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Descrizione
Non esiste miglior critico dickensiano del signor Chesterton: queste le parole di T.S. Eliot, alle quali negli anni sono seguite un coro unanime di entusiasti, da C.S. Lewis, al presidente Roosevelt. Chesterton ha amato Dickens fin da bambino, continuando ad attingere alle sue opere come si attinge ad una fontana di gioia costante. Diventato a sua volta una dei polemisti e scrittori più celebri del suo tempo, venne proclamato presidente della società dickensiana e realizzò una prefazione per ciascuna opera di Dickens nella celebre e popolare collana Everyman. E queste sue prefazioni, raccolte e riordinate assieme in volume, costituiscono non solo una splendida introduzione ai personaggi e ai temi del più grande scrittore dell'età vittoriana, secondo solo a Shakespeare come emblema del popolo inglese, ma anche una seria di inesauste intuizioni e affondi sul mistero della creazione artistica, sul valore dell'umorismo e della pietà, senza mai dimenticare spunti e polemiche di graffiante attualità politico-sociale. Una grande e appassionata lezione critica, capace di contagiare il lettore con la sua travolgente ammirazione per il soggetto trattato, facendogli desiderare di correre a riaprire le pagine di Oliver Twist e Canto di Natale.
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DETTAGLI DI «Una gioia antica e nuova»
Tipo
Libro
Titolo
Una gioia antica e nuova - Scritti su Charles Dickens e la letteratura
Autore
Chesterton Gilbert K.
A cura di
Edoardo Rialti
Editore
Marietti 1820
EAN
9788821165146
Pagine
226
Data
gennaio 2011
Peso
271 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Collana
Saggistica
Recensioni di riviste specialistiche su «Una gioia antica e nuova»
Lettore appassionato di Dickens fin da bambino, divenuto scrittore a sua volta, l’a. ne studiò l’opera, fino a firmare la voce a lui dedicata nell’Enciclopedia britannica e a essere nominato presidente della società dickensiana. In questa veste scrisse le prefazioni di ciascuna opera di D. per la collana «Everyman»: testi, qui raccolti, che considerava e voleva «innocui», «come dei biscotti da consumare assieme al porto invecchiato della grande commedia inglese». Ma la sua appassionata capacità critica offre spunti non solo per leggere storie e figure dell’età vittoriana, ma per riflettere sullo scrivere in sé, sull’originalità, il realismo, la pietà e l’umorismo.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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