellectu et intellegibili intesi come luoghi teorici del pieno delinearsi degli elementi tracciati in via solo preliminare nel De origine rerum predicamentalium. La natura della funzione creatrice dell’intelletto è delineata da Colli attraverso l’individuazione e la determinazione delle diverse matrici filosofiche dei nuclei costitutivi della riflessione teodoriciana in questione. Nell’orizzonte tematico indicato l’autore evidenzia una triplice radice delle concezioni dell’intelletto e dell’attività conoscitiva di Teodorico coincidente principalmente con alcuni degli elementi teorici fondamentali del De anima di Aristotele, dell’Elementatio theologica di Proclo e del De Trinitate di Agostino. La natura della presenza agostiniana nella tematizzazione teodoriciana della funzione costitutiva dell’intelletto emerge nella definizione della specificità delle componenti filosofiche indicate. L’elemento aristotelico della dimensione noetica delle riflessioni di Teodorico coincide con l’orizzonte concettuale e terminologico della riflessione considerata. Le analisi di Aristotele costituiscono in tal senso la definizione preliminare e fondamentale delle prospettive filosofiche teodoriciane. In tale cornice teorica di matrice aristotelica la natura della presenza della concettualità neoplatonica emerge nella definizione della posizione ontologica dell’intelletto e nella determinazione della sua azione come causalità la cui essenza trova espressione nel redundare extra in aliud del processo emanativo. Nella prospettiva filosofica tracciata, la presenza agostiniana emerge nella sua specificità nella convergenza teodoriciana di intellectus agens e abditum mentis. L’intelletto agente, definito da Teodorico sulla scorta dell’ermeneutica biblica immagine divina nell’uomo e inteso antitomisticamente come sostanza, è delineato nel suo operare (ricordare, intendere, amare) e nella sua dimensione ontologica (relatio essentialis) conformemente alle analisi del De Trinitate. L’aspetto indicato è ulteriormente tracciato nelle sue ricadute gnoseologiche nella tematizzazione della componente agostiniana della concezione teodoriciana del processo conoscitivo coincidente con la specificazione della natura attiva del soggetto nella conoscenza/costituzione dell’ente. Nell’orizzonte teorico tracciato l’azione dell’intellectus agens emerge infatti come applicazione al contenuto dell’intelletto possibile delle disciplinae aeternae racchiuse nell’abditum mentis. É in tal senso evidente come la presenza agostiniana nella riflessione teodoriciana definisca gli elementi essenziali della funzione costitutiva dell’intelletto ed evidenzi una profonda trasformazione della componente aristotelica della stessa.
I risultati emersi nella tematizzazione della prima dimensione della relazione tra le riflessioni di Teodorico e il pensiero agostiniano trovano ulteriore specificazione nell’analisi della presenza della distentio animi nella problematizzazione teodoriciana del concetto di tempo. L’elemento tematico individuato è delineato da Colli come radicalizzarsi degli esiti della prima fase delle ricerche nella direzione teorica racchiusa nel nesso tra anima e tempo. Il definirsi della relazione in questione è tracciato dall’autore attraverso l’analisi dei nuclei fondamentali del De origine rerum predicamentalium, del De natura et proprietate continuorum e del De tempore. L’orizzonte essenziale per l’emergere della natura della concezione teodoriciana della temporalità è definito preliminarmente nell’individuazione della convergenza tra la definizione aristotelica del tempo come numero del movimento e la determinazione agostiniana della sua essenza come distentio animi. La continuità tra la posizione di Agostino e l’orizzonte filosofico aristotelico emerge nella problematizzazione teodoriciana degli elementi racchiusi nella determinazione della natura della temporalità come numerus motus. La riconduzione dell’essenza del tempo a quantità misurata evidenzia l’orizzonte specifico della possibile relazione tra le analisi aristoteliche e la distentio animi agostiniana. Delineare la natura del temporalità come numero del movimento corrisponde infatti a riconoscere nell’anima il fondamento ontologico del tempo. L’attività misuratrice dell’elemento psichico viene a delinearsi nelle riflessioni di Teodorico come attualizzazione della realtà potenziale della temporalità e come fondamento della continuità successiva della stessa. È in tal senso evidente come l’individuazione teodoriciana della dimensione della possibile integrazione delle prospettive teoriche in questione delinei una torsione delle analisi di Agostino all’interno delle direzioni tematiche proprie della riflessione aristotelica e, al tempo stesso, riveli il ruolo delle riflessioni agostiniane nella determinazione del concetto teodoriciano di tempo e nel ridefinirsi dei nuclei teorici di matrice aristotelica presenti nelle analisi considerate.
Le diverse direzioni tematiche delle ricerche di Colli permettono, dunque, di evidenziare la centralità della riflessione filosofica agostiniana nel definirsi del quadro teorico della speculazione di Teodorico di Freiberg. La presenza di Agostino nella noetica e nella gnoseologia teodoriciane si fa indice di una centralità della dimensione filosofica del pensiero agostiniano che impone una rinnovata problematizzazione del contributo teorico di Agostino nell’orizzonte speculativo del XIII e del XIV secolo e richiede una ridefinizione dell’immagine della tradizione filosofica dell’ordine domenicano. Le analisi dell’autore, condotte con rigore filologico e con fine sensibilità critica, permettono in conclusione di delineare nelle dimensioni costitutive della riflessione teodoriciana il determinarsi di alcuni dei caratteri costitutivi della rinnovata presenza filosofica agostiniana nella modernità, e si rivelano strumento prezioso per scandagliare la pluralità di dimensioni storico-teoriche che l’agostinismo prospetta nella sua lunga e complessa tradizione storica.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 1-2/2011
(http://www.pftim.it)
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