Esaurito
Descrizione
Perché dovrebbe essere strano che un uomo di Chiesa si occupi di economia? In fondo, è almeno dalla Rerum novarum di Leone XIII - se non dalla cacciata dei mercanti dal Tempio - che la Chiesa interviene su questi temi: ancor prima del pensiero marxista avanzava dubbi sulla liceità di un sistema fondato su un capitalismo sfrenato in cui l'unico dio fosse il denaro e l'unica autorità il libero mercato. Partendo da una lettera al suo omonimo Karl, l'arcivescovo Marx attacca tutto quel che non va nella deregulation economica che sta devastando il pianeta: un capitale sempre più globale, una borghesia che si arricchisce sempre più a spese dei lavoratori, società multinazionali sempre più estese e produttivamente delocalizzate. Chiamando in causa le politiche della Nokia e il Wto, il turbo-sviluppo e l'etica no global, l'arcivescovo spiega perché è impellente riformare il capitalismo sulla base della dottrina sociale (non socialista) cristiana.
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DETTAGLI DI «Il capitale. Una critica cristiana alle ragioni del mercato»
Tipo
Libro
Titolo
Il capitale. Una critica cristiana alle ragioni del mercato
Autore
Marx Reinhard
Traduttore
Galli C.
Editore
Rizzoli
EAN
9788817032872
Pagine
314
Data
maggio 2009
Peso
482 grammi
Dimensioni
14 x 22 cm
Collana
Saggi stranieri
Recensioni di riviste specialistiche su «Il capitale. Una critica cristiana alle ragioni del mercato»
L’attuale arcivescovo di Monaco di Baviera, teologo specialista in dottrina sociale della Chiesa, porta lo stesso cognome dell’a. de Il capitale. Il vol. rappresenta una ripresa dell’insegnamento sociale messo a confronto con l’attuale crisi del «turbo-capitalismo». Se nei decenni scorsi sembrava che il liberalismo dovesse storicamente stravincere, ora si è assai più cauti. Troppe le contraddizioni di un mercato globale senza regole, troppe le ingiustizie dentro i paesi e fra i popoli, troppe le violenze sull’ambiente naturale per non riprendere gli interrogativi di Karl Marx sul capitale senza scrupoli e senza misericordia. Ma l’a. (Reihnard) lo fa collocandosi dentro la tradizione di un capitalismo sociale di mercato, ancorato a quell’antropologia teologica la cui assenza ha significato la condanna del marxismo ai suoi esiti anti-umani.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 16
(http://www.ilregno.it)
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