EAN 9788816409392
Questo è il libro dei libri di Panikkar. Un'introduzione indispensabile alla sua opera e al messaggio della sua vita. Dice: «Mi era stato richiesto in più occasioni di elaborare una sintesi del mio pensiero, di pubblicare, cioè, un testo che potesse intitolarsi La mia Opera. Mi sono reso conto che in effetti il lavoro l’avevo già fatto, avendo preparato in questi ultimi anni le introduzioni ai vari volumi dell’Opera Omnia: esse sono a volte nuove stesure, a volte scritti rieditati e adattati per introdurre la nuova organizzazione dei lavori.
Tutti i miei scritti rappresentano non solo un problema intellettuale della mia mente, ma una preoccupazione del mio cuore e, ancor più, un interesse reale della mia intera esistenza, che ha cercato per prima cosa di raggiungere chiarezza e profondità studiando seriamente i problemi della vita umana. Forse con stupore di molti, posso dire tuttavia che nessuno dei miei articoli o libri è stato scritto al fine di esprimere me stesso, o perché sentivo la spinta a scrivere o perché mi proponevo volutamente di scrivere qualcosa. Furono tutte stesure occasionali, suggerite dalle circostanze, volute da amici, sollecitate da incontri o convegni. Ciò significa anche che non ho mai considerato i miei libri tanto seriamente da supporre che rappresentino tutta la mia esperienza e tutte le mie intuizioni, il che non vuol dire che non abbia sempre cercato di essere coerente, che non abbia sofferto per trovare l’espressione giusta, ma che non considero possibile una trasposizione opposta, per così dire, dagli scritti alla mia vita - nonostante il fatto che tutti questi siano trasposizioni dalla vita in idee. Ho sempre fatto uno sforzo immane a scrivere non come occidentale o come indiano, non come cristiano o hindu, e neppure come uomo dei nostri tempi, per quanto ciò sia possibile e compatibile con l’argomento trattato.
Ciò che desidero esprimere è la sensazione sempre presente che "la lettera uccide" e che la parola scritta non è ambasciatrice esclusiva della vita alla coscienza.
Ora che ho fatto lo sforzo di riunire i miei scritti per argomenti, mi accorgo che lo schema di questa Opera Omnia rappresenta il percorso non solo del mio pensiero, ma anche della mia vita, senza esaurirne, come dicevo, l’esperienza».Raimon Panikkar
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maurolaspisa, granatina.g@gmail.com il 16 marzo 2012 alle 17:09 ha scritto:
Evidente nel testo la rimemorazione agostiniana del rapporto vita-parola ma in Panikkar la cosa acquista rilievi più ecumenici grazie alla sonda interculturale di cui dispone l'a. e che si riflette nel vissuto non meramente psichico. Se oggi la parola è quasi del tutto ridotta ad input performativo (management, info, coaching ed altro) nell'opera di Panikkar essa assume potere evocativo ma in un senso assai più ampio che nelle note logoterapie (ad es. quella lacaniana) coinvolgendo il nucleo più recondito e fontale della partecipazione ai flussi di vita. Ma condizione prerequisita perchè ciascuno si desti a questo oceanico senso della partecipazione alla vita è quello che l'a. chiama 'decentramento dell'ego' ossia l'oltrepassamento della soglia narcisa della coscienza in vista dell'ascolto dei ritmi cosmoteandrici della vita. Distacco che il singolo vive come doloroso lutto di sè spesso accompagnato da psiconevrosi depressive. Senza l'accesso alle dimensioni trans-soggettive ma non perciò sublimazioni quasi fanta-onanistiche la parola non può veicolare che il proprio suono.