Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa. Testo e commenti
(Documenti e studi)EAN 9788820973452
Esaurito
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DETTAGLI DI «Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa. Testo e commenti»
Tipo
Libro
Titolo
Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa. Testo e commenti
A cura di
Congregazione per la dottrina della fede
Editore
Libreria Editrice Vaticana
EAN
9788820973452
Pagine
216
Data
gennaio 2002
Peso
271 grammi
Dimensioni
14 x 21 cm
Collana
Documenti e studi
COMMENTI DEI LETTORI A «Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa. Testo e commenti»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa. Testo e commenti»
Recensione di Ermanno Roberto Tura della rivista Studia Patavina
Nell’enciclica Ut unum sint del maggio 1995, specialmente al n. 95, papa Giovanni Paolo II coraggiosamente stimolava la ricerca teologica e il confronto ecumenico, chiedendo di essere aiutato a chiarire, fin dove è possibile, ciò che per il successore di Pietro dev’essere considerato essenziale e necessario in ogni tempo nel suo ministero a favore dell’unità della Chiesa e ciò che dovesse rivelarsi mutevole dinanzi a nuove situazioni.
Per avviare una risposta alla domanda del papa la Congregazione romana per la Dottrina della Fede prese l’iniziativa di promuovere un simposio nel tardo autunno 1996 sul tema del primato del successore di Pietro, onde mettere in risalto gli elementi irrinunciabili della dottrina cattolica del primato papale. Non andava dimenticato un precedente simposio, dal taglio prevalentemente storico, organizzato in Vaticano nell’ottobre 1989. A margine del simposio dottrinale del 1996 la Congregazione romana ritenne opportuno proporre un testo intitolato Il primato del successore di Pietro. Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede con il preciso scopo di richiamare i punti essenziali della dottrina cattolica sul Primato inteso come servizio all’unità della Chiesa. Il testo tende a far comprendere le premesse indispensabili per rispondere in modo costruttivo alla domanda pontificia, evitando possibili neutralizzazioni o inopportuni ridimensionamenti della portata universale del ministero petrino.
Proprio tale testo di “Considerazioni”, firmato dal prefetto della Congregazione card. J. Ratzinger e dall’allora arcivescovo segretario T. Bertone, apre il volume oggetto di questa segnalazione. Al testo, che ha ovviamente carattere ufficiale, segue una serie di Commenti firmati da specialisti su singoli passaggi e aspetti significativi del problema. Il biblista R. Pesch precisa I fondamenti biblici del Primato e della sua trasmissione, sintetizzando un suo più ampio studio, pure accessibile in italiano nella collana “Giornale di teologia” n. 291 della Queriniana (e già recensito in Studia Patavina 1 (2003) 282-283). Lo storico R. Minnerath rilegge attentamente le testimonianze de La tradizione dottrinale del primato di Pietro nel primo millennio, passando in rassegna le varie e drammatiche situazioni storiche in cui il successore di Pietro si trovò a vivere il suo ministero fino al decimo secolo, conosciuto come “saeculum obscurum” del papato. Con un salto storico P. Rodríguez precisa Natura e fini del primato del papa: il Vaticano I alla luce del Vaticano II, auspicando conclusivamente per il “tertio millennio ineunte” una sintesi creativa tra l’ecclesiologia prevalente nel primo millennio e quella prevalente nel secondo: un’ecclesiologia “della comunione universale delle Chiese” capace di comprendere insieme l’antica communio Ecclesiarum e la struttura universale, cattolica, di questa comunione (cf. p. 111).
F. Ocáriz offre una serie di osservazioni sull’Identità del primato e forme storiche del suo esercizio, avvicinandosi al nucleo problematico prospettato dal papa nella sua enciclica, mentre Ph. Goyret focalizza il rapporto tra Primato ed episcopato nell’esercizio dell’episkopè a servizio della fedeltà della Chiesa come realtà viva lungo i secoli. A.M. Sicari rilegge lo stesso rapporto alla luce dell’Eucaristia, in totale obbedienza ai doni di Dio e non in difesa di poteri o privilegi. Da ultimo (e non poteva mancare tale sguardo per fedeltà alle richieste dell’enciclica Ut unum sint) N. Bux studia La dottrina del primato petrino nel contesto dell’ecumenismo, segnalando le diversificate reazioni delle confessioni cristiane alla richiesta papale (vengono passate in rassegna le reazioni di ortodossi, di anglicani, di luterani, dei battisti della Gran Bretagna), con la chiara conclusione che le antitesi si concentrano nella diversa ecclesiologia conciliare e sacramentale eucaristica, antitesi che non si possono superare ritornando semplicemente al primo o al secondo millennio, ma con l’esperienza fatta bisogna procedere al terzo millennio (cf. pp. 193 e 212). Per il teologo pugliese è motivo di speranza la “visitazione” reciproca, moltiplicata negli ultimi decenni, tra i responsabili delle confessioni cristiane ai massimi livelli e il clima di carità stabilitosi tra le chiese, nonostante difficoltà nuove sempre insorgenti.
