In occasione del 550° anniversario della canonizzazione di S. Caterina da Siena, il presente lavoro prende in esame un aspetto finora poco esplorato nell'ambito degli studi cateriniani, vale a dire l'eredità storica e spirituale della "Virgo digna coelo".
PREMESSA
di BERNARD ARDURA
È per me motivo di viva soddisfazione e profonda gioia presentare ai lettori la presente Raccolta di Studi, che offre anzitutto i frutti del Convegno Internazionale tenuto dal 27 al 29 ottobre 2011 tra Roma e Siena, in occasione del 550° anniversario della canonizzazione di santa Caterina da Siena (1461-2011), fortemente voluta dal papa umanista Pio II. Parve provvidenziale celebrare il nostro Convegno nell'ottobre 2011. L' 11 del mese, infatti, Benedetto XVI con lettera apostolica Porta Fidei aveva indetto l'Anno della Fede. L'esperienza terrena di santa Caterina, tutto il suo affannato operare per il bene della Chiesa e della Sede Apostolica derivò dalla fede incrollabile di cui fu portatrice, e che la rese madre spirituale di prelati, monaci, frati e di figli spirituali, affascinati dalla fede che proveniva dalla loro Maestra, che insegnava loro che «el fuoco ha da ardere».
L'incontro di studio venne promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche in collaborazione con la Provincia Romana «S. Caterina da Siena» dell'Ordine dei Frati Predicatori, la rivista «Memorie Domenicane », l'Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino e il Centro Internazionale di Studi Cateriniani. Il Convegno intese porsi in ideale continuità con l'ormai "storico" Simposio Internazionale cateriniano-bernardiniano celebrato a Siena dal 17 al 20 aprile del 1980, i cui Atti furono pubblicati nel 1982, a cura di Domenico Maffei e Paolo Nardi, quest'ultimo membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.
Mentre il simposio senese si concentrò sul cadre trecentesco in cui visse la Santa, il nostro Convegno del 2011 consentì di approfondire con attenzione storiografica nuova una tematica tradizionalmente poco indagata nel contesto degli studi cateriniani: l'eredità, complessa e polisemica, di Caterina da Siena lungo i secoli. Una eredità declinata secondo linguaggi diversi, teologico, letterario, artistico, senza dimenticare le espressioni del culto né le risonanze cateriniane nella lunga durata della storia istituzionale dell'Ordine domenicano. Le cinque sezioni in cui è articolata l'opera intendono rendere ragione di questa stratificata e poliedrica eredità, quasi prolungamento del magistero teologico e dell'esperienza ecclesiale della Virgo digna coelo, nella diacronia della storia della Chiesa, delle arti e della società, riflettendo nuovamente sul "Trecento cateriniano" ma inoltrandosi, stavolta, dal Quattrocento fino alla piena Età Moderna.
Sono ben lieto, pertanto, di offrire questo volume all'attenzione degli storici e della "Famiglia cateriniana", composta sin dai tempi di Caterina da religiosi, laici e laiche. Il nostro intento, di comune accordo con l'Ordine domenicano, è stato quello di fornire uno strumento per la prosecuzione della ricerca su una figura ancora tanto ricca di interesse come quella della grande Senese. Questa pubblicazione non va, dunque, considerata come un lavoro "chiuso", ma, al contrario, come una raccolta di suggestioni storiografiche volte a tracciare dei lineamenti di studio da perseguire in futuro. In ciò credo si possa ravvisare uno dei compiti precipui del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, pronto, come nella presente iniziativa insieme all'Ordine domenicano, ad istituire le migliori collaborazioni, al fine di tenere accesa la brace — oggi così esposta a gelidi venti — degli studi storici e destare l'attenzione nei confronti di personaggi, eventi, dinamiche che costituiscono la nostra identità. Siamo, infatti, consapevoli della nostra responsabilità nei confronti delle prossime generazioni, nel trasmettere in eredità il patrimonio religioso e culturale costituitosi lungo due millenni, grazie al fecondo incontro tra la cultura e la fede cristiana.
Alla custodia di questa preziosa eredità — memoriale, culturale e finanche sapienziale — questa pubblicazione contribuisce in modo esemplare, in forza della straordinaria figura di donna e di credente che anima le riflessioni storiografiche che si potranno apprezzare scorrendone le pagine.
Il mio più vivo ringraziamento va anzitutto alla Prof.ssa Alessandra Bartolomei Romagnoli della Pontificia Università Gregoriana, al P. Luciano Cinelli OP, Direttore di «Memorie Domenicane», e al Dott. Pierantonio Piatti, officiale del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, per aver dapprima elaborato l'articolazione scientifica dell'incontro di Studi e poi profuso una impeccabile cura nell'edizione del presente volume. Pari gratitudine estendo ai numerosi relatori che sono intervenuti al Convegno e agli studiosi che, in seguito, hanno accettato di unirsi con un proprio contributo scientifico a questa Raccolta di Studi, arricchendola di una pluralità di voci e di approcci metodologici che va ad accrescere la fecondità storiografica delle riflessioni proposte nel corso delle giornate di studio. Un cenno di plauso e vivissime grazie al Dott. Silvio Merulla per l'acribia generosamente profusa nella revisione del volume.
