Una serie di omicidi legati da un grave movente vendicativo, due indagini che partono da opposte direzioni e che si intrecciano indissolubilmente, inseguimenti e società segrete, cunicoli sotterranei e ville esoteriche, esorcismi e antiche sette… Rino Cammilleri riesce a creare un thriller di grande tensione che non è semplice intrattenimento, ma che contiene interessanti (e, per il grande pubblico, inedite) informazioni sui lati nascosti del Risorgimento italiano. Pur essendo fiction allo stato puro (e l’autore tiene a precisare di non aver voluto scrivere un romanzo storico, evitando di dare una data precisa all’azione, che potrebbe svolgersi indifferentemente tra il 1890 ed il 1910) ciò che viene descritto è pienamente verosimile.
Il romanzo spiega perfettamente l’assunto di de Maistre per il quale «la controrivoluzione non deve essere una rivoluzione contraria, ma il contrario della rivoluzione»: l’opposizione cattolica ai movimenti rivoluzionari non deve utilizzare gli stessi metodi dell’avversario. Così la sedicente società dei “Calderari”, già oppostasi ai Carbonari nel periodo napoleonico, viene riesumata per vendicare il vergognoso affronto che dovette subire, la notte del 13 luglio 1881, la salma di papa Pio IX ad opera di alcuni fanatici anticlericali che attaccarono il corteo funebre (svoltosi di notte perché non venisse considerato una “provocazione”!) cercando di gettare la bara nel Tevere. Prima assolti dalla magistratura e poi addirittura premiati dalla massoneria con una medaglia (con un riferimento all’odio immortale contro la Chiesa, donde il titolo del libro), i partecipanti alla vergognosa azione, tutti ben sistemati nella società liberale, vengono uccisi uno ad uno. Partono due inchieste: una da parte del Ministero degli Interni (il ministro è direttamente interessato in quanto fu uno dei partecipanti all’assalto) e una dalla Santa Sede.
L’azione si concentra – e si risolve – in una Napoli inedita, per nulla solare: elemento non casuale, perfettamente in linea con lo spirito del romanzo, in cui la ricerca delle cause degli omicidi porta alla scoperta di una realtà inaspettata, in cui nulla è realmente come sembra.
Come si è accennato, pur essendo intriso di spirito cattolico, il romanzo di Cammilleri risulta perfettamente leggibile come normale thriller: realizza così in campo letterario quanto indicato nel qui recensito saggio Cristiani ad Hollywood (ed. Ares) per il mondo del cinema, cioè un’opera “generalista”, che si rivolge ad un pubblico non limitato a quello vicino alle sue posizioni, riuscendo così a dimostrare come si possa scrivere un romanzo avvincente senza utilizzare argomenti banali, ma che affrontando importanti argomenti religiosi.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 32 - Febbraio/Marzo 2008
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alessandro mazzetti il 25 gennaio 2012 alle 14:49 ha scritto:
Interessante, un bel panorama sulla massoneria,
che ha fatto il bello e il cattivo tempo nell'Italia di ieri e di oggi.
Thriller mozzafiato.