Il Santo Sepolcro a Gerusalemme
(Monumenta studia instrumenta liturgica)EAN 9788820988128
Il volume intende ricostruire la storia della liturgia al Santo Sepolcro di Gerusalemme fino all’epoca delle crociate. È un lavoro interessante per l’analisi particolareggiata dei singoli periodi storici e le connessioni con la liturgia cristiana del tempo, sempre bene documentata con la copiosa bibliografia offerta in nota e in un ricco apparato finale.
Certo, la storia della liturgia ha bisogno di ricorrere all’ambientazione storica dei periodi nei quali si è sviluppata, per cui occorre entrare in vicende, racconti, testi, sempre da valutare da un punto di vista critico. Non occorreva ricordare che la città è sempre stata motivo di contesa, sia tra le religioni monoteistiche sia all’interno della stessa religione cristiana, tra le chiese delle varie confessioni. Ricercare le fonti della liturgia ha dunque obbligato ad approfondire tanti aspetti diversi connessi con la sua storia. Iniziata a Gerusalemme, l’unica liturgia cristiana si è poi diversificata lungo i secoli, pur se la sua conoscenza può ricorrere a fonti limitate. Con l’arrivo dei crociati iniziava una nuova fase della liturgia agiopolita. La vicenda crociata non ha solamente iniziato una presenza occidentale nel territorio, ma nei patriarcati orientali di Antiochia e Gerusalemme ha pure esteso la cristianità europea con proprie strutture ecclesiastiche, con patriarchi e vescovi, libri liturgici e lingua latina. La chiesa di Gerusalemme, sia pure molto celebrata, veniva associata ancor piú alla chiesa di Roma, mentre un tempo erano state la chiesa romana e la sua liturgia a essere connesse con l’unica iniziale liturgia gerosolimitana.
Oltre alla storia della liturgia il volume interessa la storia del cristianesimo, evidenziando per Gerusalemme tanti aspetti che una cultura evanescente mette volentieri in discussione. Ad esempio, alla vigilia di celebrazioni costantiniane annunciate da piú parti, sulla base del Grande Lezionario di Gerusalemme (del secolo V) viene sottolineato che il 29 gennaio vi si celebrava una festa liturgica per l’apparizione della Croce all’imperatore Costantino: festa che rimandava alla liturgia del venerdí santo. Anche il Lezionario Armeno, che traduceva dal greco i testi liturgici di Gerusalemme dell’intero anno, con i riti che erano strutturati all’inizio del secolo V, mostra come la festa piú importante inserita nel Lezionario dedicata a Maria, fosse quella della Theotokos il 15 agosto, probabilmente antecedente lo stesso concilio di Efeso. La festa del Natale veniva poi celebrata il 25 dicembre, iniziando all’ora sesta della vigilia. Piace ricordare pure la liturgia del 24 giugno per la nascita di Giovanni Battista e quella del 29 agosto per la sua decollazione: non va dimenticato che, quanto alla storicità degli eventi, pur mutevole nelle formalità, la liturgia nella sua essenza resta conservativa.
Altro elemento sul quale attualmente spesso si discute è quello delle reliquie, a motivo delle possibili falsificazioni. Va almeno ricordato che, nella chiesa dei Discepoli sul monte degli Ulivi, era attestata la conservazione di reliquie degli apostoli Pietro, Paolo, Tommaso, Giovanni evangelista, Giovanni Battista, del profeta Isaia e di altri. Il ricordo richiama alla memoria un sermone della fine del secolo IV del vescovo Cromazio di Aquileia, a proposito del viaggio di un ecclesiastico di Concordia Sagittaria in Oriente, alla ricerca di reliquie di apostoli necessarie per la costruzione di una nuova basilica. Numerosi altri aspetti interessano la storia: ad esempio la cesura della vita liturgica al Santo Sepolcro, seguita alla sua distruzione nel 1009 per ordine del califfo del Cairo al-Hakim. Vi fu una ripresa in epoca crociata anche per quanto riguarda le novità introdotte nella liturgia, compresi i codici liturgici utilizzati.
Ugualmente da segnalare è l’appoggio offerto nei secoli successivi per la protezione dei cristiani a opera dei sovrani occidentali, con gli accordi stipulati col sultano Saladino e, posteriormente, con i governatori musulmani. Nella cronachistica del secolo XII viene meglio evidenziata a Gerusalemme la pluralità delle chiese cristiane presenti, che comprendeva latini, siriani, armeni, greco-ortodossi, giacobiti, etiopi con le loro differenti liturgie e le loro cappelle all’interno della basilica crociata ricostruita. Da noi occidentali non viene dimenticata la presenza dei francescani col viaggio di san Francesco in Egitto al fine di ottenere permessi per i loro conventi, ma deve essere anche ricordata a Gerusalemme la presenza, piú o meno pellegrinante, di monaci e monache provenienti da Georgia, Armenia, Media, Siria, Persia, India, Etiopia, Nubia, sia si trattasse di maroniti, sia di nestoriani, caldei, greco-ortodossi, siro-ortodossi.
Oltre al valore come documentazione storica e liturgica, il volume consente di rivivere e riandare alla prima storia ebraico-cristiana proprio laddove essa è sorta e si è sviluppata.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 1/2013
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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