Affido alle Professoresse Gabriella Zarri e Anna Benvenuti, rispettivamente nella Prolusione e nelle Conclusioni, il compito di guidarci nella lettura di questa opera e di coglierne a pieno la novità, i pregi e i necessari limiti, connaturati ad ogni produzione intellettuale. Le due studiose ci consentono, da due diversi punti di osservazione, di assaporare soprattutto la dinamica, aperta e vitale, degli studi cateriniani, forti di un grande passato e proiettati verso un futuro gravido di promettenti attese.
Auguro a quanti leggeranno questo volume, così come a quanti vi hanno contribuito, di continuare a "frequentare" santa Caterina da Siena, proclamata da Paolo VI il 3 ottobre 1970 Dottore della Chiesa, e a nutrirsi della sua straordinaria, e ancora non compiutamente assimilata, eredità esperienziale e spirituale o, meglio, della sua sapida scientia. Come intese sottolineare il pontefice nell'omelia per la proclamazione del dottorato cateriniano, infatti, «Che diremo dunque dell'eminenza della dottrina cateriniana?». Così proseguì papa Montini: «Noi certamente non troveremo negli scritti della Santa (...) il vigore apologetico e gli ardimenti teologici che distinguono le opere dei grandi luminari della Chiesa antica, sia in Oriente che in Occidente; né possiamo pretendere dalla non colta vergine di Fontebranda le alte speculazioni, proprie della teologia sistematica, che hanno reso immortali i Dottori del medioevo scolastico. E se è vero che nei suoi scritti si riflette, e in misura sorprendente, la teologia dell'Angelico Dottore, essa vi compare però spoglia di ogni rivestimento scientifico ». «Ciò invece che più colpisce nella Santa è la sapienza infusa — amò porre in evidenza il pontefice —, cioè la lucida, profonda ed inebriante assimilazione delle verità divine e dei misteri della fede (...): un'assimilazione favorita sì da doti naturali singolarissime, ma evidentemente prodigiosa, dovuta ad un carisma di sapienza dello Spirito Santo, un carisma mistico ».
Nell'eredità di Caterina, che con questo libro abbiamo cercato di tratteggiare inizialmente, il cielo e la terra sono destinati ad incontrarsi, e l'indagine storiografica a misurarsi anche con la cifra dell'ineffabile e della metastoria incarnata nella Virgo digna coelo.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
ORDINE DEI FRATI PREDICATORI
Gentilmente richiesto di un saluto in occasione della presentazione degli Atti del Convegno internazionale « Virgo digna coelo. Caterina e la sua eredità», desidero partecipare a voi, e rivivere con voi, qualche favilla del gran fuoco di santa Caterina da Siena.
Nell'Ordine dei Predicatori amiamo dire che la predicazione è come un cammino nel quale, e attraverso il quale, noi chiediamo a Dio la grazia della santificazione.
Santa Caterina, nella cui memoria ci siamo riuniti in Convegno, è senza dubbio una delle più grandi testimoni di questa affermazione, perché santa Caterina è stata una delle prime tra i predicatori: «Caterina e la sua eredità».
Che vuol dire questo? O, piuttosto, quale cammino santa Caterina indica ai Predicatori di oggi?
Prima di tutto, mi sembra significhi che è un cammino che deve trovare la sua fonte nella compassione. Ancora molto giovane, Caterina è stata molto segnata dalla compassione che provava per i poveri e i malati. Come Domenico, in qualche modo, è prima di tutto nella sua vita, nella sua carne, attraverso l'emozione e la compassione provate, che Caterina ha fatto l'esperienza di una solidarietà indissolubile con l'umanità, che l'ha coinvolta nella vita dei poveri del suo tempo. Una compassione nel profondo della quale Caterina ha potuto percepire l'intensità e la profondità del legame con il quale il Verbo stesso — l'unigenito Figlio di Dio — ha voluto essere uno dei nostri, vivendo amichevolmente tra di noi, soprattutto con i malati e i poveri.
Trovata nella sua umanità, questa presenza del Figlio del Padre, donato al mondo, diventa la passione di Caterina. Misericordia inaudita del Padre che vuole che suo Figlio venga tra gli uomini, per ricongiungerli a Sé. Passione per la Parola. Per Caterina, il predicatore deve essere un innamorato della Parola. Espressione un po' strana forse, ma che vuole indicare quel legame d'affetto attraverso il quale il Predicatore permette a Dio di insegnargli il Suo amore per il mondo, quell'amore che ha il volto del Verbo. Innamorato della Parola vuol dire essere innamorato del Verbo che viene nel mondo e dona la Sua vita al mondo.
Alla scuola di Caterina, e questo diventa evidente nella seconda parte della sua vita, il predicatore diventa anche compassionevole per il mondo.