Il padrone del mondo
(Mondi letterari)EAN 9788816502253
R.H. Benson (1871-1914), figlio dell’Arcivescovo di Canterbury, egli stesso pastore anglicano convertitosi al cattolicesimo – con grande scandalo nel mondo vittoriano, non ancora ripresosi dalla conversione del futuro cardinale Newman – riversò nella scrittura gran parte della propria vocazione religiosa. Nella sua produzione, oltre a testi di carattere ascetico e storico, a drammi e a libri per l’infanzia, si distingue il romanzo Il padrone del mondo (1907), primo lavoro di una dilogia conclusa da La fine di tutto (1911), ancora inedito in Italia.
Lo sfuggente Giuliano Felsemburgh, il personaggio che da il titolo al romanzo, è una sorta di Anticristo, ma di carattere decisamente democratico e rassicurante (in apparenza): fautore della pace, diviene presidente di una confederazione mondiale e propone ai suoi nuovi, entusiasti sudditi (e ricordiamo che il romanzo è stato scritto durante la belle epoque, ancorché ambientato successivamente!) le principali innovazioni per l’avvento del nuovo umanesimo (qui definito “umanitarismo”): ed esse sono costituite – tra l’altro – dall’uso di cibi artificiali, dall’esperanto, dall’eutanasia e da un esasperato pacifismo.
Naturalmente si tratta di un pacifismo a senso unico, perché alla prima occasione verrà ordinato un bombardamento a tappeto su Roma per distruggere il Vaticano, nella speranza di abbattere la Chiesa, unico baluardo alle prevaricazioni del nuovo padrone.
Robert Hugh Benson – fratello di due prolifici scrittori, Arthur Christopher e Edward Frederic (entrambi citati nella corposa Cambridge Guide to English Literature, Robert non lo è: evidentemente sconta con tale ostracismo lo scandalo ancora vivo della sua conversione) – ha il pregio di saper ben dipingere i personaggi e raggiunge con questo romanzo un alto livello letterario; in più la sua visione premonitrice – che ha ben poco, purtroppo, da invidiare ad altri successivi capolavori del genere, come 1984 di Orwell e soprattutto Il mondo nuovo di Huxley, in cui il benessere puramente materiale è alla base della nuova filosofia di vita – anticipa una situazione che risponde a quella che si sta attualmente profilando: vale a dire un governo sopranazionale raggiunto non con una dittatura palese, ma conquistando a mano a mano il consenso della folla, votato all’edonismo ed al rifiuto – o alla banalizzazione – di ogni senso religioso.
Benson, che morì allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, prima di imbarcarsi per il fronte francese (aveva chiesto di fare il cappellano militare) non avrebbe visto i totalitarismi del XX secolo, né il successivo governo mondiale a guida ONU, né il crollo della morale che prosegue ai nostri giorni: tutti i germi dell’attuale decadenza sono però contenuti nel suo romanzo premonitore, compreso l’attacco alla Chiesa in nome dell’umanitarismo
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 25 - Giugno 2007
Questo famoso romanzo uscì nel 1907 e da allora suscitò vivaci dibattiti ed ottenne grande successo. In esso, Robert Benson denunciava il nascente progetto politico che mirava a organizzare il mondo senza Dio, sostituendo la tradizionale società cristiana (basata su religione, famiglia, patria, proprietà) con una “Repubblica Universale” atea, apolide e tecnocratica, sostanzialmente totalitaria. Essa si basa su un umanitarismo pacifista che impone la tolleranza universale, vieta il “fanatismo”, la guerra e la pena di morte, ma promuove la libertà sessuale, l’eutanasia e la liquidazione dei dissidenti.
I personaggi che più incarnano questo diabolico progetto sono il politico Brand e l’intellettuale Felsenburg; sotto la loro apparenza del tutto grigia, essi anticipano i due mostri profetizzati dall’Apocalisse: il tiranno e il falso profeta.
Il loro successo mondiale è dovuto alla capacità di manipolare l’opinione pubblica, suscitando illusioni utopistiche e addormentando le coscienze. Essi cercano di distruggere la Chiesa Cattolica, ma usando una persecuzione dolce, tranquilla e democratica che suscita poche reazioni ed anzi ottiene il consenso popolare e quello delle sue stesse vittime, come dimostra la tormentata vicenda di padre Franklin.
La riscossa cristiana è impersonata dalla figura di Percy, che riafferma i diritti di Cristo e della Chiesa contro il relativismo e l’“ecumenismo” imposti dal regime. La storia si conclude con un finale apocalittico, nel quale la falsa promessa di “pace e sicurezza”, tipica dell’Anticristo secondo san Paolo, viene smentita da un disastroso conflitto universale dal quale si salva a stento un “resto della Chiesa”.
L’autore è uno dei numerosi uomini di cultura britannici che, in quei tempi, si convertirono dall’anglicanesimo al cattolicesimo; diventò poi sacerdote e predicatore di fama. Quando scrisse questo libro, venne accusato di essere esagerato, complottista, visionario; allora la Società delle Nazioni era stata solo progettata, l’ONU e l’Unione Europea erano ancora da venire. Oggi tutto va realizzandosi sotto i nostri occhi, per cui possiamo dire che Benson fu davvero profetico.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 20 - Dicembre 2006
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