Il documento della Congregazione e i successivi commenti fanno dell’agile volume proposto dalla Libreria Editrice Vaticana un prezioso contributo su un problema che va comunque affrontato tra confessioni cristiane onde riscoprire la volontà del Signore Gesú e affrontare in modo costruttivo il cammino cristiano nel terzo millennio. Il libro non ha la pretesa di dire tutto: rispecchia evidentemente la riflessione teologica cattolica più vicina alla Congregazione romana. E tuttavia va apprezzato nel suo valore di magistero ufficioso cattolico che attende nuovi apporti e approfondimenti da altre sponde dell’esperienza di fede cristiana, onde poter affrontare insieme sfide inedite di evangelizzazione a livello mondiale.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Per avviare una risposta alla domanda del papa la Congregazione romana per la Dottrina della Fede prese l’iniziativa di promuovere un simposio nel tardo autunno 1996 sul tema del primato del successore di Pietro, onde mettere in risalto gli elementi irrinunciabili della dottrina cattolica del primato papale. Non andava dimenticato un precedente simposio, dal taglio prevalentemente storico, organizzato in Vaticano nell’ottobre 1989. A margine del simposio dottrinale del 1996 la Congregazione romana ritenne opportuno proporre un testo intitolato Il primato del successore di Pietro. Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede con il preciso scopo di richiamare i punti essenziali della dottrina cattolica sul Primato inteso come servizio all’unità della Chiesa. Il testo tende a far comprendere le premesse indispensabili per rispondere in modo costruttivo alla domanda pontificia, evitando possibili neutralizzazioni o inopportuni ridimensionamenti della portata universale del ministero petrino.
Proprio tale testo di “Considerazioni”, firmato dal prefetto della Congregazione card. J. Ratzinger e dall’allora arcivescovo segretario T. Bertone, apre il volume oggetto di questa segnalazione. Al testo, che ha ovviamente carattere ufficiale, segue una serie di Commenti firmati da specialisti su singoli passaggi e aspetti significativi del problema. Il biblista R. Pesch precisa I fondamenti biblici del Primato e della sua trasmissione, sintetizzando un suo più ampio studio, pure accessibile in italiano nella collana “Giornale di teologia” n. 291 della Queriniana (e già recensito in Studia Patavina 1 (2003) 282-283). Lo storico R. Minnerath rilegge attentamente le testimonianze de La tradizione dottrinale del primato di Pietro nel primo millennio, passando in rassegna le varie e drammatiche situazioni storiche in cui il successore di Pietro si trovò a vivere il suo ministero fino al decimo secolo, conosciuto come “saeculum obscurum” del papato. Con un salto storico P. Rodríguez precisa Natura e fini del primato del papa: il Vaticano I alla luce del Vaticano II, auspicando conclusivamente per il “tertio millennio ineunte” una sintesi creativa tra l’ecclesiologia prevalente nel primo millennio e quella prevalente nel secondo: un’ecclesiologia “della comunione universale delle Chiese” capace di comprendere insieme l’antica communio Ecclesiarum e la struttura universale, cattolica, di questa comunione (cf. p. 111).
F. Ocáriz offre una serie di osservazioni sull’Identità del primato e forme storiche del suo esercizio, avvicinandosi al nucleo problematico prospettato dal papa nella sua enciclica, mentre Ph. Goyret focalizza il rapporto tra Primato ed episcopato nell’esercizio dell’episkopè a servizio della fedeltà della Chiesa come realtà viva lungo i secoli. A.M. Sicari rilegge lo stesso rapporto alla luce dell’Eucaristia, in totale obbedienza ai doni di Dio e non in difesa di poteri o privilegi. Da ultimo (e non poteva mancare tale sguardo per fedeltà alle richieste dell’enciclica Ut unum sint) N. Bux studia La dottrina del primato petrino nel contesto dell’ecumenismo, segnalando le diversificate reazioni delle confessioni cristiane alla richiesta papale (vengono passate in rassegna le reazioni di ortodossi, di anglicani, di luterani, dei battisti della Gran Bretagna), con la chiara conclusione che le antitesi si concentrano nella diversa ecclesiologia conciliare e sacramentale eucaristica, antitesi che non si possono superare ritornando semplicemente al primo o al secondo millennio, ma con l’esperienza fatta bisogna procedere al terzo millennio (cf. pp. 193 e 212). Per il teologo pugliese è motivo di speranza la “visitazione” reciproca, moltiplicata negli ultimi decenni, tra i responsabili delle confessioni cristiane ai massimi livelli e il clima di carità stabilitosi tra le chiese, nonostante difficoltà nuove sempre insorgenti.
Il documento della Congregazione e i successivi commenti fanno dell’agile volume proposto dalla Libreria Editrice Vaticana un prezioso contributo su un problema che va comunque affrontato tra confessioni cristiane onde riscoprire la volontà del Signore Gesú e affrontare in modo costruttivo il cammino cristiano nel terzo millennio. Il libro non ha la pretesa di dire tutto: rispecchia evidentemente la riflessione teologica cattolica più vicina alla Congregazione romana. E tuttavia va apprezzato nel suo valore di magistero ufficioso cattolico che attende nuovi apporti e approfondimenti da altre sponde dell’esperienza di fede cristiana, onde poter affrontare insieme sfide inedite di evangelizzazione a livello mondiale.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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