Corrosione
-Combattere la corruzione nella Chiesa e nella società
EAN 9788817095310
Questo testo, con linguaggio accattivante, approfondisce la visione francescana dell’ecologia che, considerandone i diversi aspetti, si può ritenere abbia ispirato l’enciclica di papa Francesco, Laudato si’. Le attuali sfide etiche globali sono poste in relazione sia con l’esperienza del Poverello d’Assisi, sia con la riflessione filosofica e teologica della tradizione francescana, a partire dall’enciclica pubblicata il 24 maggio 2015.
Nel primo capitolo (pp. 23-72) vengono prese in esame alcune delle principali sfide etiche del mondo odierno, per identificare le cause dell’attuale crisi socio-ambientale, illuminandole a partire dall’esperienza di Francesco d’Assisi. Si mette in evidenza come il sistema economico globale si basi sull’efficienza per avere un incremento del solo capitale economico, di fatto favorendo la crescita, ma non lo sviluppo e, così, procurando una guerra di interessi e la lotta di tutti contro tutti: «l’uomo non è più un fratello ma un avversario» (p. 23). D’altra parte, l’etimologia del termine ecologia indica un discorso sull’oikos, cioè sulla casa, sulla famiglia, cioè una scienza che si interessa del modo in cui tutti gli esseri vivono e interagiscono (cf. p. 24). La cultura ecologica non si può, dunque, ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi relativi al degrado ambientale o all’esaurimento delle riserve naturali. La cultura ecologica si deve tradurre in uno stile di vita, di cui il Cantico di frate sole costituisce un mirabile esempio sempre attuale (cf. p. 26). Sono anche presentate alcune correnti più note di etica, a partire dalla moderna ideologia antropocentrica, secondo cui l’uomo è al centro del creato e superiore alle creature, che sono al suo servizio e non vanno trattate capricciosamente, perché al centro di un piano divino che tutti devono rispettare (cf. p. 27). Purtroppo, osserva l’autore, in questi ultimi decenni è prevalso il paradigma tecnocratico, che sostituisce la politica con criteri tecnici e scientifici (cf. p. 48), dimenticando che ogni essere è importante, che tutto è collegato, finendo col ridurre la natura a un deposito di risorse economiche, un mucchio di oggetti che analizza ed esamina secondo il capriccio del momento. Ne segue, da un lato, un consumismo esacerbato, che tutto riduce a semplici prodotti da usare e gettare in modo compulsivo, dall’altro la cultura dello scarto che coinvolge come oggetti di scarto non solo le cose usate, ma gli stessi uomini (cf. pp. 48-51).
Da buon frate cappuccino, Martín Carbajo Núñez dedica il secondo capitolo (pp. 73-128) al suo santo fondatore, che l’enciclica Laudato si’ richiama ben 11 volte, proponendolo come l’esempio per eccellenza di un’ecologia integrale, vissuta in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. Sono presentate l’attualità e la esemplarità del Poverello d’Assisi: era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità; in lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore (cf. Laudato si’ 10). Dal momento della sua conversione, Francesco vede tutto a partire da Dio, secondo una mistica e una spiritualità “ecologica”, un modo olistico di essere in comunione con tutte le creature (cf. p. 73). In questo senso, egli è un modello universale e la chiesa lo propone come ispiratore di un’ecologia di fratellanza, che indica il vero rapporto tra l’uomo e il creato, manifestando la sua vicinanza affettuosa alle sorelle creature che gli ricordano l’incarnazione del Verbo e lo inducono a lodare il Creatore (cf.
p. 82). Il Poverello, nel suo celeberrimo Cantico, dà voce alla lode delle creature: un vero canto di amore e di lode, in un’armonia cosmica e integrale, sintesi di ecologia interiore ed esteriore. Egli vede la sua conversione come l’inizio di un nuovo modo di relazionarsi con tutti gli esseri, libero di amare, sposando i consigli evangelici e stabilendo relazioni basate sulla misericordia. I consigli evangelici si traducono nella povertà per essere liberi, l’obbedienza per dominare l’ambizione del potere, la castità per orientare il desiderio del valere (cf. pp. 94-98).
Nel terzo capitolo (pp. 129-178) si passa dal fondatore alla “scuola” francescana in cui, fin dall’inizio, si distinguono chiaramente due correnti di pensiero, i cui autori più rappresentativi sono Bonaventura e Giovanni Duns Scoto. Il contributo della tradizione francescana all’etica economica e ambientale ruota intorno a quattro principi: libertà, gratuità, fraternità, bene comune (cf. p. 130). Rifacendosi al pensiero di Duns Scoto (1265-1308), l’autore approfondisce il tema della libertà, origine e destino di tutto quanto esiste. Il Creatore è un essere assolutamente libero. Libero ma non capriccioso, fa tutto in modo ordinato e razionale. Cristo è l’opera più perfetta dell’amore divino, il mediatore universale, la chiave di lettura di tutto il creato. In quanto vero uomo, egli occupa il vertice della gerarchia degli esseri creati, è la creatura che più perfettamente riflette il Creatore (cf. pp. 140-142). L’infinita libertà divina è sempre legata alla sua volontà amorosa. Papa Francesco, nella Laudato si’, afferma che una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato (cf. p. 155). Invece, Bonaventura insiste sul fatto che l’unione di anima e corpo è armonica, senza alcuna dissonanza. Tutto ciò che siamo e abbiamo è degno, perché voluto da Dio. La mortificazione del corpo non avrebbe alcun senso se fosse finalizzata a punire o sottomettere il corpo, ma a coordinare armonicamente tutto il nostro essere, cioè a essere liberi per amare (cf. pp. 147-148). Poiché la creazione appartiene all’ordine dell’amore, l’uomo deve corrispondere con gratitudine e riconoscenza (cf. p. 151). La tradizione francescana vede, perciò, la creazione nell’ottica della bellezza e del bene per cui privilegia la contemplazione e la creatività. Nasce così un’etica cordiale, che integra l’amore e la conoscenza, aprendo alla vera sapienza (cf. p. 157).
Infine, nel quarto capitolo (pp. 179-229), si presentano alcune linee di azione per affrontare la grave crisi socio-ambientale, non per dare soluzioni tecniche, ma indicazioni su basi religiose, antropologiche ed etiche, che dovrebbero guidare la ricerca di soluzioni, tra l’altro, al problema dei rifiuti non riciclati, alla tratta degli esseri umani, all’aborto (cf. p. 179), nell’ottica delle interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali (cf. p. 139). Ritorna, così, il tema, ricorrente nel volume, della creazione affidata da Dio alla libertà dell’uomo, perché l’amministri rispettandone i ritmi, proteggendola, curandola, preservandola, conservandola, vigilando.
Un’ecologia integrale deve recuperare la logica del dono e della gratuità delle relazioni interpersonali e comunitarie. Dono e per-dono fanno guarire dai conflitti e ci aprono alla sobrietà vista come capacità di godere con poco (cf. p. 222). In definitiva, risulta necessaria un’etica globale che sappia indirizzare le relazioni internazionali e il processo decisionale.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 3-4/2018
(https://asprenas.it)
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